IL BRINDISI DI PIETRO LANZA - di Filippo Lo Medico

IL BRINDISI DI PIETRO LANZA - di Filippo Lo Medico

Storia Locale - Personaggi
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Vorrei istituire un comitato per le onoranze a Pietro Lanza. Scopo di questo comitato dovrebbe essere quello di intitolare una strada del mio paese così:


Via PIETRO LANZA

(1889-1945)

povero

Con quel «povero» scritto piccolo come per indicare una professione, una attività in cui si eccelle. Insomma povero al posta di musicista, scrittore o caduto in guerra.

Pietro nacque povero e visse da povero ed è difficile immaginarlo diversamente. Quei poveri che hanno una casa povera, degli abili poveri ed una attività povera.

Ciò per non confonderlo con un mendicante. Pietro non mendicò mai, si servì di espedienti, ma non chiese mai l'elemosina. La domenica, Pietro, preceduto da un rullo di tamburo o da un suono di un campanaccio gridava il prezzo della carne e le sue qualità per conto di un macellaio vicino alla pescheria e quando c'era molta gente davanti ai pescivendoli, ecco Pietro gridare: « Figli di gatti, o non avete occhio non avete denari ».

Frase ripetuta dagli altri che lo hanno sostituito dopo la sua morte. Pietro morì alcolizzato o mori di fame? Comunque vino e fame si alternarono nel suo corpo.

Pietro era povero ed amava il vino, anche suo padre ero povero ed anche suo padre beveva il vino, tutti i poveri bevono, tutti i poveri amaro il vino. Riscalda e sazia; e Pietro era il migliore che potesse reclamizzare una nuova botte o un nuovo posto per bere. Per questo gli facevano credito segnando coi gesso su una botte i suoi debiti. E cosa poteva farci lui se qualche sera sedendosi con le spalle alla botte-registro, il gesso andava via sporcando la sua misera giacca? La sera, sotto la pioggia, si udiva la voce di Pietro che gridava e gridava a squarciagola: « Dove sei Antonia? Questa sera la squadriglia la comando io? e Pierino, Pierino tu discendi un gradino.

E gridava e rideva. Aveva uno sguardo intelligentissimo e le labbra sempre aperte al sorriso, il sorriso di chi sa prendere in giro.

A 20 anni aveva smesso i pantaloni rattoppati ed era andato a fare il soldato di Marina, ed era tornato al paese vestito nella bella divisa di marinaio.

Dicono che era stato un grande nuotatore ed abilissimo nell'andare a prendere i vari frutti di mare nei posti più profondi, anzi qualcuno afferma che le sue immersioni erano le più lunghe. In quel tempo era innamorato di una ragazza, povera come lui, figlia di un pescatore. Pietro le propose di sposarlo e lei disse «E tu cosa mi dai »? e Pietro aveva risposto, « Tu metti il mare ed io il cielo », Pietro non prese moglie. Il fatto di essere proprietario del cielo restò per molto tempo nella mente di Pietro. Lo diceva sorridendo come per vantarsi di non pagare le tasse per questa sua proprietà. E se qualcuno gli diceva di non crederci, Pietro gli chiedeva di mostrargli il vero proprietario. Per la stessa ragione e con la stessa convinzione aveva detto:

« Tu metti il mare …..».

Il mare ed il cielo! Doveva guardarlo con occhi speciali questo suo cielo, Doveva essere diventato suo in una notte piena di stelle, nelle innumerevoli notti in cui faceva il guardiano ad un mucchio di melloni o ad un tonno nella pescheria o alla carne del macellaio. Ed ai mendicanti che chiedevano l'elemosina si avvicinava per dire che in cielo li avrebbe assunti secondo il mestiere che sapevano fare: impastar calce o portare sabbia o raccogliere lumache.

Qualsiasi cosa volessero o sapessero fare nel suo cielo lui dava gratis alloggio e mangiare e... vino e vino e vino. « Pierino, Pierino, tu discendi un gradino! ».

Il bel ragazzo marinaio, appena congedatosi, non mise i pantaloni rattoppati, lasciò quelli della divisa che stando seduto sui gradini della pescheria si logorarono presto. Non aveva i soldi per comperare un paniere di pesce e venderlo e si impiegò in un macellaio per i lavori di fatica e saltuariamente. Diventò nemico dei pescivendoli e di quelli che mangiavano pesci: « i figli di gatti...».

Ma ai marinai vendeva il grasso degli animali per fare scivolare le barche quando si tirano a secco, magari vi mescolava un pò di sale in più; ma era l'unica sua speculazione. Per l'opera prestata presso il macellaio gli toccavano la paga del giorno, un piatto di pasta ed il grasso e le ossa delle bestie vendute. Coi grasso e con le ossa Pietro poteva bere il suo bel bicchiere di vino alla mattina appena sveglio e magari partecipare a qualche « tocco » la sera. Così Pietro non fece mai altro. Una volta disse « cani loccu » ad un commissario di pubblica sicurezza e lo misero in prigione e quando uscì disse all'offeso: « Non ne tiri carretto, no! ». Queste frasi per il modo come ora vengono ripetute sono rimaste ed hanno acquistato un significalo quasi proverbiale.

Ci sono tanti episodi su Pietro Lanza, lo voglio ricordarne uno soltanto. Ogni anno al 2 novembre, nel giorno dei morti, molti al mio paese lo raccontano.

A Pietro era morto da poco il padre. Il padre di Pietro era bravissimo come, marinaio; Pietro gli voleva bene e divideva con lui il suo vino. Poi il padre morì e in un carretto lo portarono al cimitero. E per il giorno dei Morti quando nel nostro paese la gente porta ceri e fiori al cimitero e soprattutto ceri da accendere sulle tombe, anche Pietro andò al cimitero e si fermò sulla tomba del padre. Molti si stupirono che Pietro avesse questi sentimenti e lo guardarono. Pietro stette lì, poi si sedette ed incominciò a parlare: «Come stai, diceva, come te la passi. Tu eri furbo e sicuramente avrai trovato un posto in cucina al caldo dove puoi mangiare sempre, ma forse lì il vino è proibito e per questo...»,

E tirò da sotto lo scialle un fiasco di vino: « è buono, diceva, l'ho preso da "Cola", è buono, tieni! » e ne versò un poco sulla terra del cimitero ove avevano seppellito il padre, Poi ne bevve anche lui e versò il resto sulla terra. Poi forte: Me ne vado, Vossia mi benedici! ».

Il fatto si raccontò in tutto il paese ed ancora si racconta. Ora Pietro è morto. Pietro morì in un giorno pieno di sole sulla piazza del paese. Di solito i poveri muoiono di nascosto. Cadde nella piazza ed una guardia municipale si avvicinò e lo toccò col piede e gli disse: «Pietro, alzati!, e lo toccò col piede e gli disse: « Pietro alzati! ». E lo toccò col piede ed ancora disse: «Alzati Pietro! ». Pietro si girò, lo guardò e disse con quel sorriso e un fuggevole lampo nei suoi occhi intelligenti: «Non mi ci stai facendo sentire nessun piacere!… » E spirò.


A sinistra, Filippo Lo Medico


Nella foto in copertina : Cicciu Mariuccieddra, povero anche lui ma semplice di spirito - gentile concessione di Paolo Di Salvo
Questo racconto è stato pubblicato per la prima volta sul quotidiano "L'Ora" di Palermo, il 10 Marzo del 1958
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