I contrattisti fanno causa al Comune: un abuso secondo la Corte europea il precariato senza limiti

I contrattisti fanno causa al Comune: un abuso secondo la Corte europea il precariato senza limiti

Politica
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Firmate le prime 22 procure per l’affidamento del ricorso, da parte dei precari del comune di Bagheria, contro “l’abuso” di contratti a tempo determinato della Giunta comunale. L’obiettivo è quello di revocare la delibera con cui si prorogava, sino alla fine dell’anno, il contratto di lavoro dei precari.

Tra i tanti protagonisti di questa storia c’è anche Giuseppe Cirano, 43 anni e precario da 18, con una moglie disoccupata e due figli. E’ entrato al Comune nel 1996 come Lsu, occupandosi in qualità di geometra del settore Protezione civile e toponomastica. Nel 2004 firma un contratto quinquennale di diritto privato e diventa vigile urbano. Ad oggi gli restano da pagare le rate di un mutuo di 15 anni. Ma con il suo tipo di contratto a fare da garante c’è il padre anziano.

Lo scorso 30 novembre 32 “dipendenti” dell’Amministrazione bagherese hanno occupato l’aula consiliare del municipio di via Consolare. “Non ci accontenteremo della solita proroga”, questo il loro slogan. Dopo essersi riuniti, i lavoratori si sono incontrati in uno studio legale. Entro dieci giorni verrà depositato il ricorso al Tribunale del lavoro di Termini Imerese.

I lavoratori del comune di Bagheria, appresa la notizia della sentenza emessa dalla Terza Sezione della Corte di Giustizia Europea che dà forza alla direttiva n. 1999/70 dell’Unione Europea, si sono attivati per la creazione del blog-portale (www.cercasiprecario.it), una tra le azioni inserite nell’operazione “Cercasi precario” che, a differenza delle realtà sindacali, è totalmente gratuita e senza vincoli.

La normativa comunitaria disincentiva (nel caso di contratti stipulati per colmare posti vacanti o disponibili, o ancora per supplenze apparentemente temporanee ma che reiterate negli anni dimostrano che le esigenze siano stabili e non provvisorie), l’abuso di contratti a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni, per un periodo superiore ai 36 mesi. Superata quella soglia si creano i presupposti, per i lavoratori, per vantare il diritto ad un contratto a tempo indeterminato.

“Nel corso di questi anni, in Sicilia, enti locali, aziende sanitarie e ospedaliere, enti pararegionali e la stessa Regione siciliana hanno coperto tutti i posti liberi, vacanti e disponibili, ricorrendo a personale non di ruolo: noi, i precari”. Questa una delle accuse lanciata dai precari dell’amministrazione attraverso il blog creato, in prima battuta, per distribuire materiale informativo, permettere di scaricare la modulistica per il ricorso e raccogliere le esperienze dei tanti precari dell’isola.

L’episodio dell’amministrazione di Bagheria è solo il primo di una lunga serie. I due obiettivi sono: a) promuovere una procedura di infrazione davanti alla Commissione Europea, segnalando l’abuso della dell’utilizzazione al di fuori di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e la violazione della direttiva n. 1999/70, che da tale violazione scaturisce; b) agire davanti al Giudice del lavoro, affinchè questi interroghi la Corte di Giustizia Europea sulla incompatibilità con l’Ordinamento comunitario delle leggi che ci condannano al precariato a vita.

“I nostri legali – scrivono sul blog, dopo la sentenza della Corte Europea – hanno messo a disposizione in modo gratuito un atto di diffida e messa in mora per coloro i quali vogliano diffidare le amministrazioni di appartenenza. Allo scadere del termine di 30 giorni, concesso alle amministrazioni per la conversione del contratto di lavoro seguirà l’azione legale, davanti al Giudice del Lavoro, per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato. Coloro i quali sottoscriveranno gratuitamente la diffida saranno contattati dallo direttamente dallo studio per essere informati sull’azione legale e sulle modalità di partecipazione."

Per informazioni sull’azione legale è possibile telefonare al numero 091.7794561 o inviando una email acercasiprecario@gmail.com.

