Al Pub Exlibris presentazione del libro "Cosa Vostra" di Fabio Giallombardo

Al Pub Exlibris presentazione del libro "Cosa Vostra" di Fabio Giallombardo

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Domenica 18 Marzo alle 18.30 sarà presentata presso il pub Exlibris in via Palagonia a Bagheria l'antologia "Cosa Vostra" di Fabio Giallombardo.

Il libro, frutto di un lavoro durato diversi anni, raccoglie e commenta in maniera critica testimonianze e scritti del giornalista e martire della mafia Pippo Fava e di altri protagonisti della lotta a Cosa Nostra. L'evento, organizzato dall'associazione culturale bagherese Parru cu Tia, sarà impreziosito dall'intervento del professore Vittorio Greco, insegnante presso il Liceo Scaduto, e verrà intervallato da letture del testo e canzoni suonate dal vivo.

- Perché scrivere oggi un libro sul rapporto mafia e istituzioni, ripercorrendo gli scritti di Fava?
Perché la parola mafia, pur essendo il vocabolo italiano più famoso al mondo, è anche il più frainteso: normalmente si ha una visione gangeristica della mafia, ci si ferma cioè all'ala militare del fenomeno. Invece lo specifico della criminalità organizzata nata in Sicilia e diffusasi poi in tutto il mondo sta proprio nelle infiltrazioni che da sempre riesce a creare all'interno delle istituzioni. Questo aspetto è guardato con grande imbarazzo dalle istituzioni stesse ed è per questo che io ho voluto indirizzare questo libro alle scuole. Perché voglio che la più importante agenzia formativa del paese (la scuola pubblica appunto come istituzione) adotti un libro che dica basta con questi strusci, con queste connivenze, con questo strizzare l'occhio ai colletti bianchi. Questo era il messaggio di Pippo Fava, un grande scrittore e giornalista ucciso da Cosa Nostra nel 1984.

- Quanto, secondo lei, è importante parlare ancora di mafia?
Non è importante parlare di mafia in genere, ma bisogna parlarne con cognizione di causa. Anzi, io credo che parlare di mafia come si fa oggi quasi sempre nelle scuole e in televisione sia deleterio: da molti anni si parla troppo di mafia in termini retorici, si commemorano vittime di cui non si conosce assolutamente la storia, si trattano come eroi o santi nel giorno delle loro celebrazioni e poi per tutto il resto dell'anno si ignora il fenomeno, senza capire in che modo la mafia si sia trasformata nel terzo millennio. Non è importante quanto si parli del fenomeno, ma che se ne parli bene, con serietà storica e con rigore.
- Perché ha deciso di scrivere un'antologia?
Perché ho voluto raccontare alle nuove generazioni tutta la storia italiana a partire da un taglio storiografico nuovo; ed ho notato, avendo lavorato in classe per venti anni con le opere di Pippo Fava, che il suo stile semplice e forte era perfetto per spiegare ai ragazzi di oggi la vera essenza del fenomeno. La prima idea mi è stata data proprio da un mio ex alunno di Bagheria, che lavora nel mondo dello spettacolo. Lui aveva pensato di farne un'opera di teatro: ci abbiamo lavorato un po', ma poi non se ne fece più nulla. Così sono ripartito dal lavoro che avevo svolto nelle mie classi e dagli spunti di quell'embrione di spettacolo, ho "riciclato" i brani che avevano colpito i ragazzi e poi pian piano col mio editore l'opera ha preso corpo fino ad arrivare ad una dimensione di 700 pagine...poi pian piano ho ridotto, tagliato, sfrondato, anche grazie all'aiuto prezioso del mio editore.

- Che struttura ha il libro?
Il libro si articola in otto capitoli, un prologo e un epilogo. Gli otto capitoli ripercorrono passo passo la storia italiana da Garibaldi a Berlusconi. Ogni capitolo continene dai tre ai cinque paragrafi, ognuno dei quali è così strutturato: c'è sempre un brano di Fava, il mio commento, poi un brano di un altro autore (scrittore, storico, magistrato, giornalista) e di nuovo la mia esegesi; ogni paragrafo contiene schede per rendere certi nodi ostici più chiari ai ragazzi. Se ci riflettiamo i nostri studenti non studiano mai episodi come Mani pulite, il terrorismo rosso e nero degli anni 70, la mafia siculo americana degli anni 30 e molti altri punti nevralgici della nostra storia. Eppure sono pagine fondamentali che la scuola non insegna loro.

- Quanto tempo ha impiegato per scrivere il libro?
Moltissimo tempo. Una gestazione lunghissima e un durissimo lavoro di editing. Sono stato particolarmente attento a porgere i brani che non sono di Fava in modo tale che gli studenti potessero capirli. Ho letto centinaia e centinaia di pubblicazioni storiografiche. Ho inserito le note. Per stendere ed emendare l'opera ho impiegato tre anni. Per ridurla in modo da poterne fare un volume scolastico molto di più. Ma se gli studenti ci lavoreranno bene coi loro docenti, allora ne sarà valsa la pena

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