Lettera aperta ai “compagni” di ieri, di oggi e, si spera, di domani- di Nino Morreale

Lettera aperta ai “compagni” di ieri, di oggi e, si spera, di domani- di Nino Morreale

Politica
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La scena è trash, ma vera e chiara. 

Il Capitale del Nord, dopo un lungo e mai ostacolato fidanzamento, convola a giuste nozze con la (non più tanto) signorina, Lega.


Sogna, il Capitale del nord, mille e una notte di baldorie, quante saranno le tutine da pompiere, finanziere, pastore sardo, pescatore di Pantelleria che la barbuta signorina indosserà per attizzarlo.
Ed esausto sognerà manganelli.
All’uscita dalla Chiesa Madre, ai piedi della coppia a braccetto, i Luigini e i Ginuzzi e i Peppinielli del Sud festanti ramazzano tra cicche e scaracchi confetti di dignità e monetine di cittadinanza.

A Roma. A Palermo anche.

A Bagheria possiamo evitarlo.

Cinque stelle di amministrazione. Incompetenza, arroganza, improvvisazione è solo quello che è emerso.
Ora abbiamo quattro candidati a Sindaco.Il vincitore uscente, pentastellato, azzoppato dalle troppe “virtù”. La “corazzata Titanic” del centro-Destra-Destra-Destra-Destra, dovrà stare attenta alle indigestioni.
Una lista di “disturbo”, indecifrabile. Infine, “l’armata Brancaleone” che vuole contenere tutto ciò che rimane, approssimativamente, “a sinistra”.
Diciamo allora di Centro-Centro-Centro-sinistra.
A quest’ultima fettina è indirizzata la nostra lettera.
La Sinistra ha fatto da anni ormai, la figura della donnetta che non sa nemmeno ammazzarsi col gas.
Rimanendo né viva né morta. Dopo aver bevuto per decenni la favola della globalizzazione e del liberismo, della tecnologia libera-tutti, di Renzi “politico”.
Spiaccicatasi al muro, si è liberata infine di chi l’ha guidata.
Ma non basta cambiare pilota, è la macchina che va cambiata.
A cominciare dal recupero dell’idea che la “politica” è una cosa seria
che va fatta con continuità, studio, ascolto delle persone, lettura dei problemi, e non perché, ogni tanto si vota.
Cosa sia la città in cui viviamo nessuno lo sa. E quando le novità ci aggrediscono non sono buone.

Ma qualche buona novità c’è. La gente di sinistra sta uscendo dall’imbambolamento. e Zingaretti “nasce bene”, come si diceva una volta dei nobili.Il corso del suo PD dovrà essere centrato sul “partito”, e su idee di sinistra che stanno già tutte nella Costituzione.
E il “civismo”. Non è una brutta cosa che i cittadini possono farsi le loro brave liste.
Cento fiori fioriscano e cento scuole competano, diceva Mao; ma senza partiti il civismo è intermittente e può essere risucchiato nel qualunquismo dell’antipolitica che ci ha condotto al dramma attuale.
Perciò bisogna ricostruire un partito di Sinistra che sia un partito e non una bocciofila, e oggi deve raccogliere tutte le forze che si oppongono all’onda nera della Lega. (L’ ho conosciuto la Lega veneta, quando nel ‘69 non sapeva ancora di esistere, e che diceva a me, insegnante migrante, terrone e comunista, le stesse cose che dice e fa ora, ma peggio, ai migranti terroni non-comunisti, a quelli che annegano in mare):
“L’inferno è un mare senza porti, un mare di morti” (Pound).
Per questo, che si possa fare politica a fianco della Lega non è sbagliato, è inconcepibile, per chi ha gli organi a posto.
Ma, e vengo al dunque, è questo l’inconcepibile che si è realizzato, che costringe, noi, di Sinistra a fare quello che non avremmo mai pensato, sostenere una “Armata Brancaleone” che si proponga due obiettivi: impedire il ritorno di un Sindaco a cinque stelle; tragedia di questi ultimi anni; impedire il ritorno del peggio della storia bagherese e siciliana.
Di questo stiamo parlando, di storia che dura non di cronaca che evapora.
La “corazzata Titanic” riassume quella storia che ci ha regalato devastazione ambientale e distruzione dell’agricoltura, terziario arretrato e imbarbarimento civile.
Il passato che vuole ritornare a mungere una vacca che non ha più latte.
Chi non vuole questo, anche sa ha letto Marx e Lenin (ne possiamo parlare, in camera caritatis), ha il dovere di tenere aperta una strada, l’unica, adesso.
La Sinistra dei troppi ragionatori e dei pochi ragionieri si faccia quattro conti.
Domani sarà un altro giorno, e domani ci penseremo.
Oggi, non spacchiamo il capello in quattro, forse è l’ultimo.

Antonino Morreale

 

 

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