Palazzo Cutò a Bagheria - Parte seconda

Palazzo Cutò a Bagheria - Parte seconda

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"Nel 1862 iniziarono i lavori per la ferrovia e tra il 1885 e il 1890 abbiamo notizia del primo ampliamento della stazione.

(...)
Nei decenni post-risorgimentali fino alla crisi determinata dal primo conflitto mondiale, Bagheria visse un periodo di relativa prosperità.
Si moltiplicarono le iniziative sia nel campo imprenditoriale che in quello culturale.
Il paesaggio si popolava di ciminiere e di torri d'acqua, "sottili ed eleganti come obelischi", le cave di pietra si trasformavano poco a poco in giardini di limoni, in un unicum antropogeografico di rara bellezza e armonia.


(Piazza Stazione in una foto del 1990)

La guida-manifesto Bagheria-Solunto, pubblicata nel 1911, è una preziosa testimonianza del clima sociale e culturale che si respirava a Bagheria negli anni immediatamente precedenti il primo conflitto mondiale.
Il Palazzo Cutò, riferisce la guida, "dà subito nell'occhio... per la sua immensa mole quadrangolare e per le decorazioni in rosso".

Con slancio tipicamente futurista, i giovani intellettuali della "Casa di Cultura", autori della guida e fautori della "marittimità" di Bagheria, chiesero a gran voce l'abbattimento dell'Arco di Cutò:
" (...) Quando sarà abbattuto l'antico Arco di Cutò e il corso si congiungerà col nuovo rettifilo, Bagheria potrà vantare un corso superbo, lungo tre chilometri, largo e diritto, come poche città possono averlo".
L'Arco di Cutò fu demolito l'anno successivo e, probabilmente, anche la seconda delle due guglie monumentali scomparve in quella occasione.
(...)

(Manifestazione alla "Punta Aguglia", primi del Novecento)

Nel volgere di un cinquantennio, prima la costruzione della ferrovia, poi le vicende patrimoniali dei Tasca di Cutò ed infine l'estetica del rettifilo decretarono anche la rapida fine della Punta Aguglia.
La fragile struttura di quella singolare agorà, spazio di mediazione tra ville e città, fu travolta dalle demolizioni e dalla lottizzazione degli ultimi brandelli del giardino di Palazzo Cutò.
I dintorni della stazione si riempirono poco a poco di fabbricati destinati, in prevalenza, alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli".*





*Tratto da ll Palazzo Cutò di Bagheria di Antonio Belvedere, edizioni ILA Palma, 1995.


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