In consiglio comunale il monolitismo del MoV 5 stelle mostra le prime crepe - di A.Gargano

In consiglio comunale il monolitismo del MoV 5 stelle mostra le prime crepe - di A.Gargano

Politica
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Sembrava un consiglio comunale come tutti gli altri; soliti interminabili e spigolosi preliminari, con la presidente sempre là a vigilare per impedire che i consiglieri dell'opposizione possano manifestare anche un solo pensiero compiuto di critica all'amministrazione, soliti richiami ai tempi e al regolamento, (che come è noto per gli avversari si applica ma per gli amici si interpreta), solite premesse dei consiglieri al microfono che anzichè andare subito al cuore delle questioni i tre minuti a loro disposizione  li consumano già nei convenevoli e nei preamboli.

Insomma solito parlare di nulla. 

Poi qualcosa è accaduto: ed è accaduto che le emozioni dei singoli, la politica vissuta come passione e partecipazione, e non solo come disciplina e obbedienza, comincino a farsi strada, ed il consiglio si trasforma in certi istanti, negli interventi in particolare dei consiglieri Cirano e Vella, in una sorta di seduta di autocoscienza.

E si vede dal linguaggio, anche dal periodare incerto, dalle espressioni ripetute, dalle emozioni che trasmettono che non si tratta di vecchi volponi della politica, ma di giovani, forse anche inesperti, ma che vogliono continuare a poter credere  in un progetto politico di cambiamento.

Entrambi, Massimo Cirano e Maddalena Vella, hanno ripetuto che credono nel progetto politico del Movimento 5 stelle, ma mentre Cirano questa assenza di democrazia interna, questi individualismi (o comunque mancate condivisioni) nelle scelte e nelle decisioni importanti, li risolve tagliando i legami con il Movimento di Bagheria, Vella vuole risolvere dall'interno queste contraddizioni, perchè è convinta che portando dentro il dibattito del Movimento i problemi veri, anche nel confronto sereno con gli altri, si possano ritrovare le stesse ragion d'essere del Movimento e le soluzioni alle questioni aperte.

Però occorre discutere, ed entrambi gli interventi vanno al vero cuore del problema, che ha riguardato la vita interna del MoV 5 stelle e non solo a Bagheria: basta con le decisioni calate dall'alto e prese senza un dibattito e un confronto, e a mò di esempio viene citata la GE.CO. la società pubblica per i rifuti; un capovolgimento di posizione rispetto a quanto affermato in campagna elettorale che nessuno però avrebbe mai sottoposto al voto nè dei consiglieri nè degli attivisti.

Ma pensiamo che siano decine le questioni sulle quali il gruppo dei 18 consiglieri,  è andato avanti credendo per fede piuttosto che per reale convinzione, ed esempi se ne potrebbero fare a bizzeffe, e sono poi quegli svarioni e quelle discutibili scelte, che hanno fatto perdere nel paese credibilità e autorevolezza al MoVimento 5 stelle.

Anche perchè il paese è in condizioni disastrose e chi ha comandato deve rassegnarsi a prenderne atto ed a cominciare a discutere, a decidere e magari a sbagliare assieme agli altri.

In realtà i prodromi di quanto accaduto oggi si erano già avvertiti negli ultimi due consigli comunali, perchè da sponde opposte si levavano appelli alla riflessione, al confronto civile sui problemi, a liberarsi dai pregiudizi; e c'era stata, e qualcuno oggi lo ricordava, anche una riunione di capigruppo in cui i consiglieri si erano guardati negli occhi e si erano ripromessi di superare le reciproche diffidenze mettendo da parte rancorosità e polemiche.

Erano dei semi, che sembravano essere caduti nel vuoto, stando agli esordi del consiglio di oggi, ma che invece si è visto poi essere stati fruttuosi.

La visione politica dell'uomo solo al comando (o del suo cerchio magico) e dello squadrone che 'tremare il modo fa', (quello della 'maggioranza bulgara' per capirci) e che da solo va avanti e risolve i problemi, di fronte alle condizioni che vive Bagheria dopo nove mesi di amministrazione di Movimento 5 stelle, si è dissolta come neve al sole.

Tutti credo, a partire da Patrizio Cinque, che si dava all'inizio di sindacatura sette-otto mesi per cominciare a marcare la differenza con il passato, si sono dovuti arrendere all'evidenza. In un paese in dissesto finanziario, con problemi grandi quanto una montagna, ed è superfluo enumerarli tutti, sarebbe follia pensare di potercela fare da soli.

Occorre, lo abbiamo sempre sostenuto, uno sforzo solidale e unanime, in cui tutti, maggioranza e opposizione, si prendano le loro relative responsabilità; e questo perchè le strade colme di rifiuti  e colabrodo, il caos del traffico, le scuole che crollano, l'assistenza negata ai disabili, non possono essere i problemi solo di chi governa e diventare facile strumento per l'opposizione per attaccare la maggioranza. No e poi no!

E tanti in assoluta buona fede lo hanno detto e ripetuto: i rifiuti che si accumulano, per citare sola una delle emergenze, non possono essere considerati solo problema  del sindaco e della maggioranza; sono anche un problema per l'opposizione, per chiunque rappresenti la nostra comunità.

Lo dicemmo e lo ripetiamo: decisioni prese sull'onda di un successo personale travolgente del sindaco Patrizio Cinque fecero pensare a qualcuno ad una sorta di presa del Palazzo d'inverno, e quel qualcuno si è illuso che doveva andare a comandare e non a governare una realtà difficile e agonizzante.

E tante tracce di quanto diciamo sono riscontrabili nella politica della maggioranza di questi mesi a partire dall'elezione alla presidenza del consiglio di una figura che non è garante dei trenta consiglieri, ma strenuo difensore della causa del Movimento 5 stelle.

Claudia Clemente avrebbe potuto essere un'eccellente capogruppo o assessore, per la grinta e l'attaccamento alla bandiera che dimostra, ma oggi è tutto tranne che una figura che deve esercitare un ruolo di garanzia dell'istituzione, cioè di tutti e 30 i consiglieri,  insomma super partes; nella realtà è un arbitro che gioca la partita a favore di uno dei contendenti, e questo equivoco è a nostro avviso una delle cause del clima di scontro e di intolleranza che si è creato all'interno del consiglio comunale.

Oggi in consiglio dopo le solite due-tre ore perse si è cominciato a parlare di problemi reali, una nuova sede per il corpo della Polizia municipale, una nuova sede per l'Agenzia delle Entrate che dal 1° giugno ha disdetto il contratto dei locali che attualmente occupa e che pretende, per restare a Bagheria, dei locali comunali.

Rischia di ripetersi il film già visto con il Tribunale, la Serit, il Giudice di pace, ecc...e che rischiamo di vedere tra qualche mese con l'INPS; alla fine si decide di valutare le soluzioni più idoneee all'interno delle disponibilità rappresentate dai beni confiscati. Poi in serata arriva la notizia che sulla GE.CO c'è il contrordine: 'Indietro tutta'.

Noi che abbiamo l'inclinazione a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, se fossimo l'opposizione, piuttosto che recriminare e rigirare il coltello nella piaga e ripetere 'noi ve l'avevamo detto' ci concentreremmo per dare un contributo concreto di idee, di rapporti politici, di assunzione di responsabilità, di concretezza, per contribuire a dare a Bagheria il volto che merita.

Angelo Gargano

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