La Conferenza sul futuro dell’Europa: la parola ai cittadini- di Manlio Schiavo

La Conferenza sul futuro dell’Europa: la parola ai cittadini- di Manlio Schiavo

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Il prossimo 9 maggio, giorno della festa dell’Europa, si aprirà la Conferenza sul Futuro dell’Europa (acronimo CoFoE), un’iniziativa promossa – con la Dichiarazione Comune del 10/marzo 2021 - dalle maggiori istituzioni europee, Parlamento, Consiglio e Commissione europea, insieme agli Stati membri, con una finalità ambiziosa e molto stimolante: dare la parola ai cittadini e alla società civile sulle sfide prioritarie per l’Unione.

La Conferenza si propone, infatti, di coinvolgere i cittadini in un’ampia riflessione «sulla nostra Unione, sulle sfide che ci troviamo ad affrontare e sul futuro che vogliamo costruire insieme, allo scopo di rafforzare la solidarietà europea» (Unione Europea 2021, 2).
La Presidenza congiunta della Conferenza è stata attribuita ai Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, che agiscono come partner paritari insieme agli Stati membri. A supporto della Presidenza è stato istituito un Comitato esecutivo, composto da tre rappresentanti e quattro osservatori per ciascuna istituzione,
« responsabile dell’adozione per consenso delle decisioni connesse ai lavori della Conferenza e ai suoi processi ed eventi» (Unione Europa 2021, 4), della preparazione delle sessioni plenarie e della valorizzazione dei contributi dei cittadini. «La presidenza congiunta e su un piano paritario – come sottolinea G. Riggio (in Aggiornamenti sociali, maggio 2021)- può facilitare, già nella fase di svolgimento della Conferenza, l’ascolto delle istanze sollevate dai partecipanti e il processo di collaborazione e mediazione tra le Istituzioni europee. Queste ultime, nel rispetto delle rispettive competenze e dei principi europei di sussidiarietà e proporzionalità, dovranno infatti valutare in che modo dare attuazione alle raccomandazioni che verranno formulate alla fine dell’intero processo, che è stato fissato per la primavera 2022. Le sessioni plenarie della Conferenza saranno limitate, perché si è scelto di favorire occasioni di confronto quanto più aperte possibili ai territori, permettendo ai singoli cittadini e ai vari corpi intermedi di esprimersi sulle questioni che li riguardano…In linea di massima, i temi indicati possono essere suddivisi in due grandi
gruppi : le politiche europee (quali sanità, transizione ecologica, equità sociale, uguaglianza e solidarietà intergenerazionale, trasformazione digitale, migrazioni) e il rafforzamento della legittimità democratica dell’UE (diritti e valori europei, Stato di diritto, processi decisionali interni all’Unione). In ogni caso, «i cittadini restano liberi di sollevare ulteriori questioni» (Unione Europea 2021, 5), lasciando quindi aperta la possibilità che l’agenda della Conferenza possa essere modificata a seguito delle istanze emerse nel corso del suo svolgimento».
A caratterizzare la Conferenza, dunque, vuole essere il rilievo dato alla partecipazione dei «cittadini europei di ogni contesto sociale e ogni angolo dell’Unione» (ivi, 2), in particolare i giovani, l’intero processo essendo stato concepito “dal basso verso l’alto”.
I cittadini e le realtà della società civile, infatti, potranno contribuire attraverso due canali: gli eventi in presenza, e una piattaforma digitale multilingue interattiva, (https://futureu.europa.eu).
Gli eventi in presenza, organizzati a vari livelli (europeo, nazionale, transnazionale, regionale) con l’intento di assicurare una partecipazione quanto più ampia possibile, per
Garantire la rappresentatività dei vari profili (origine geografica, genere, età, contesto socioeconomico, livello di istruzione), « costituiranno laboratori di confronto tra cittadini di Paesi diversi, in cui si potrà parlare di temi europei senza che siano filtrati dalle dinamiche più legate alle vicende nazionali, come solitamente accade, ad esempio, in occasione delle elezioni europee » (G. Riggio, cit.).
