Altavilla Milicia: Nino Parisi torna sindaco, il Tar del Lazio annulla lo scioglimento per mafia.

Altavilla Milicia: Nino Parisi torna sindaco, il Tar del Lazio annulla lo scioglimento per mafia.

Politica
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Stasera abbiamo ricevuto una telefonata: dall'altro capo del filo, come si diceva un tempo, con il tono di voce teso ed emozionato il sindaco di Altavilla Milicia Nino Parisi, che, con molta semplicità ci ha detto di voler condividere con noi la gioia per una sentenza che lo reintegra pienamente oltre che nella sua dignità di uomo e cittadino anche nel suo ruolo di politico.

Il sindaco e il Consiglio comunale di Altavilla Milicia tornano in carica. Il Tribunale amministrativo del Lazio - ci ha detto Nino Parisi - ha accolto il mio ricorso ed annullato gli atti di scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni e condizionamento mafioso. Da domani sindaco e consiglio comunale potranno essere reintegrati nelle loro funzioni.

Abbiamo vissuto circa un anno e mezzo fa attraverso gli sfoghi di Nino Parisi, sindaco deposto, i momenti drammatici che seguirono l'inopinato sciogimento del consiglio comunale di Altavilla Milicia, e ancor di più quando vennero prodotte le prove del presunto inquinamento mafioso.

Elementi pretestuosi e risibili: l'acquisto per un centinaio di euro e di seconda mano di uno strumento a tecnica manuale per 'battere' il bitume fresco, un affidamento diretto di 250 euro  ad una ditta che aveva sistemato in un solo giorno di lavoro con un ponteggio di tubi un soffitto della sede comunale, un elettore tra i tanti che perora una sua legittima causa presso il sindaco, un incarico mai dato (anche perchè il sindaco non era abilitato a conferirlo) ma che sarebbe stato promesso al pentito di mafia Vincenzo Gennaro, e con lo stesso pentito che dichiara che dubitava fortemente che Nino Parisi fosse consapevole del suo ruolo mafioso.

Per questi motivi il consiglio fu sciolto: si parlò anche di cottimi fiduciari, però guarda caso Parisi non aveva bandito un solo cottimo fiduciario anzi aveva bandito gare aperte provocado le rimostranze dei mafiosi, come risulta dalle intercettazioni;  ma i cottimi appartenevano tutti alla precedenti gestioni amministrative, allorchè assessore autorevole era stato anche il figlio di un magistrato, poi competitore di Parisi nell'elezione a sindaco. 

Ma questo non contava: le vestali dell'antimafia vedevano come il fumo negli occhi questo sindaco amato dalla sua gente, che non si schierava però alla corte dei potenti di turno (mentre altri sindaci del territorio con reiterati esposti-denuncia sul groppone presentati in Procura per scelte amministrative discutibili, all'ombra di Crocetta e del Megafono facevano carriere folgoranti) e che in poco più di un anno e mezzo riuscì a fare più delle amministrazioni precedenti.

Ed era partita la campagna denigratoria da parte di qualche pontefice massimo dell'antimafia, che alla luce dei fatti che stanno accadendo in queste ore si può considerare il vero responsabile del disastro della Sicilia.

La solidarietà avuta dal sindaco da parte di centinaia e centinaia di cittadini, fu la prova più evidente che lo scioglimento di Altavilla Milicia del 2014 e quello realizzato di Bagheria, sindaco Valentino, del 1999, e quello tentato nel 2006, sindaco Fricano, portavano sempre alla stessa matrice, al nume ufficiale che rilascia(va) i timbri e le patenti di mafioso e antimafioso.

 Il Comune di Altavilla dopo lo scioglimento era stato affidato alla gestione di una commissione straordinaria per la durata di diciotto mesi.

Parisi è stato difeso dagli avvocati Gaetano Armao e Giuseppe Fragapani. In particolare erano stati impugnati con il ricorso del 2014: il decreto del Presidente della Repubblica dell’11 febbraio 2014, la delibera del 6 febbraio 2014 del Consiglio dei Ministri, la relazione del Ministero dell’Interno del 30 gennaio 2014, la relazione del Prefetto di Palermo del 22 novembre 2013 Prot. n. 2386/R/OES che avevano ritenuto sussistenti i presupposti per lo scioglimento.

Per Armao “è stata censurata l’illegittima e pervicace iniziativa che ha condotto allo scioglimento degli organi comunali e riconosciuto il diritto alla buona amministrazione stabilito dalla carta fondamentale dei diritti dell’Unione europea. Lunedì notificheremo la sentenza ed il Sindaco Parisi potrà ritornare ad amministrare Altavilla Milicia”.

Il Tar Lazio ha condiviso le tesi difensive che si incentravano sulla sostanziale inattendibilità delle conclusioni raggiunte, basate su circostanze su una rappresentazione parziale dei fatti e su un procedimento deduttivo fondato su asserzioni e assiomi anziché sulla dimostrata esistenza di elementi chiari di prova dell’esistenza di collegamento e di condizionamento mafioso della amministrazione comunale. 

Adesso però Nino Parisi intende riflettere se accettare di essere reintegrato nel suo ruolo di sindaco a due anni dalla scadenza del mandato. Farà le sue valutazioni assieme al consiglio e deciderà. Però è il caso di dire: giustizia è fatta.

Angelo Gargano

 

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