Riflessioni di un anziano non-candidato sulle elezioni a Bagheria (parte III)- di Franco Lo Piparo

Riflessioni di un anziano non-candidato sulle elezioni a Bagheria (parte III)- di Franco Lo Piparo

Politica
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                                                III

                 Un possibile vestito nuovo per Bagheria

Nel precedente articolo ho usato più volte la parola “rammendare”. L’immagine e l’idea del rammendo nascono dalla proposta che Renzo Piano anni fa fece per l’Italia: il tessuto socio-urbanistico dell’Italia è strappato e scucito in varie parti, il prossimo decennio impegniamoci a rammendarlo. Ho provato ad applicare questa idea di Renzo Piano a Bagheria.

Mi piacerebbe un movimento di opinione che si chiamasse: RAMMENDIAMO BAGHERIA PROGETTANDO UN VESTITO NUOVO. Perché non farne il nome di una lista civica?

Nell’articolo precedente ho accennato ad alcuni rammendi che ritengo indispensabili. Altri andrebbero aggiunti. La lista dei rammendi da fare purtroppo è lunga assai. Vorrei spendere, per concludere questi miei consigli non richiesti, qualche parola sul vestito nuovo di Bagheria che il prossimo sindaco potrebbe a mio parere provare a progettare.

Per evitare sogni inattuabili comincio col dire che un qualsiasi progetto serio richiede finanziamenti e le casse del Comune sono, oltre che vuote, con debiti che bisognerà onorare. Questo è il punto di partenza ineludibile. Non credo che le casse della Regione si trovino in migliori condizioni, è quindi inutile guardare in quella direzione. Rimane la tanto (stupidamente e masochisticamente) bistrattata Europa. Qualsiasi vestito nuovo di Bagheria non potrà che essere finanziato dall’Europa.

Consiglio al futuro sindaco di munirsi di una buona squadra di specialisti nel reperimento di risorse europee. Dovrà anche avere chiaro che, dati gli inevitabili tempi lunghi di progettazione e realizzazione, sarà il sindaco successivo (quello che sarà eletto nel 2024) a gestirne eventuale esecuzione e inaugurazione. È già accaduto coi progetti che il sindaco Fricano era riuscito a farsi finanziare dall’Europa.

Ma quale vestito nuovo farsi finanziare? Vestito nuovo significa anche possibile nuovo motore di sviluppo economico. Vi dico in poche parole un sogno che ho inutilmente sognato nei due anni del mio assessorato ai Beni Culturali (1995-97, sindaco Giovanni Valentino).

Bisogna partire dalle Ville. Il Comune è proprietario di quattro monumenti sei-settecenteschi: Palazzo Butera, Villa Cattolica, Palazzo Cutò, quello che resta della gloriosa Certosa che oggi ospita il Museo del giocattolo di Pietro Piraino. Va aggiunta Villa San Cataldo con annesso giardino storico (straordinarimente importante), che appartiene formalmente alla Provicia ma di fatto viene usata dal nostro Comune.

Il futuro sindaco parta da una verità che bagheresi e sindaci abbiamo difficoltà ad ammettere: il Comune di Bagheria, non questa o quella amministrazione, non è in grado di gestire questi Beni culturali. Lo dico con cognizione di causa. Il Comune non ha le risorse finanziarie per farlo e così come sono le Ville non producono nulla né in termini di immagine né di resa economica. Anche Villa Cattolica, che ha usufruito nel passato di consistenti finanziamenti esterni e che ospita diverse opere di Guttuso, non ha, e verosimilmente non avrà mai, visitatori sufficienti per coprire anche una piccola parte delle spese per il personale e per la gestione quotidiana.

In questo la qualità delle singole amministrazioni comunali c’entra poco. Nello stato in cui si trovano, le Ville sono solo un peso per la collettività. Il futuro sindaco dovrebbe avere la capacità e il coraggio di invertire la rotta ripensandone in maniera radicale le finalità.

Una mia vecchia idea è di trovare accordi e collaborazioni con l’Università e/o con centri internazionali di ricerca per farne il perno di quella che adesso si chiama industria delle conoscenze (attività di ricerca, didattiche e artistiche). Provo a spiegarmi meglio.

