Ambiente, Beni Comuni, Legalità e Accoglienza: un resoconto di ABLA FEST

Ambiente, Beni Comuni, Legalità e Accoglienza: un resoconto di ABLA FEST

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Conclusosi con notevole successo ABLA fest , il festival del Geosito Arco Azzurro, giunto alla seconda edizione. Festival ,questo, che riesce a integrare le attività di cittadinanza attiva e partecipazione della comunità locale a momenti ricreativi e artistico- musicali di notevole qualità.

I tre giorni di incontri, dibattiti, mostre e proiezioni su tre temi: beni comuni e legalità , accoglienza e diritti umani , ambiente ed ecologia sono stati organizzati dall’Associazione Natura & Cultura – che gestisce il Geosito – con il patrocinio dell’Arci, del Comune di Bagheria e dell’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia.
Insieme a Natura & Cultura, ha partecipato ad Abla Fest un cartello di associazioni e comitati che collaborano sin dalla prima edizione (del 2019):ATS Baaria, Bocs Aps, Casa Teatro, Centro Artistico Musicale, Centro Pio La Torre, Consulta Giovanile Bagherese, Friday for Future, Lipu. Associazioni che facendo sistema fanno parte della r ete del progetto ecomuseale ricadente nei Comuni di Bagheria e Santa Flavia.
Giorno 19 luglio, anniversario della strage di Via D’Amelio, si è scelto di dedicare la giornata inaugurale alla legge Rognoni – La Torre, che istituisce il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni derivanti dal reati di mafia, provando ad approfondire le attuali problematiche che riguardano il riutilizzo degli stessi beni. Si è perciò organizzato un dibattito che ha visto la partecipazione di Leonardo Agueci – ex Procuratore aggiunto di Palermo, Agostino D’Amato – Centro Studi Pio La Torre, Pino Fricano – già assessore al demanio e beni confiscati del comune di Santa Flavia, moderati da Michelangelo Aiello della rete interassociativa , davanti a un pubblico composto per la maggior parte da giovani studenti.
Il Procuratore Agueci ha aperto il dibattito con un importante ricordo personale di Paolo Borsellino, mettendo in luce sia la passione che la professionalità del Giudice assassinato dalla mafia e che ha ispirato il lavoro futuro di molti colleghi .
Si è poi passati ad analizzare nello specifico alcuni casi in cui la gestione dei beni è stata e continua ad essere difficoltosa, attraverso l’importante esperienza tecnico amministrativa di G.Fricano, che ha raccontato le difficoltà a livello comunale legate alle varie fasi, dalla scrittura di un bando, le tempistiche che spesso le commissioni non rispettano e gli stakeolders locali che, a volte, non hanno le risorse adeguate per il riutilizzo dei beni.
Agostino D’Amato, ha evidenziato le differenze e i diversi problemi che corrono tra aziende confiscate e beni immobili confiscati. Gli immobili seguono una trafila che dura, a volte ,anche più di 10 anni prima di passare alla fase dei bandi ; per le aziende ,invece, spesso ci si ritrova a dover mettere mano a gestioni di beni che, quando in mano ai mafiosi si alimentavano grazie a situazioni illegali ( lavoro in nero, clienti “obbligati”, fornitori non pagati, etc ,etc)nel momento in cui pasaano allo Stato diventa complicato per chiunque provare a far andare avanti situazioni che diventano insostenibili, confrontate col mercato che segue le regole. Il tutto poi aggravato dal fatto che chi è chiamato a gestire, spesso, si occupa di tutt’altro, basterebbe pensare alla figura di manager secondo le tipologie di aziende.
Per mettere mano a queste questioni servirebbe, innanzitutto, una volontà che la politica non dimostra, basti pensare all’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati che, spesso, non dispone di dati aggiornati o dell’organico necessario per far fronte alle numerose confische che ormai avvengono in tutto il territorio nazionale. Anche se numericamente , questwe, sono sempre di più al Sud, quelle di maggiore valore sono ormai al nord e specialmente in Lombardia.
A seguire, durante la serata , dopo il consueto angolo ristoro con prodotti tipici locali offerti dai nostri partners . un numerossissimo pubblico, formato da genitori e non solo, ha assistito allo spettacolo teatrale “AssurdaMente”, pillole di teatro dell’Assurdo da S. Benni, H. Pinter, A. Ruccello, K. Valentin, E. Ionesco; con gli alunni di CASA TEATRO e successivamente alla performance strumentale “SuONO”, con Andrea Di Salvo (violino e basso), Gioele Gagliano (chitarra), Ciro Gionathan Damiano (chitarra e piano), Emanuele Tomasello (basso e piano) curata dal CAM-Centro Artistico Musicale.
Il secondo giorno di dibattito si è incentrato sui diritti civili, sui temi della solidarietà e dell'accoglienza oltre che della fondamentale questione dell'integrazione. Anche a questo dibattito hanno partecipato numerosi giovani del comprensorio interagendo coi relatori che esponevano le tematiche preposte .Si sono potute, anche in questo incontro, avanzare e sintetizzare proposte per il miglioramento sociale della comunità.
A seguire il concerto di Sandro Joyeux, cantante Reggae e Afro di origini franco-italiane che ha animato la serata con le sue sonorità riscuotendo un notevole ed animato coinvolgimento da parte del variegato pubblico.