Abbaimo ricevuto stamane due precisazioni che ci spiegano che nell'articolo da noi tratto dal sito on line cercasiprecario.it, già pubblicato da altri siti, quali siciliainformazioni.it e blogsicilia.it, sono contenute delle imprecisioni.

In particolare questa è la precisazione inviataci da Gabriele La Piana:

Gentlissimi, in merito all'articolo da Voi tratto da cercasiprecario, tengo a precisare che contiene una serie di inesattezze ed alcune piuttosto gravi. Li abbiamo invitati a correggere l'articolo in quanto le inesattezze contenute potrebbero dare luogo a gravi fraintendimenti. L'articolo tra l'altro in toto riportato da www.bagherianews.com creerà il caos che si sta per scatenare nostro malgrado. Intanto è da precisare che non è nostro obiettivo la revoca della delibera di proroga che con enorme fatica siamo riusciti ad ottenere per mantenere lo status e non perdere la continuità nel rapporto con l'Ente.

Semmai il nostro intento è quello di non legare e far dipendere il nostro futuro dalle proroghe. Non addebitiamo al riguardo particolari responsabilità a questa Amministrazione ma a un sistema che ha creato tutto questo negli anni. 
Il nostro obiettivo - dipendente a tempo indeterminato - si può ottenere con un intervento normativo nazionale e/o regionale che ponga fine al precariato o altrimenti ricorrendo al giudice del lavoro come stiamo cercando di fare.. Nessuno, tengo a ribadire, richiederà revoca di delibere perchè questo significherebbe per noi restare a casa. Spero provvederete alla rettifica perchè in caso contrario questo potrebbe creare equivoci con l'Ente - Comune di Bagheria presso il quale prestiamo servizio. Altra inesattezza è la sede del Comune che è Corso Umberto I. Sperando che gli autori correggano così come richiesto ed al più presto, nell'invitarvi a seguire l'evolversi della vicenda che potrebbe così come rappresentata essere oggetto di gravissimi equivoci anche con l'Amministrazione, porgo cordiali saluti.

Gabriele La Piana

Pubblichiamo volentieri la precisazione fermo restando che non abbiamo alcuna responsabilità per le imprecisioni riportate nell'articolo. redazione bnews

 

Firmate le prime 22 procure per l’affidamento del ricorso, da parte dei precari del comune di Bagheria, contro “l’abuso” di contratti a tempo determinato della Giunta comunale. L’obiettivo è quello di revocare la delibera con cui si prorogava, sino alla fine dell’anno, il contratto di lavoro dei precari.

Tra i tanti protagonisti di questa storia c’è anche Giuseppe Cirano, 43 anni e precario da 18, con una moglie disoccupata e due figli. E’ entrato al Comune nel 1996 come Lsu, occupandosi in qualità di geometra del settore Protezione civile e toponomastica. Nel 2004 firma un contratto quinquennale di diritto privato e diventa vigile urbano. Ad oggi gli restano da pagare le rate di un mutuo di 15 anni. Ma con il suo tipo di contratto a fare da garante c’è il padre anziano.

Lo scorso 30 novembre 32 “dipendenti” dell’Amministrazione bagherese hanno occupato l’aula consiliare del municipio di via Consolare. “Non ci accontenteremo della solita proroga”, questo il loro slogan. Dopo essersi riuniti, i lavoratori si sono incontrati in uno studio legale. Entro dieci giorni verrà depositato il ricorso al Tribunale del lavoro di Termini Imerese.

I lavoratori del comune di Bagheria, appresa la notizia della sentenza emessa dalla Terza Sezione della Corte di Giustizia Europea che dà forza alla direttiva n. 1999/70 dell’Unione Europea, si sono attivati per la creazione del blog-portale (www.cercasiprecario.it), una tra le azioni inserite nell’operazione “Cercasi precario” che, a differenza delle realtà sindacali, è totalmente gratuita e senza vincoli.

La normativa comunitaria disincentiva (nel caso di contratti stipulati per colmare posti vacanti o disponibili, o ancora per supplenze apparentemente temporanee ma che reiterate negli anni dimostrano che le esigenze siano stabili e non provvisorie), l’abuso di contratti a tempo determinato nelle pubbliche amministrazioni, per un periodo superiore ai 36 mesi. Superata quella soglia si creano i presupposti, per i lavoratori, per vantare il diritto ad un contratto a tempo indeterminato.

