A proposito del Referendum Costituzionale - di Manlio Schiavo

A proposito del Referendum Costituzionale - di Manlio Schiavo

Politica
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E’ di questi giorni l’avvio di un lungo percorso che ci porterà ad un appuntamento significativo quale il referendum popolare a cui sarà sottoposto, probabilmente nel mese di Ottobre p.v., il testo del disegno di legge sulla Riforma Costituzionale (revisione della Parte II della Costituzione) approvato definitivamente in data 12 aprile u.s.

In data 24 febbraio 2015 si è costituito, a livello nazionale, il Coordinamento per la democrazia costituzionale, che ha dato vita al  “Comitato per il NO nel Referendum sulle modifiche della Costituzione”, promotore della richiesta di referendum costituzionale ( annunciata sulla Gazz. Uff. n.91 del 19 aprile u.s.) ; e al “Comitato per il SI’ nei due referendum abrogativi relativi alla legge 6 maggio 2015 n.52 (legge elettorale “Italicum”), promotore delle due richieste di referendum (annunciate sulla Gazz. Uff. del 11/12/2015),che mirano 1) ad abolire il voto bloccato ai capilista e e le candidature plurime; 2) ad abolire il premio di maggioranza e il ballottaggio senza soglia.

In data 07 novembre 2015 si è costituito a Bagheria il 'Comitato locale del Coordinamento per la democrazia', avente come referente lo scrivente; Comitato che, come pubblicato, or sono pochi giorni, su questo stesso giornale, ha lanciato, per il pomeriggio del 07 maggio prossimo, un’iniziativa di raccolta firme per i due referendum, a sostegno dei due Comitati succitati.

D’altra parte, ancora attraverso questo giornale, i cittadini bagheresi siamo venuti a conoscenza della presenza di due altri Comitati locali di indirizzo opposto, schierati a sostegno del disegno di legge sulla Riforma Costituzionale , da sottoporre a Referendum. Questo lo “stato dell’arte”.

Senza voler entrare, per il momento, nei dettagli più tecnici delle ragioni del NO, che vorremmo sottoporre, in seguito, all’attenzione dei lettori - ma anche alla loro presenza nell’incontro del prossimo 7 maggio in Corso Umberto- mi sembra opportuno proporre qualche considerazione “in premessa”, proprio perché, come abbiamo già detto, l’appuntamento che ci attende riveste un significato di tutto rispetto e rilievo, che non possiamo e dobbiamo trascurare: noi cittadini saremo chiamati a pronunciarci su una scelta importantissima, che non possiamo eludere o affrontare con leggerezza e superficialità ma alla quale, per dovere etico e civico, non possiamo arrivare impreparati.

Saremo chiamati a pronunciarci su una modifica sostanziale della forma di governo del nostro Paese sia per quanto riguarda la dialettica tra i maggiori Organi Istituzionali (Parlamento e Governo, in primis, ma , in realtà, con incidenza sull’intero assetto istituzionale, vista la nuova configurazione del Senato e in conseguenza del combinato disposto con la nuova legge elettorale); sia per quanto riguarda il rapporto tra lo Stato e le Regioni.

Ecco perché è bene sottolineare, fin da subito, che il referendum non è un “surrogato” delle elezioni politiche e non può essere sottoposto al “gioco” (avviato, purtroppo, dallo stesso Presidente del Consiglio) della personalizzazione sia da parte della maggioranza, sia da parte delle opposizioni.
Il referendum ha per oggetto una riforma costituzionale fondamentale per tutti i cittadini e non può essere ridotto ad una sorta di approvazione o bocciatura di un leader politico e del suo governo, pena un’avvilente “distorsione” o “distrazione” dal suo importantissimo significato politico e civico.

E’ necessario che ogni cittadino, ognuno di noi, si sforzi di sgomberare il campo da ogni interesse o pregiudizio “di parte” e di maturare il proprio giudizio critico da esprimere col suo voto, entrando consapevolmente nel metodo e nel merito dei contenuti, con responsabilità ed in piena autonomia. Solo successivamente ( non prioritariamente! Gentile ministra Boschi - “Renzi ha detto una cosa molto semplice: Se perdiamo, andiamo a casa. E’ un elemento di serietà (sic!)- ” non offenda la sua e la nostra intelligenza!) e su un piano politico, il Governo potrà legittimamente trarre le proprie conclusioni sull’esito del voto.

Allora, proprio in un momento in cui, anche in Italia, si palesa sempre più evidente la crisi della partecipazione democratica, sia a livello di partiti, ridotti sempre più, purtroppo, a comitati elettorali, sia a livello dei singoli cittadini, al punto che la metà (!) circa degli elettori non trova più alcuna attrattiva nemmeno nell’esercizio del diritto di voto, il fatto che si possano aprire- anche attraverso i Comitati - favorevoli o contrari - occasioni di incontro con i concittadini, non può che essere salutato come una più che positiva opportunità di rimettere in circolo idee, valori, di attivare un confronto e una dialettica democratica, si spera di spessore e di qualità, che arricchisca tutti, intanto, sul piano delle corrette informazioni, e dia opportunità a tutti di pervenire in autonomia ad un personale giudizio ragionato e critico, segnando una “crescita comune” sul piano del vivere civile e democratico.

Ecco, a nostro avviso, il senso più “nascosto” ma altrettanto importante del “banchetto” e della raccolta firme, oltre a quello di fornire il proprio punto di vista critico, con il massimo rispetto di quello altrui, su queste riforme. Sulle quali, con la gentile disponibilità di questo giornale, vorremmo ritornare a riflettere.

Manlio Schiavo,
referente Comitato locale di Bagheria
del Coordinamento per la democrazia costituzionale.

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