Politica

Riceviamo e pubblichiamo

Noi cittadini siamo consapevoli di essere in fortissimo ritardo nel dire BASTA! a questa inaccettabile emergenza che si trascina da anni.
Il 22 gennaio 2009, in seguito all’assemblea del 21 gennaio di cittadini nell’Aula Consiliare di Bagheria, sono stati inviati al Sindaco e al Presidente del CO.IN.RES tutta una serie di interrogativi emersi in quell’incontro, con una lettera di accompagnamento in cui si sottolineava la necessità e l’urgenza di un incontro pubblico (fra l’altro convenuto) che avrebbero dovuto predisporre per dare risposte.

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L’articolo di Maurizio Padovano pubblicato in questa stessa pagina esprime appieno lo stato d’animo che sembra ormai essere diffuso tra tanti bagheresi, ma non solo: quello che Padovano definisce un distacco attivo dal presente, che è somma di delusione e stanchezza, nel vedere che i problemi sono sempre gli stessi, anzi si aggravano e diventano sempre più complicati e irrisolvibili, e che la politica continua a parlare il linguaggio della banalità e della retorica insulsa e inutile.

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Non ce ne vorranno i consiglieri comunali di Bagheria:
ma nel corso della seduta convocata mercoledì sera, dal commissario straordinario geom Giuseppe Traina, non siamo riusciti a comprendere e tanto meno a condividere la “ratio” che stava dietro la quasi totalità degli interventi.
Vediamo però di esaminare i fatti nella loro specificità ed evoluzione.

Il consiglio comunale era stato convocato dal commissario straordinario geom.Giuseppe Traina con lo scopo di raccogliere dai consiglieri opinioni e proposte circa l’argomento che aveva spinto l’Assessorato a nominarlo, il 12 di Ottobre 2009, commissario straordinario per l’esame di un Piano di lottizzazione inteso “Levante”.
Nello scorso consiglio si erano già manifestate voci di dissenso per il fatto che il commissario appena l’indomani del suo insediamento aveva “sottratto” il fascicolo alla competenza del consiglio.
L’argomento dopo avere superato il passaggio dalla competente Commisssione consiliare già dal 29 giugno 2009 era stato posto all’ordine del giorno del consiglio comunale.
Né l’opposizione per ovvi motivi, né la maggioranza per motivi altrettanto ovvi, ( l’urbanistica è materia che scotta), avevano chiesto il prelievo del punto all’o.d.g., e là secondo noi, e secondo i proponenti, sarebbe rimasto mesi e forse anni.

Il proponente del Piano, la Ditta Gamma di Franco Maggiore, considerato questo ritardo, a suo avviso ingiustificato, aveva chiesto all’Assessorato la nomina di un commissario ad acta; richiesta cui l’Assessore aveva prontamente aderito.
Ma facciamo un passo indietro: la ditta Gamma , che rappresenta ben 37 proprietari, aveva presentato il Piano di lottizzazione sin dal Luglio del 2002, quindi oltre sette anni fa. Il piano che riguarda un’area di circa 75.000 mq., e la costruzione di 80 appartamenti con la legge sull’edilizia agevolata, la 485, oltre a 30 case a corte e 16 case a schiera, prevede un insediamento abitativo di circa 1.000 abitanti, in contrada Santa Marina, zona Villa San Cataldo per capirci.
Nel dicembre del 2006 la Ditta ritenendosi danneggiata per un atteggiamento a suo dire dilatorio dell’Amministrazione, aveva anche allora chiesto la nomina di un commissario, che avrebbe dovuto giudicare se nei comportamenti posti in essere dall’amministrazione ci fosse una volontà ostruzionistica: Il commissario rimase sino al 30 Gennaio del 2008, e non rilevò alcuna anomalia nel comportamento degli uffici.
La conclusione fu che era l’oggettiva complessità della pratica che costringeva gli uffici a continue richieste di documentazione integrativa e chiarimenti.
Negli anni ci sono stati un andirivieni di carte bollate, almeno due passaggi alla Sovrintendenza , Genio Civile, ed organismi vari.
L’ultima documentazione integrativa perviene al Comune di Bagheria nel marzo di quest’anno: l’assessore Pietro Pagano manda subito la pratica alla III commissione consiliare, cui compete però solo un parere consultivo, che la esita con due voti a favore e tre astenuti.
Il P.U.E., Piano urbanistico esecutivo, arriva peraltro in consiglio, con un parere favorevole del capo del Settore Urbanistica, dr.ssa Marino, che ne dà atto in aula.

