30 anni di "Nuovo Cinema Paradiso": i ricordi di Tornatore alla festa del cinema di Roma

30 anni di "Nuovo Cinema Paradiso": i ricordi di Tornatore alla festa del cinema di Roma

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Un articolo di oggi su Repubblica.it, che riportiiamo integralmente, racconta la giornata del bagherese premio oscar Giuseppe Tornatore a Roma, in occasione della festa del Cinema che si sta svolgendo in questo giorni in varie parti della città. 

Nuovo cinema Paradiso compie trent'anni e festeggia in un'affollata sala piena di giovanissimi che all'epoca dell'uscita non erano neppure nati, studenti del liceo scientifico Kennedy, del linguistico e classico Montale, aspiranti registi della Scuola d'Arte Gian Maria Volonté, nessuno con più di 25 anni. 

Presentato nella sezione Quei ragazzi di Alice nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, in versione restaurata Nuovo cinema Paradiso è il film italiano che più celebra la sala cinematografica e la magia del grande schermo. Il suo regista Giuseppe Tornatore, emozionato, dice: "Se potessi cambiare la storia del film forse insisterei con il produttore Cristaldi per non presentare il film a Bari perché non era ancora ultimato, la prima cucitura di un film era all'epoca come un testo scritto a mano. Il film avrebbe dovuto andare a Venezia, ma eravamo troppo in ritardo e così finimmo a Bari, ma neanche a ottobre eravamo veramente pronti".

D'altronde la storia del film è rocambolesca e meriterebbe un film a parte, fu una lavorazione complicata, sembrava un progetto destinato al fallimento tanto che lo stesso Tornatore e il suo storico produttore scherzavano sul fatto che in qualche modo il festival di Cannes fosse diventato per loro il festival di Lourdes. Perché quando arrivò sulla Croisette nel maggio del 1989 il film era già stato visto in Italia, prima al festival di Bari in una versione lunghissima di quasi tre ore, poi in sala ma senza successo, i distributori avevano smontato il film dopo poche settimane, stroncato dalla critica per l'eccessiva lunghezza e non capito dal pubblico.

L'idea della versione molto più breve fu frutto della frase di un distributore "disse 'se il film durasse due ore ci faremmo i miliardi e allora io, che allora avevo più energie e anche ero più permaloso, andai in moviola e ritagliai il film a poco più di due ore e gli dissi 'ora fategli fare i miliardi'" ha raccontato Tornatore. Il film per un po' ebbe anche un secondo titolo Baci tagliati ma il regista quello lo bocciò senza appello e tornò nuovamente in sala ma neanche quella volta andò bene. Ma il Grand Prix a Cannes regalò a quella storia così personale e intima per il regista una seconda vita, a Parigi il film in cassò più di Batman, anche in sala con sempre più successo e infine l'Oscar che arrivò nel 1990. "Io fui in giro per un anno per promuovere il film, a partire da Cannes dove il film fu proiettato l'ultimo giorno e io ero pronto all'ennesima batosta e mi ero persino fatto il biglietto d'aereo per tornare da Nizza all'ora di pranzo subito dopo la proiezione per la stampa. Mi intrufolai nella proiezione per la stampa alla Sala Grande e fui sollevato dalla prima risata, persino un accenno di applauso. Cristaldi lo chiamavano tabellina perché calcolava tutto e calcolò 21 minuti di applausi alla proiezione ufficiale la sera".

"Dopo il mio primo film Il camorrista il cinema stava vivendo una crisi talmente forte che qualsiasi progetto portassi a Cristaldi mi chiedeva 'perché il pubblico dovrebbe andare a vedere questa storia?'. Poi tornando a casa mia a Bagheria scoprii che il cinema dove ero cresciuto era stato chiuso. Avevo la sensazione di essere finalmente riuscito a fare il mestiere che amavo ma che ormai era troppo tardi. Quindi il film è frutto di un misto di nostalgia e indignazione, lo pensavo un film di impegno civile: mostrare l'epoca in cui le persone facevano a pugni per entrare in una sala cinematografica".

Repubblica.it

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