Una croce disegnata con un pennarello nero sulla porta dell’ufficio del giudice dell’udienza preliminare Nicola Aiello, che, a Palermo, sta tenendo il processo di mafia Panta Rei, con 41 imputati: l’ha trovata lo scorso 5 luglio il personale che si occupa delle pulizie al palazzo di giustizia, che ha subito avvisato i carabinieri.
Sono stati effettuati i rilievi e l’esame delle riprese video che monitorano 24 ore su 24 i corridoi dell’edificio in cui si trova la stanza di Aiello, per capire chi possa avere disegnato quello che sembra un macabro avvertimento nei confronti del Gup.
Gli esiti dei rilievi effettuati dai carabinieri saranno inviati alla Procura di Caltanissetta, competente a indagare su questi fatti che riguardano i magistrati di Palermo. Fra i processi celebrati di recente, il mese scorso il Gup Aiello aveva rinviato a giudizio i 14 imputati dell’inchiesta sulle firme false a sostegno della lista del M5S alle comunali di Palermo del 2012 e aveva condannato a 10 anni e a 4 anni e 6 mesi padre e madre di un neonato ridotto in fin di vita a suon di botte.
“Sono sereno e ho già chiesto al mio Presidente che non voglio la scorta”, ha detto all’Adnkronos il gup Nicola Aiello parlando dell’intimidazione ricevuta con la croce disegnata sulla porta del suo ufficio. “Nei mesi scorsi avevo già scritto al Presidente del Tribunale Salvatore Di Vitale che non volevo alcuna tutela – dice ancora il giudice all’Adnkronos – e lo ribadisco adesso. Non voglio la scorta. Non mi faccio certo condizionare da una croce...Io vado avanti sereno nel mio lavoro”.
Anche il giornalista Salvo Palazzolo, che scrive di mafia e processi dalle pagine di Repubblica, ha ricevuto un'intimidazione di chiaro stampo mafioso; al giornalista è stato recpitato un biglietto con scritta un'inquitente frase: "Lascia perdere il borgo Vecchio".