“Nel corso di questi anni, in Sicilia, enti locali, aziende sanitarie e ospedaliere, enti pararegionali e la stessa Regione siciliana hanno coperto tutti i posti liberi, vacanti e disponibili, ricorrendo a personale non di ruolo: noi, i precari”. Questa una delle accuse lanciata dai precari dell’amministrazione attraverso il blog creato, in prima battuta, per distribuire materiale informativo, permettere di scaricare la modulistica per il ricorso e raccogliere le esperienze dei tanti precari dell’isola.

L’episodio dell’amministrazione di Bagheria è solo il primo di una lunga serie. I due obiettivi sono: a) promuovere una procedura di infrazione davanti alla Commissione Europea, segnalando l’abuso della dell’utilizzazione al di fuori di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e la violazione della direttiva n. 1999/70, che da tale violazione scaturisce; b) agire davanti al Giudice del lavoro, affinchè questi interroghi la Corte di Giustizia Europea sulla incompatibilità con l’Ordinamento comunitario delle leggi che ci condannano al precariato a vita.

“I nostri legali – scrivono sul blog, dopo la sentenza della Corte Europea – hanno messo a disposizione in modo gratuito un atto di diffida e messa in mora per coloro i quali vogliano diffidare le amministrazioni di appartenenza. Allo scadere del termine di 30 giorni, concesso alle amministrazioni per la conversione del contratto di lavoro seguirà l’azione legale, davanti al Giudice del Lavoro, per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato. Coloro i quali sottoscriveranno gratuitamente la diffida saranno contattati dallo direttamente dallo studio per essere informati sull’azione legale e sulle modalità di partecipazione."

Per informazioni sull’azione legale è possibile telefonare al numero 091.7794561 o inviando una email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Abbaimo ricevuto stamane due precisazioni che ci spiegano che nell'articolo da noi tratto dal sito on line cercasiprecario.it, già pubblicato da altri siti, quali siciliainformazioni.it e blogsicilia.it, sono contenute delle imprecisioni.

In particolare questa è la precisazione inviataci da Gabriele La Piana:

Gentlissimi, in merito all'articolo da Voi tratto da cercasiprecario, tengo a precisare che contiene una serie di inesattezze ed alcune piuttosto gravi. Li abbiamo invitati a correggere l'articolo in quanto le inesattezze contenute potrebbero dare luogo a gravi fraintendimenti. L'articolo tra l'altro in toto riportato da www.bagherianews.com creerà il caos che si sta per scatenare nostro malgrado. Intanto è da precisare che non è nostro obiettivo la revoca della delibera di proroga che con enorme fatica siamo riusciti ad ottenere per mantenere lo status e non perdere la continuità nel rapporto con l'Ente.

Semmai il nostro intento è quello di non legare e far dipendere il nostro futuro dalle proroghe. Non addebitiamo al riguardo particolari responsabilità a questa Amministrazione ma a un sistema che ha creato tutto questo negli anni. 
Il nostro obiettivo - dipendente a tempo indeterminato - si può ottenere con un intervento normativo nazionale e/o regionale che ponga fine al precariato o altrimenti ricorrendo al giudice del lavoro come stiamo cercando di fare.. Nessuno, tengo a ribadire, richiederà revoca di delibere perchè questo significherebbe per noi restare a casa. Spero provvederete alla rettifica perchè in caso contrario questo potrebbe creare equivoci con l'Ente - Comune di Bagheria presso il quale prestiamo servizio. Altra inesattezza è la sede del Comune che è Corso Umberto I. Sperando che gli autori correggano così come richiesto ed al più presto, nell'invitarvi a seguire l'evolversi della vicenda che potrebbe così come rappresentata essere oggetto di gravissimi equivoci anche con l'Amministrazione, porgo cordiali saluti.

Gabriele La Piana

Pubblichiamo volentieri la precisazione fermo restando che non abbiamo alcuna responsabilità per le imprecisioni riportate nell'articolo. redazione bnews

 

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