Si dovrebbe, così, realizzare un circolo virtuoso: «i panel [riunioni] di cittadini dovrebbero tener conto dei contributi raccolti nel quadro della Conferenza e alimentare i lavori della plenaria della Conferenza mediante la formulazione di una serie di raccomandazioni» (Unione Europa 2021, ivi).
La piattaforma digitale multilingue interattiva, concepita come il centro di raccolta e di diffusione di tutto ciò che attiene alla Conferenza, come le sedute plenarie, gli eventi programmati ai vari livelli, i contributi man mano presentati, «consentirà ai cittadini e ai corpi intermedi di informarsi con maggiore facilità e di intervenire nel dibattito con proprie riflessioni, con commenti a quanto è stato pubblicato da altri, con la creazione di eventi. La piattaforma permetterà, inoltre, di seguire l’avanzamento dei lavori della Conferenza, grazie anche a un sistema sviluppato per la gestione dei feedback, che faciliterà l’analisi dei punti principali sollevati…Quanto emerso attraverso questo ampio processo sarà ripreso e discusso dalla Conferenza nella sessione plenaria, composta da rappresentanti delle Istituzioni europee, dei Parlamenti nazionali, dei cittadini, delle parti sociali e della società civile». (G. Riggio, cit.).
Preso atto a distanza di anni, che tanto l’euro quanto l’allargamento dell’UE sono stati processi importanti ma “incompleti”, la Conferenza è quindi un appuntamento importante per riprendere a parlare del futuro dell’UE, come evidenziato anche da David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo: « Con la Conferenza sul futuro dell’Europa tutti i cittadini europei e la nostra società civile avranno l’occasione unica di plasmare il futuro dell’Europa, un progetto comune per una democrazia europea funzionante ».
« L’ apertura effettiva di uno spazio di dialogo e riflessione – sottolinea ancora G. Riggio (cit.) è la chiave decisiva per stimolare la partecipazione dei cittadini come singoli e nelle formazioni sociali di cui fanno parte. Ma è anche un baluardo perché non ne siano tradite le attese: quanto più ampia, preparata e ricca sarà la partecipazione, tanto più difficile sarà per la classe politica europea addomesticare gli esiti del confronto. In questo processo, senza sostituirsi alle Istituzioni, tocca alla società civile e ai mezzi di informazione il compito di sostenere la Conferenza e vigilare perché questa scommessa democratica non venga persa ancor prima di iniziare».
Da qui, questo nostro modesto contributo ad campagna di comunicazione, che avremmo sperato ben più diffusa, sui media locali, regionali e nazionali, innanzi tutto per informare sull’avvio di questa importante iniziativa, la cui conoscenza ci pare ancora scarsa presso l’opinione pubblica; poi per sollecitare la nostra Amministrazione, nella persona dell’Assessore alle Politiche ed Attività culturali, in raccordo con le Istituzioni Regionali e Statali, ad attivare, se ancora non è stato fatto, iniziative di promozione e di sensibilizzazione della comunità cittadina, e specialmente dei giovani tramite le Istituzioni scolastiche, perché possa maturare un’adeguata consapevolezza sull’iniziativa, sull’opportunità politica e culturale di una costruttiva e critica partecipazione e sulla rilevanza circa i risvolti concreti che ne potrebbero derivare sui soggetti portatori di diritti di cittadinanza, in questo caso, europea.
Aprire, anche per Bagheria, uno spazio democratico di dimensione europea, inserire anche Bagheria in un circuito di dibattito culturale e politico di respiro europeo, fuori dalle anguste, asfittiche e ristrette visioni localistiche, o peggio ancora, nazionalistiche e “sovraniste”, sarebbe certamente un bel ricambio d’aria, una preziosa immissione di ossigeno. Con l’auspicio che ciò possa tradursi in realtà “effettuale”.

Per il Gruppo Civico Noi Cittadini di Bagheria
Prof. Manlio Schiavo

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