Dio ci salvi dal Coinres!

Dio ci salvi dal Coinres!

Politica
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Aumenta in queste ore la preoccupazione e l’allarme per il fatto che l’AMIA non vuole mollare sul pignoramento ottenuto sui conti del COINRES sino alla concorrenza di 7.500.000,
per crediti vantati dall’Azienda Municipalizzata di Palermo per 15.000.000 di Euro dal Consorzio di 22 comuni che ha come capofila Bagheria.

In parole semplici vuol dire che i soldi che entrerebbero nei conti del COINRES, e quindi anche i trasferimenti da parte dei Comuni, verrebbero automaticamente incamerati dall’AMIA, rendendo praticamente impossibile per mesi e mesi al Consorzio il pagamento di stipendi e noli.

Il Consiglio di Amministrazione dell’AMIA (Azienda a sua volta sommersa dai debiti) ha giudicato inadeguato il piano di rientro dal debito presentato dal COINRES.

Il presidente Enzo Galioto ha dichiarato che il piano di rientro va garantito con una “fideiussione” da parte delle banche, e che, in assenza di questo atto, il piano presentato dal Consorzio è scritto sull’acqua. E' deciso pertanto di andare avanti sulla propria strada.

Si susseguono in queste ore incontri e tentativi che vedono la Prefettura, l’Agenzia Regionale Acqua e Rifiuti, Coinres e sindaci dei comuni interessati cercare di scongiurare il peggio.

Tre le ipotesi sulle quali si sta lavorando:

1) Il Coinres , innanzitutto: ha nominato dei commissari che lunedì andranno a bussare alle casse dei 22 comuni associati chiedendo le somme arretrate che gli sono dovute.
2) In secondo luogo, forte del parere del proprio Ufficio Legale, e di pareri di autorevolissimi esperti di diritto amministrativo, il Consorzio tramite il Prefetto rappresenterà al magistrato che ha disposto “l’indisponibilità” dei conti del Coinres, la situazione che si verrebbe a creare, anche perché le somme trasferite dai comuni, e che su quei conti affluiscono, sono per legge “non pignorabili”.
3) I sindaci dei comuni più grossi, con grande cautela, stanno lavorando ad una ipotesi di assoluta emergenza: di fronte ad un Coinres che non facesse fronte agli impegni assunti con il “contratto di servizio”, e di fronte alla spazzatura dilagante nelle strade, chiederebbero direttamente all’AMIA di assumersi l’onere della gestione del servizio, tagliando fuori il Consorzio.
Altrimenti detto, l’Amia rimuoverebbe i rifiuti, e i comuni pagherebbero direttamente l’Azienda di Igiene Ambientale della città.

Allo stato è chiaramente una ipotesi estrema, piena di risvolti e complicazioni legali: ma sarebbe “l’extrema ratio”, in presenza di una emergenza anche sanitaria che si potrebbe determinare di qua a qualche giorno.
Insomma non c’è da stare allegri: certo non fasciamoci la testa prima di essercela rotta. Però prepariamo le bende.
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