Nasce l'Antiracket ma senza i commercianti

Nasce l'Antiracket ma senza i commercianti

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Presenze di peso oggi a Villa Cattolica a Bagheria per la presentazione della prima Associazione Antiracket e Antiusura del territorio.
C’erano il pm Michele Prestipino,
recentemente promosso e trasferito come vice alla Procura di Reggio Calabria, Pippo Cipriani presidente della neonata Associazione, l’ex prefetto di Palermo Giosuè Marino, il Presidente della Provincia Giovanni Avanti, ospite inatteso, il Presidente del Centro Studi “Pio La Torre” Vito Lo Monaco, Totò Camilleri, Presidente di Metropoli Est, Gianni Granata a.d. del Patto territoriale, Nino Salerno in rappresentanza degli industriali siciliani, il Preside del Liceo Scientifico Gaetano Pagano, Padre Francesco Michele Stabile e Salvatore Lo Bue della Casa dei giovani di Bagheria, i sindaci di Villabate Gaetano Di Chiara, di Santa Flavia Antonio Napoli e di Bagheria Biagio Sciortino, il Presidente del Consiglio Comunale di Bagheria Daniele Vella, il consigliere provinciale Bartolo Di Salvo, gruppi di assessori e consiglieri comunali, il presidente della Cooperativa “La Sicilia” Carmelo Tripoli, Nino Tilotta della Cooperativa XXV Aprile, una nutrita rappresentanza di insegnanti e studenti.

L’intervento di Michele Prestipino, è quello che più induce alla speranza: il giudice mette in risalto che dopo l’operazione “Grande Mandamento” del Gennaio 2005, che consentì di disvelare l’organizzazione del pizzo da parte di cosa nostra a Bagheria e nel suo territorio, qualcosa ha cominciato a sgretolarsi nel muro dell’omertà, delle collusioni e delle coperture.

Nei nostri ricordi recenti c’è una assemblea cittadina a Palazzo Aragona Cutò con il p.m. Nino Di Matteo e e Tano Grasso allora presidente delle associazioni antiracket che si svolse nella primavera del 2005: c’era un vitalità, una voglia di cambiamento che si percepiva a pelle: e c’erano soprattutto anche se non tantissimi gli imprenditori.
Fu in quella occasione che si posero le basi di una Associazione antiracket: sono stati necessari oltre tre anni per riprendere le fila di quel discorso, grazie anche al lavoro quotidiano e certosino di Pippo Cipriani.
Assieme alle luci che l’assemblea di oggi ha mostrato, alla voglia almeno da parte delle istituzioni di fare qualcosa, ci sono segnali negativi che non possono essere fatti passare sotto silenzio.

Non c’era praticamente nessuno di coloro che dovrebbero essere i protagonisti dei processi di cambiamento: vale a dire imprenditori e commercianti.

E’ questo un limite grave con cui questo processo si sta avviando; senza questi protagonisti non si va da nessuna parte.

E’ una riflessione che gli animatori dei vari centri antiracket e della neonata Associazione dovranno fare, per capire quale sia la strada giusta da percorrere, che non può essere solo quella, certo importante, ma non decisiva, del coinvolgimento delle istituzioni.

Utile in questo senso la proposta della locandina antipizzo da esporre nei negozi cui chiedere il contributo formale di un euro da devolvere al progetto natalità che porta avanti la Parrocchia di San Giovanni Bosco, di Padre Francesco Stabile, che opera in una realtà sociale degradata.
Può essere un modo per avvicinarsi a chi i problemi del racket, e dell'usura soprattutto, li vive sulla propria pelle.
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