Gianfranco Licciardi, già assessore alla legalità e ai beni confiscati, ha fatto pervenire agli organi di informazione, una lunga ricostruzione dei precedenti che avevano portato alla apertura dello sportello
per la “promozione della legalità” di Via Mattarella, e il sostanziale disinteresse, secondo l’ex assessore, della nuova amministrazione nel garantire la sopravvivenza del centro.
Mi trovo costretto a intervenire -esordisce Licciardi - per fornire degli opportuni e dovuti chiarimenti a fronte delle inesattezze dette per mancanza di conoscenza approfondita dell’argomento in alcuni casi o forse per “distrazione” o per colpevole malafede in altri casi.
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"Uno dei passaggi nodali, che è necessario chiarire -prosegue Licciardi - per sgombrare il campo da ogni equivoco, riguarda l’affermazione che “il progetto fosse a termine”, anche perché il Comune si impegnava “ di garantire al presidio dopo l’avvio dell’attività la continuità operativa e l’efficacia dell’azione dando atto che con successivi provvedimenti si sarebbe proceduto ad iscrivere in bilancio ler evntuali somme necessarie per il successivo impegno di spesa…
Tra l’altro, l’evento viene accolto positivamente dalla città.
Nella primavera del 2008 si procedeva all’apertura dello sportello ed alla sua inaugurazione e presentazione pubblica.
Tale evento ha avuto un notevole rilievo, ha visto il coinvolgimento di varie figure istituzionali e di importanti rappresentanti della Comunità cittadina stante che rappresentava un importante traguardo dell’Amministrazione nel suo percorso di affermazione della legalità nel territorio.”
Uno dei miei ultimi atti da assessore – precisa Licciardi - è stato l’approvazione della bozza di bilancio 2008, intervenendo presso gli uffici preposti per fare inserire i fondi, per un totale di 11.000 Euro, per la continuazione delle attività dello sportello nel momento in cui si sganciava dai fondi POR, come fin dall’inizio previsto e come formalizzato negli impegni assunti”.
Se ad oggi - conclude Licciardi - lo Sportello Antiracket è chiuso da più di un mese, in aperta violazione di atti formali ed impegni presi, quantomeno esiste una grave omissione da parte di qualcuno, esistono delle responsabilità che non possono essere minimizzate con l’infantile ed imbarazzata giustificazione che era un …progetto a termine”.
Ed infine che “si sta perdendo una occasione per dimostrare con i fatti e non con l’antimafia parolaia, che, a Bagheria c’è una Amministrazione che realmente sta percorrendo, con atti concreti, un percorso di affrancamento dal giogo mafioso e da ogni illegalità”.