Tornerà la legalità nella libera repubblica del Coinres ?

Tornerà la legalità nella libera repubblica del Coinres ?

Politica
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“Ma ...di tutti quei lavoratori del Coinres che hanno sempre lavorato più che onestamente e produttivamente.. non parla mai nessuno? e nessuno si chiede cosa abbiano dovuto sopportare, per fare il proprio dovere in un ambiente del genere”?

E’ stato questo uno dei commenti firmati ad uno degli articoli sulla vicenda Coinres che ci ha colpito di più.

Abituati come siamo a parlar male di chi non lavora, a generalizzare ed  a semplificare le cose, rischiavamo di dimenticare che nel carrozzone mangiasoldi, nel 'mostro' Coinres, nel verminaio ATO PA4, ci lavorano anche molte persone perbene, onesti padri di famiglia, seri lavoratori.

E questo dobbiamo sempre ricordarlo, anche se prima lo stato di sporcizia e di abbandono della città, e oggi pressocchè quotidianamente  i rapporti dei Carabinieri e le intercettazioni pubblicate sui giornali ci restituiscono uno spaccato di una azienda, il Coinres, in cui vigeva l’arbitrio più assoluto.

Purtroppo, anche se ci si stanca di dire sempre le stesse cose, dobbiamo riandare alle cause, alle responsabilità, anzi ai responsabili che hanno per scelte clientelari, per interesse, per avidità, per pavidità o acquiescenza, omesso i controlli, consentito e tollerato che la situazione arrivasse a questo punto.

E’ vero che il settore dei rifiuti, ci si consenta la battuta, è pesantemente inquinato e non solo all’ATO PA4 e non solo in Sicilia.

Da sempre le piccole e grandi malversazioni, dai consumi smodati di carburante dei mezzi impiegati per la raccolta agli acquisti massicci di erica scoparia, (quando un tempo ancora si scopavano le strade), hanno albergato in questo settore, e sono stati oggetto di grandi scontri tra le forze politiche.

Abbiamo ancora il materiale che documenta questi fenomeni di dissipazione e le relative azioni di denuncia del Partito comunista negli anni dal 1960 al 1990.

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Ma raramente la commistione perversa tra gli appetiti delle clientele politiche, l’incapacità gestionali di dirigenti complici o imbelli, e l’ intreccio con gli interessi di cosa nostra hanno prodotto un’azione così devastante, non solo sulla qualità di vita e sull’immagine di Bagheria, ma anche e forse soprattutto sui bilanci delle famiglie e delle comunità.

Mai era accaduto, a nostra memoria, a Bagheria che il comune si riducesse ad un semplice sportello bancomat che paga gli stipendi ai propri dipendenti e a quelli del Conres, perché ormai incapace di erogare servizi anche minimi.

Responsabilità collettive certo, che partono dalla politica, passano per i cittadini e arrivano ai dipendenti del Coinres e ai loro sindacati; ovviamente in percentuali diverse.

Al vertice del Coinres ( ma anche di altri enti economici) i due ultimi sindaci di Bagheria prima di Lo Meo, ma Fricano in particolare, hanno chiamato 'manager' totalmente digiuni di esperienza e di capacità gestionali, che non avevano mai diretto neanche un condominio, però ben ammanigliati con la politica.

Scelte, non dimentichiamolo, 'benedette' anche da autorevoli esponenti del Partito Democratico, ma non solo, che nella scelte della politica bagherese avevano un peso, ma che ora, fatto il danno, girano alla larga da Bagheria.

Presidenti inetti, sindaci collusi, amministratori e direttori generali per grazia ricevuta; per esempio il sindaco del comune di Bolognetta, al tempo Riccardo Incagnone solo per il fatto che nel suo territorio ricadeva un impianto di discarica che non ha mai funzionato, deteneva il diritto, se non ricordiamo male, di ricoprire la presidenza o la vicepresidenza del Consorzio, e poi è rimasto nella qualità di direttore generale.

Una sciagurata politica di assunzioni clientelari, mai funzionale ai compiti che gli assunti avrebbero dovuto svolgere, ma esclusivamente finalizzata al calendario elettorale.

Non è un caso che tutta la vicenda Temporary nasce alla vigilia delle elezioni provinciali del 2008 allorchè presidente del Coinres. è l’assessore provinciale all’ambiente Raffaele Loddo, uomo del PDL, come Musotto allora presidente.

Ma quello che più colpisce negli ultimi anni è stato il silenzio della politica locale nel suo complesso, anzi di quasi tutta la politica locale: perché, a volere essere sinceri, c’è stato un momento a cavallo tra il 2007 e il 2008 che l’UDC di Bagheria, ed in particolare Bartolo Di Salvo, intravidero che si stava andando verso il precipizio, ma nessuno volle ascoltarli.

Non li ascoltarono certo Biagio Sciortino e i partiti che lo sostenevano, a parte i soliti distinguo fatti per mettersi la coscienza in pace e le carte a posto.

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I politici locali spesso per vigliaccheria hanno preferito lasciare i sindaci liberi di fare e disfare, solo perché non avevano il coraggio di sostenere delle scelte, trovando più comodo fare il grillo parlante nelle decine di inutili consigli comunali sul Coinres e ad alimentare il fastidioso cicaleccio dei rituali comunicati sulla legalità e la trasparenza.

Gestioni dissennate, controlli inesistenti anzi autocertificati, sindaci sin troppo tolleranti.

E’ chiaro che in questo clima cosa nostra si ingrassa; scattano ad orologeria le emergenze rifiuti; per sette, otto, dieci giorni la spazzatura viene lasciata a marcire per le strade; quindi i roghi di decine e decine di cassonetti; dopodiché al di fuori di ogni controllo e sotto la spinta dell’emergenza arrivavano i nostri di cosa nostra in sella a  bobcat, palicedde, polpi e camion a go go a tirarci fuori dall’emergenza.

Un sistema perfettamente oleato e sino ad un certo punto anche perfettamente funzionante.

Sin quando il popolo-somaro non ce l’ha fatta più a portare la soma.

Quanto costava ? ai cittadini centinaia di migliaia di euro a botta e quintalate di bile, alla città una danno di immagine senza prezzo; e agli scioperanti? nulla, perché non scioperavano affatto, ma si astenevano dal lavoro per la mancanza della DPS, la dotazione personale di sicurezza: mascherine, guanti, scarponcini e quant’altro, insomma per cinquecento persone una spesa di meno di 40.000/ 50.000 euro al massimo per un consorzio che aveva un bilancio di 25 milioni di euro l'anno.

Ma qualcuno ha mai chiesto ai presidenti del Coinres, ai sindaci, al direttore generale, ai dirigenti amministrativi, perché non si comprava mai la Dotazione Personale di Sicurezza, in modo da impedire ai dipendenti di fare questi danni incalcolabili senza che loro ci rimettessero nulla ?

O anche questa inadempienza era colpevolmente funzionale al disegno criminoso ?

Certo in questa clima di dissipazione generale e di assalto alla diligenza in cui c’era chi si ammuccava i picciuli, figurarsi se poteva essere considerato un reato dai lavoratori l’assenza coperta da una falsa firma, la gestione allegra dei fogli di presenza o gli straordinari di diritto certificati a tavolino.

Solo i Carabinieri e la magistratura possono provare a scriver la parola fine su questa pagina nera della nostra storia, nella speranza che serva oltre che a punire i responsabili di questo scempio anche a ridarci città più pulite.

Però non vorremmo che a volare alla fine fossero solo gli stracci.

 

Le foto sono di repertorio
 

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