Nasce "Generazione Democratica" a Bagheria

Nasce "Generazione Democratica" a Bagheria

Politica
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Nasce Generazione Democratica a Bagheria. Dopo Termini Imerese, Sciacca e Palermo, apre anche in città l’associazione “giovane” del Partito Democratico. Un movimento spontaneo di giovani siciliani e siciliane che vuole presentare proposte concrete per le giovani generazioni, da inserire a pieno titolo nell’agenda politica del PD siciliano.

“Noi siamo tutto fuorchè un organo di partito, non siamo un circolo, né una giovanile – dice Agostino D’Amato, 22 anni, studente di legge e presidente dell’associazione – Il PD è stato concepito come una rete di esperienze, soggetti, storie, con autonomia federale, poco centralizzato. Noi vogliamo essere uno dei nodi di questa rete, aperto al territorio, rivolto ai giovani. Nasciamo senza padri e padrini, cercheremo sempre di salvaguardare la nostra libertà di pensiero, sfuggendo ai tentativi di cooptazione. Generazione Democratica è un luogo libero dove al primo posto cercheremo di mettere il valore della democrazia intesa come dignità di sè”.


L’Associazione, che già conta oltre cinquanta aderenti, intende sviluppare iniziative culturali, politiche e sociali in ambito locale e regionale, rivolte ai giovani e alla collettività, proponendosi come luogo di incontro e di aggregazione nel nome di interessi culturali, politici e sociali assolvendo alla funzione di maturazione e crescita umana e civile, affermando il ruolo del sapere come chiave per il raggiungimento della libertà e dell’eguaglianza.


“Generazione Democratica nasce per fare cambiare registro alla politica – continua Agostino D’Amato – Vogliamo una sterzata nel rapporto tra le istituzioni e i cittadini. Oggi la politica è onnipotente, governa tutto e tutti nella società. Merito e competenze sono considerati solo degli optional fastidiosi. Tutto è funzione delle appartenenze a questo o di quel politico. Dalle nomine alle assunzioni. Senza santi in paradiso non si va da nessuna parte. C’è un sistema di potere diffuso, favorito e provocato da una economia prevalentemente pubblica, che altro non è che una patologia della politica, che va contestata e azzerata.”

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