Daniele Vella: "occorre un profondo rinnovamento della classe politica siciliana"

Daniele Vella: "occorre un profondo rinnovamento della classe politica siciliana"

Politica
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L’estate torrida della politica siciliana volge alla conclusione senza che i dubbi sui futuri candidati di destra e sinistra siano stati pienamente risolti.

Le indicazioni cambiano ormai di settimana in settimana se non addirittura quotidianamente. Il che non fa che rendere giustizia a quanti continuano a tenere le distanze dal mondo politico contemporaneo. Il quadro resta variegato e con esso gli equilibri sottilissimi che fanno il paio con il calcolo al centesimo dei voti che ciascuno dei possibili alleati potrebbe portare in dote a una eventuale coalizione. Quest’ultima, unica possibilità per destra e sinistra per poter competere alle prossime regionali. Da qui il loro interesse, manco fossimo in pieno calciomercato, di accaparrarsi la porzione di elettori di Angelino Alfano, l’uomo per tutte le stagioni e governi, e oggi giorno diventato potenziale ago della bilancia per il voto di novembre. In attesa di capire, però, che cosa deciderà di fare l’attuale ministro degli Esteri, e di conseguenza le due coalizioni di destra e sinistra, l’avvicinarsi delle regionali spinge a tracciare un bilancio dell’ormai terminata legislatura.
Assenteismo, instabilità politica, polemiche e scandali in vari settori, comparsate in tv la domenica, propaganda su trazzere, proclami su stipendi e poltrone, il caso dei disabili, il ritorno delle province. La lista potrebbe proseguire e come si denota, ciò che non va, coinvolge maggioranza e opposizione. Destra, sinistra e M5s. Il quadro d’insieme va preso per intero e, quindi, il giudizio sulla legislatura ricade su tutti i suoi protagonisti. E alla luce di ciò, al di là di ogni parteggiamento, la domanda sorge spontanea: possiamo ritenerci soddisfatti della nostra politica regionale? La risposta non può che essere negativa, senza se e senza ma. Per atteggiamenti, certo, ma soprattutto per quello che più conta, ossia, la capacità dei rappresentanti istituzionali di rappresentare il bene comune dei propri rappresentati. La parola rappresentanza andrebbe ben impressa nella mente di chi intende nell’immediato futuro assumersi la responsabilità di candidarsi per posizioni politiche. Non basta esser arrabbiati, non basta considerarsi politicamente attivi in movimenti o partiti, o essere esponenti di rilievo di parti della società civile. Bisogna piuttosto essere consapevoli a tutto tondo del ruolo che si andrà a ricoprire. A prescindere che ciò venga svolto nei banchi della maggioranza o delle opposizioni. In particolare tra i giovani, su cui si concentrano le speranze di tanti, anche provenienti da altre generazioni, di un cambio di passo e di metodo della politica.
«Sulla legislatura appena trascorsa credo sia giusto sottolineare che nessun deputato di qualsiasi partito o movimento possa tirarsi fuori dalle responsabilità di una assemblea regionale poco operosa», sostiene Daniele Vella, componente della direzione regionale del Partito democratico, ed ex candidato sindaco della città di Bagheria, a cui abbiamo richiesto un parere sull’argomento. «Molti deputati che non perdevano occasione di pronunciare dichiarazioni durissime sulla stampa hanno poi ripiegato comunque per continuare una legislatura che solo a voce volevano interrompere. Questo vale anche per quel Movimento Cinque stelle che doveva rivoluzionare la politica ed invece ha mostrato tutti i suoi evidenti limiti di proposta e di rappresentanza e si è adeguato subito al sistema», continua.
Cosa ci si deve attendere dalla futura legislatura? «La verità è che una reale azione di rappresentanza non si improvvisa, il personale politico regionale e nazionale deve prima formarsi nelle amministrazioni locali, a contatto con i cittadini e le difficoltà del governo dei territori, deve formarsi nelle scuole politiche e nei partiti. Oggi un click su internet, in qualche movimento, può permetterti di essere candidato e poi eletto, ma di certo non ti forma per esercitare bene il tuo ruolo», ribadisce Vella.
L’obiettivo, quindi, resta quello di «rinnovare la nostra classe politica, esaminare bene chi ha lavorato e si è impegnato e sostituire chi invece da troppi anni riscalda solo poltrone. In questi anni passati fuori dalle Istituzioni ho riscoperto il valore dell'impegno politico e sono convinto che il proprio contributo non debba essere per forza dato occupando qualche scranno. Con il voto di novembre abbiamo la possibilità di scegliere una nuova classe politica, fatta di giovani, ma adeguatamente formati e preparati», prosegue.
Ricambio generazionale a tutti i livelli, nei metodi politici in sé e in questo senso anche nel modo di conduzione della campagna elettorale. Un elemento di discontinuità con il passato, mai realmente verificatosi. «I tempi di crisi che viviamo devono farci riflettere su come condurre una campagna elettorale. Non è tempo di sprechi e di sfarzi», spiega l’ex candidato a sindaco della città di Bagheria, «è tempo di sobrietà, impegno e serietà. Non credo che sia ammissibile svolgere campagne elettorali spendendo cifre astronomiche, anche questo i cittadini devono notare».

Mario Montalbano

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