Si arriva quindi alla seduta di ieri in cui la gran parte degli interventi si muove sulla falsariga di una logica rancorosa e recriminatoria nei confronti della decisione dell’Assessorato e di rammarico , per non aver potuto il consiglio comunale, ahimè, esaminare il piano perché ormai, come traspare dalle dichiarazioni di tutti, questa è una assemblea, adulta, matura e vaccinata per potere affrontare argomenti scabrosi e di questa portata.

Nessuno però dice come la pensa, tranne un passaggio nell’intervento di Tommaso Gargano per l’U.D.C. “ se oggi avessimo dovuto decidere avremmo dato un parere favorevole” e di Cangelosi (PDL), che contesta il fatto che la disponibilità di alcuni proprietari ad autorizzare il passaggio dai propri terreni ai lottizzanti, non corrisponde esattamente a quanto prevede la legge, e cioè la “disponibilità” del bene.

Ma a parte queste due notazioni specifiche i cittadini che hanno visto la seduta del consiglio in tv, non hanno capito un granchè di cosa si stesse parlando.

I consiglieri , per la quasi totalità hanno scelto la strada dell’indignazione e degli alti lai per la sovranità violata del consiglio: così Rosario Giammanco che attacca duramente gli uffici dell’urbanistica e Francesco Lima che rivendica la dignità del consiglio; così Mimmo Di Stefano e Gino Castronovo che abbandonano l’aula, “”tanto quanto diremmo non servirebbe a nulla”, (quest’ultimo annuncia che eventualmente in altra sede dirà la propria opinione); così Enzo Gulli, che arriva a tacciare l’Assessorato al Territorio di aver avuto un comportamento “criminale”, politicamente s’intende, così Mimmo Aiello e Giuseppe Cangelosi, da sempre polemici con il dirigente dell’Ufficio urbanistico e con l’amministrazione.

Tutti uniti stavolta, maggioranza e opposizione, a considerare sostanzialmente inutile questa assemblea, e per questo, inutile era anche esprimere la loro opinione sul P.U.E.

Tutti uniti nella rabbia e nell’indignazione, tutti a rivendicare sovranità e ruolo del consiglio, ma alla fine ci hanno lasciato ed hanno lasciato, migliaia di cittadini con un interrogativo per la testa.

Ma che cos’era questo benedetto Piano di lottizzazione” Levante” e come la pensano partiti, gruppi politici e consiglieri comunali?
Non lo sapremo mai.

Ed il tutto con l’alibi e il pretesto, che tanto, opinioni e giudizi espressi l'altra sera dal consiglio, non avrebbero avuto alcun peso nelle decisioni: ergo non diciamo niente.
.

Tranne che, appena fuori dall’aula, ancora tutti, maggioranza e opposizioni ad accusare e recriminare, che la sera di mercoledì 28 ottobre 2009, nel silenzio di tutti era passato un megapiano di lottizzazione di 240 appartamenti e la nascita di un nuovo quartiere, e di fatto quindi, uno stravolgimento dell’assetto urbanistico e abitativo del nostro paese.
Ma chi avrebbe dovuto dirlo, di grazia?
A conclusione della seduta il commissario, dopo avere masticato caramelle per tutta la serata, con molta cortesia istituzionale, in venti parole ha concluso che avrebbe tenuto conto di quanto emerso dal dibattito (sic!) e che, dopo avere esaminato con calma e ponderatezza le carte, avrebbe prodotto una deliberazione.
Tutto qua? Tutto qua




Non c’è pace e serenità nella politica a Santa Flavia
: a pensarci bene non c’è mai stata nel passato recente, da quando è stato eletto sindaco Antonio Napoli, ma neanche nel passato remoto, anche perché a nostra memoria nelle vicende politiche della cittadina flavese lo scontro tra i partiti, che talvolta trascendeva in scontri personali, è sempre stato particolarmente aspro.

