8 marzo: valore o folclore?

8 marzo: valore o folclore?

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In occasione dell'8 marzo, "festa della donna", abbiamo chiesto ad alcune rappresentanti dell'universo femminile, di dare un piccolo contributo di riflessione sul valore controverso di questa giornata.
Abbiamo raccolto i commenti di cinque donne che operano in settori molto diversi fra loro, ma accomunate tutte da tanto carattere e da una gran passione per ciò di cui si occupano.

Si è vero che negli anni l’8 Marzo è venuto assumendo anche connotazioni tra il folcloristico e il commerciale, però secondo me , rimane, malgrado tutto, il momento per una riflessione non banale sullo “stato dell’arte” dei diritti nelle donne, e non solo in Italia.
Anche perché la condizione dei diritti civili e dei diritti delle donne, non è mai una situazione definitivamente acquisita e irreversibile.
Faccio riferimento alla 194, la legge sulla interruzione volontaria della gravidanza: già la stessa applicazione della legge, nel Meridione e in Sicilia è problematica, per la presenza massiccia di “medici obiettori”.
Adesso la si vorrebbe persino snaturare.
Ecco, per questo dico che l’8 Marzo non deve mai smettere di essere per le donne, soprattutto le più coscienti e sensibili, un giorno importante non solo per ricordare, ma per continuare nell’impegno.

Vittoria Casa, segretario del PD, è assessore alla cultura e alle pari opportunità della comune di Bagheria.


Credo ancora nell'importanza di questa giornata e nella necessità di doverla celebrare in maniera adeguata.
Grandi passi avanti sono stati compiuti in favore delle donne e dei loro diritti nel mondo del lavoro ma il percorso per il raggiungimento della perfetta parità è ancora lungo.




Gabriella Filippone èdirigente scolastico dell'Istituto "F.P.Tesauro" di Ficarazzi.






Ognuna di noi coglie dell’8 Marzo l’aspetto e il significato che le è più congeniale: per me questa data rimane indissolubilmente legata al terribile e tragico incendio in cui nel 1908 in una fabbrica tessile negli U.S.A. morirono 40 donne.
E comunque , al di là di quello che gli altri vogliono farlo diventare, deve restare sempre come momento di riflessione per una verifica dei risultati raggiunti in tema di aprità di diritti con l’uomo , e di un loro consolidamento.

Caterina Vigilia è capogruppo in consiglio di "Noi Per Bagheria".



E’ possibile che l’8 Marzo ormai abbia perso quel significato e quelle connotazioni originarie, e sia in qualche modo diventato un evento anche commerciale (le cene solo di donne, le mimose, i regali degli uomini alle donne): non dobbiamo però dimenticare che ci sono dei paesi in cui ancora il ruolo della donna nella famiglia e nella società è di totale subalternità.
E addirittura ci sono dei paesi in cui l’8 marzo non si può festeggiare; festeggiamolo pensando anche e soprattutto a quelle donne.



Elisabetta Giammanco è cantante soprano.





Penso che purtroppo, sia diventata un evento di “folclore”.
Ed è per questo che a Casteldaccia con un gruppo di donne in maniera anche provocatoria, abbiamo pensato di andare “oltre l’8 Marzo”.
Abbiamo infatti organizzato per la sera del 7 Marzo nei locali della Pro Loco, una riflessione sugli attacchi che vengono portati alla legge 194, sulla interruzione volontaria della gravidanza.
Una serata in cui si parlerà anche di poesia e letteratura coniugata al femminile, con un uomo, il cantastorie Paolo Zarcone, a cantare una composizione sui problemi della parità dei diritti scritta da una donna.

Rosalia Amato è consigliere comunale a Casteldaccia.
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