Chi vincerà le elezioni

Chi vincerà le elezioni

Politica
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Non abbiamo nessuna intenzione di rubare il mestiere ai maghi: vogliamo solo mettere assieme impressioni, valutazioni, giudizi, anche indiscrezioni per cercare di capire chi sarà il Presidente della Provincia Regionale di Palermo, il risultato che potranno conseguire le varie liste, e chi saranno i cinque consiglieri provinciali che eleggerà il collegio di Bagheria Belmonte la sera del 16 giugno.


Il tutto visto, lo ricordiamo, da un osservatorio come Bagheria, importante sì nell’economia del collegio, però sempre parziale.
La prima previsione questa sì facile, è quella relativa a chi sarà il nuovo presidente della Provincia Regionale di Palermo: tutte le previsioni danno vincente e con larghissimo margine, Giovanni Avanti, dell’U.D.C. candidato unico del centrodestra.
Franco Piro, si è prestato a fare da agnello sacrificale, nella speranza che più in là qualcuno si ricordi che lui si è immolato per la causa.

Per quanto riguarda i partiti, il risultato risentirà inevitabilmente di un vento politico che soffia buono per la destra: i primi provvedimenti del Governo Berlusconi, la difficoltà della Partito Democratico a ricomporre le idee e a capire quale ruolo potrà e dovrà giocare, lo sfarinamento della sinistra radicale, faranno sì che avverrà un ulteriore consolidamento del risultato del voto politico e regionale del 18 Aprile.
La distribuzione dei seggi, per il particolare meccanismo di attribuzione dei consiglieri vigente alla Provincia , potrebbe rivelarsi un terno al lotto.

Per farla breve: su base provinciale ai vari partiti vengono attribuiti in maniera proporzionale ai voti, il numero di consiglieri loro spettante; però i consiglieri vengono conteggiati ai vari partiti a partire dal collegio con la popolazione più bassa, ed in questa graduatoria Bagheria è il sesto collegio.
Per fare un esempio, nel nostro collegio il quinto consigliere potrebbe andare a Italia dei Valori, anche se quest’ultima, nel nostro collegio dovesse prendere meno voti dell’MPA, o addirittura ad Alleanza Azzurra o ad una formazione minore.

Si può comunque ragionevolmente ritenere, che due consiglieri andranno a PdL, uno ciascuno a UDC e PD, che in questo collegio hanno sempre avuto una rappresentanza, ed un quinto che”balla” tra MPA, IDV, e Alleanza Azzurra.
Il PdL avrà una maggioranza schiacciante, a Bagheria andrà oltre il 40%, anche perché ha fatto una scelta di attacco, mettendo in campo una cinquina fortissima, in cui tutti possono diventare consiglieri provinciali: di fatto solo due di loro andranno a Palazzo Comitini.

Chi saranno?

Stando ai “boatos” da “stratonello”, un nome su tutti: Ginotta (a destra). Se tutti quelli con cui si è alleato dovessero portargli il loro “pacchetto”di voti, sarà largamente il primo, coronando un sogno, che l’ultima volta non si realizzò per un pugno di voti.
Ginotta ha in più il rapporto, con uno degli uomini forti e più influenti del PdL in Sicilia, ora anche presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio. Anche questo peserà.


Vincenzo Lo Meo (a sinistra), è un combattente che non si arrende tanto facilmente, ha lavorato tanto e bene alla Provincia, è forte a Bagheria, ma occorrerà vedere cosa succederà nei comuni del collegio.


Tommaso Gargano (a destra) ha alle spalle, organizzazione, mezzi, ed ha con lui a Bagheria pezzi importanti di quella che fu Alleanza Nazionale: anche lui viene dato come papabile.