Villa Cattolica, Palazzo Cutò, Villa San Cataldo sono sullo stesso asse Est-Ovest. Aggiungeteci il polmone verde di Monte Catalfano (en passant, la strada che porta al Monte è attualmente un vergognoso e imbarazzante immondezzaio). Poniamo che il futuro sindaco trovi i finanziamenti (che non possono che essere europei) per acquisire il mulino Cuffaro (si potrebbe, ad esempio, proporre all’Univerrsità come residenza per studenti universitari) e trovi una qualche intesa coi proprietari dell’enorme spazio che una volta era occupato dall’industria della calce: entrambi sono contigui a Villa Cattolica. Trovare un accordo coi proprietari non sarebbe difficile dal momento che a causa di vincoli urbanistici di vario genere in quello spazio un privato può fare poco o nulla.

Per disegnare meglio il quadro che sto sognando a occhi aperti ricordiamoci che a poche centinaia di metri dai luoghi che ho indicato (Villa Cattolica, Palazzo Cutò, Villa San Cataldo, Mulino Cuffaro, ex industria della calce) si trova la stazione ferroviaria. Immaginiamola come nodo di una linea metropolitana che collega Cefalù con l’aeroporto passando per Palermo. Il tratto Bagheria-aeroporto potrebbe esere percorso in poco più di mezz’ora. Meno di quanto impiega il treno che collega l’aeroporto di Ginevra con Losanna.

Saremmo in presenza di una potenziale grande area collegata col resto del mondo tramite l’aeroporto. Sognate ancora un poco e vi trovate in presenza, si parva licet …, di una potenziale Silicon Valley. I proprietari dei terreni della zona e, soprattutto, delle vicine Villa Sant’Isidoro e Villa Rammacca non sarebbe difficile coinvolgerli in un grande progetto che ridisegni tutto il territorio.

Volete completare il sogno? Poco distante dallo spazio che ho idealmente disegnato (da Villa San Cataldo e Parco Catalfano fino a Villa Cattolica) si trova una straordinaria risorsa, importante quanto le Ville: la splendida costa, la cosiddetta litoranea, col borgo marino di Aspra come suo centro propulsore. Il prossimo sindaco non trascuri questo che rimane un tesoro naturale nonostante tutte le nefandezze consumate in quei luoghi a partire dagli anni sessanta-settanta del secolo scorso. Elabori un progetto realistico (il vessillo “Abbattiamo tutto” è un ottimo alibi per lasciare tutto per com’è) per farne un motore turistico che cooperi con Bagheria “Città delle Ville e dell’industria delle conoscenze”.

Pensate a quanto lavoro e a quanto indotto crea un progetto di questo tipo.

È un sogno, d’accordo. Non è irrealizzabile sui tempi lunghi. Bagheria potrebbe ritrovare un nuovo motore economico e recuperare la vocazione non localistica della sua storia. La realizzazione del sogno richiede un lavoro di un paio di decenni e la cooperazione convinta di vari sindaci non necessariamente della stessa area politica. Il futuro sindaco ci faccia un pensierino. Potrebbe dare l’avvio al progetto.

Buon lavoro, prossimo Signor Sindaco. Le assicuro che il Suo non sarà un compito facile. Se almeno vuole scrivere i prossimi cinque anni un capitolo coerente con la gloriosa storia del paese che andrà a governare.

P.S.
Il futuro possibile sindaco faccia nel frattempo una passeggiata a piedi sul tratto della litoranea che va da Aspra in direzione Ficarazzi. Costaterà (io l’ho costatato con rabbia e angoscia) il contrasto tra le bellezze naturali mozzafiato dei luoghi e le montagne incredibili di rifiuti e bottigliette di plastica lungo la strada e la spiaggia. Signor (futuro) Sindaco, mi raccomando, la passeggiata la faccia a piedi. In macchina si perderebbe molto dello spettacolo. Quello spettacolo vale molto di più degli articoli che ho scritto e dei programmi elettorali che a partire da domani leggeremo.

Franco Lo Piparo

Professore Emerito Università di Palermo

 

  1. Riflessioni di un anziano non-candidato sulle elezioni a Bagheria - di Franco Lo Piparo (I parte)
  2. Riflessioni di un anziano non-candidato sulle elezioni a Bagheria - di Franco Lo Piparo (II parte)
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