In questi giorni si scrive un’altra pagina dei contrasti tra maggioranza e opposizione e interni alla stessa maggioranza che di fatto ormai paralizzano l’attività amministrativa a Santa Flavia, al punto da far temere per inadempienza lo scioglimento del consiglio comunale.
La mancata approvazione, ad oggi, del bilancio di previsione 2009, potrebbe essere la motivazione per spingere l’Assessorato alle autonomie a dare corso allo scioglimento del consiglio: e c’è chi mormora che qualcuno lavori da tempo per arrivare a questo risultato.
L’ultimo tornata di scontri , vede una lettera di dimissioni da consigliere comunale del dottore Salvatore Sanfilippo, che fa parte della maggioranza che sostiene Napoli, di cui è tra l’altro cugino.

Nella lettera si rileva che lo scrivente “è arrivato alla determinazione di rassegnare le dimissioni dalla carica, dopo avere constatato e preso atto che non era più conciliabile il mandato ricevuto dai cittadini con il modo di amministrare di questa giunta e del suo vertice”
E, continua Sanfilippo, “il ruolo di consigliere si è rivelato solo una passiva partecipazione alle sedute consiliari e ai lavori delle commissioni, dove il ruolo politico si è ridotto alla mera alzata di mano”

Segue una curiosa e paradossale considerazione del consigliere dimissionario, e cioè che-aggiunge Sanfilippo- “pensavo di poter dare un contributo, partecipando alle riunioni collegiali informali, dove si prendono le decisioni che contano e che Giunta, Consiglio e Sindaco sono chiamato a tradurre in atti decisori e gli uffici in atti di gestione”.

In poche parole: le decisione vere si prendono fuori dagli organi preposti, ma il consigliere dimissionario non condanna tale prassi scorretta e anomala, ma si duole di non essere stato chiamato a dare un contributo, perché “il sindaco decide da solo, ( o chissà con il consiglio di "pochi intimi”escludendo regolarmente i suoi consiglieri di maggioranza, specie quando, per garantirsi la tranquillità politica, apre ( porte e portoni) ai consiglieri di minoranza.”

Per concludere che “stante l’arroganza del sindaco, la sola strada che resta, sono le mie dimissioni”.

Il giorno successivo alle dimissioni di Salvatore Sanfilippo, seguono immediatamente a ruota quelle dell’ architetto Ignazio Sanfilippo, assessore ai Lavori Pubblici, “riferimento” del consigliere dimissionario.

A complicare le cose, c’è il fatto che Santa Flavia rimane il comune a più alto rischio di scioglimento, perché non è stato , e siamo quasi a novembre, ancora approvato il bilancio di previsione del 2009.

Ed è su questo argomento che c’è l’ultima novità proprio di ieri, e cioè una lettera del sindaco Antonio Napoli, datata 27 Ottobre, che sollecita appunto il consiglio ad approvare sollecitamente lo strumento finanziario.

Nella sua lettera il sindaco sottolinea che “tale increscioso ritardo sta nei fatti penalizzando l’intera collettività, che attende l’erogazione di importanti servizi e, poco interessata, alle beghe politiche che a volte stanno dietro a tali ritardi.”
Ed è per questo che Napoli sollecita “ a velocizzare i tempi di approvazione dello strumento contabile di cui in oggetto, … indipendentemente dalla appartenenza politica o di schieramento.”

Chiede altresì il sindaco ai consiglieri cui la lettera è stata inviata “ di rinunciare al termine massimo che il regolamento assegna per l’analisi della bozza di bilancio per far sì che si possa fissare una seduta del Consiglio entro i prossimi dieci giorni”.

Peccato, fanno però osservare gli esponenti dell’opposizione, che il sindaco si scordi di dire che i revisori hanno rilevato che il documento finanziario di bilancio previsionale che pure ha avuto il benestare dell’Ufficio finanziario comunale e della giunta, non rispetti quanto previsto dalla legge in tema di patto di stabilità.

Come dire, concludono, che è un bilancio mancante di uno dei parametri decisivi per potere essere esaminato e approvato.

Per giovedì 5 novembre è stato convocato il consiglio comunale per la surroga del consigliere dimissionario a cui subentrerà Antonella Imboccari, eletta nella lista del sindaco Napoli “Patto per lo sviluppo” vicina all’U.D.C. on. Antonello Antinoro e che verosimilmente si schiererà con il sindaco in carica.
L’opposizione promette battaglia. Il documento di bilancio , però, malgrado siamo quasi a fine anno non è all’ordine del giorno.

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