L’incognita è Franco Mineo (a sinistra): candidato all’ultimo minuto per le fortissime pressioni di Stefania Craxi, sottosegretario agli Esteri, può contare sull’entusiasmo della corrente che ha fatto eleggere all’Assemblea Regionale Siciliana, un nome che sino a ieri era un illustre sconosciuto, Giovanni Greco. Meno forte a Bagheria di altri candidati, dalla sua parte gioca una presenza più diffusa nei comuni del collegio.
E poi c’è una grande voglia nella corrente di mettere un’altra bandierina a Palazzo Comitini: è quello che si dice l’outsider.
Licciardi, consigliere uscente, eletto nel 2003 per A.N., rischia di fare stavolta il vaso di coccio tra i vasi di ferro, ma neanche lui è l’ultimo arrivato: sarà una bella gara.

Andiamo all’U.D.C.
Ha fatto una scelta di lista, che si può definire “difensiva” o “ conservativa”: l’interesse convergente dell’uscente D’Aì e del rampante Di Salvo (a sinistra), di non avere terzi incomodi, alla fine ha partorito una lista di soli 4 candidati, non proprio irresistibile, che potrebbe anche perdere qualcosa rispetto alle regionali.
Però il consigliere dovrebbe uscirci: noi crediamo che stavolta il buon D’Aì non riuscirà nell’impresa del 2003, e non diciamo questo per campanilismo strapaesano.
La candidatura di Di Salvo, al di là forse delle volontà, ha consentito di mettere d’accordo tutti, e di aprire scenari nuovi: intanto se verrà eletto si libererà una casella importante nell’organigramma del potere locale: quella di presidente del consiglio comunale, oltre al fatto che si scorrerà la graduatoria degli eletti U.D.C.

Inoltre la ormai più che probabile alleanza in Comune con il Partito Democratico consentirà all’U.D.C. di partecipare, ad una trattativa in cui ci saranno in ballo assessori e quant’altro: l’elezione di Di Salvo potrebbe essere anche per l’U.D.C., l’occasione di riprendere in mano il pallino della politica locale con una presenza a Palazzo Comitini e, dopo gli insuccessi dei candidati a sindaco targati Forza Italia, potrebbero cominciare a pensare fra tre anni ad una loro candidatura alla massima carica cittadina considerata anche la crisi di popolarità di cui soffre Biagio Sciortino.
E’ un voto importantissimo quello del 15 giugno per l’UD.C. locale, ed è per questo che il partito è unito e impegnato al massimo, con qualche piccola e inevitabile falla.

Movimento per l’Autonomia è dato in crescita per motivi più che ovvi: ora che Lombardo è presidente della Regione, inevitabilmente tenderà ad ampliare la rete della sua influenza nella Sicilia occidentale e in particolare nella Provincia di Palermo, e sta trovando nuovi alleati.
Avrà una affermazione, a nostro avviso, più significativa che alle regionale, e non è escluso che Michele Balistreri (a sinistra), che in questi anni ha tessuto una tela intelligente, non possa essere premiato.


Sappiamo troppo poco sugli altri candidati per poterci comunque sbilanciare.
Il Partito Democratico: spiace dirlo, perché alla fine ha messo in campo, una delle candidature più belle e innovative cui si potesse pensare, e non ce ne vogliano amici e compagni, ma Tornatore (a destra) non potrà fare i miracoli; la nostra previsione è di un arretramento, forse anche vistoso, rispetto alle regionali.
Se scatterà il seggio, favorito secondo noi, è l’uscente Tubiolo, che può contare su settori importanti del P.D. anche a Bagheria.

Italia dei valori, si affida allo stellone: in sede di attribuzione dei seggi, la pallina della roulette potrebbe fermarsi sulla loro casella. Amato, Aiello, D’amico o altri? Ci vorrebbe la sfera di cristallo.
Stesso discorso vale per Alleanza Azzurra Sicilia, una lista dove hanno trovato ospitalità candidati che altri partiti non hanno voluto o potuto candidare.
In particolare ci riferiamo a Giuseppe Bocchiaro e Annibale Alpi.
Potrebbero essere loro a estrarre l’asso dal mazzo.

Uniti per la Sicilia e Rifondazione, che sostengono Piro, e La Destra che sostiene Avanti,con liste rimediate all’ultimo minuto, sono presenze di testimonianza, che peseranno poco politicamente ed elettoralmente.
La sera del 16 giugno vi diremo tutto.

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