La giornata finale di Abla Fest , è stata interamente dedicata alle tematiche ambientali, focalizzando l’attenzione sui seguenti argomenti:
Aree Natura 2000 – Direttiva Habitat che interessa nei Comuni di Bagheria e Santa Flavia;
Aree agricole marginali che rivestono l’insostituibile ruolo di ecosistemi funzionali all’ambiente in sensu lato assediate da reiterati e rinnovati assalti di speculazione edilizia, in primo luogo l'area a margine del quattrocentesco ponte-acquedotto sul fiume Eleuterio .Tali aree sono inesorabilmente divorate da parcheggi per autotreni e autoarticolati e trasformate in squallidi e anonimi ghetti di periferia.
Le discese a mare, spesso di difficile accessibilità o addirittura inesistenti, e pertanto argomento “caldo” non solo in relazione alla stagione estiva. Il dibattito è stato incentrato sull’accesso alla nota Baia detta“Francesi”, reso incerto dalla mancata realizzazione nel tempo di un accesso pubblic o alla pertinente area demaniale.
Last but not least, i Piani di Lottizzazione che stanno soffocando i principali monumenti storici di Santa Flavia depauperando ulteriormente ciò che resta delle campagne flavesi.
Ospiti dell’evento, nella veste di relatori, sono stati l’Ing. Giuseppe Gallo , il Geologo Giuseppe Caputo, il Prof. Mario Lo Valvo (Protezione e Gestione della fauna UNIPA), il Dott. Enrico Bellia (Conservatore del Museo di Zoologia P. Doderlein ), i moderatori dell’incontro sono stati il Dott. Agronomo Riccardo Baiamonte e Alice Durante di Friday for future.
Totalmente assenti, le istituzioni dei Comuni di Bagheria e Santa Flavia, i rappresentanti della Guardia Costiera di Porticello e della Polizia Municipale del Comune di Bagheria, nonostante fossero stati ufficialmente invitati all’evento.
Numerosi, invece, i cittadini che. con molta attenzione. hanno assistito al dibattito e preso parte alla discussione, soprattutto quando la tematica ambientale ha riguardato le speculazioni edilizie che stanno saccheggiando le campagne del Comune di Santa Flavia, e hanno interessato gli accessi al mare, primo fra tutti quello/i che permetterebbero la fruizione della famosa baia detta Francesi.
Gli ospiti hanno ben descritto gli ambiti territoriali trattati e le loro peculiarità.
L’ing. Giuseppe Gallo, ha evidenziato la necessità di porre a tutela dalle speculazioni edilizie, le piane di Bagheria e Santa Flavia, con l’istituzione di due Parchi Agricoli ad ovest di Bagheria, interessando la c.da Monaco, sin fino S. Isidoro, la costa e la sponda del fiume Eleuterio; ed un altro tra Bagheria e Santa Flavia, , proponendo inoltre la creazione di un nuovo sistema di percorsi di mobilità alternativa che metta in rete gli oltre 90 punti di interesse storico, artistico e naturale già presenti all’interno del territorio. Questi offrirebbero importantissimi sevizi ambientali (umidità, mitigazione del clima, contrasto ai cambiamenti climatici, ricarica falda idrica, mantenimento della biodiversità nel consolidamento della RETE ECOLOGICA LOCALE, risvolti economici, socio-culturali; spazi fruibili alla collettività per il gioco o lo sport), oltre a proteggere dalla distruzione le peculiarità paesaggistiche nei sui elementi (saie, gebbie, torri dell’acqua, fronti di cave, cave sotterranee, turciuniati), agrumeti, uliveti e alberi di alto fusto.
Aree di campagna utili, appunto, anche alla fauna della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) “Rupi di Catalfano e Capo Zafferano) e al Sito di Interesse Comunitario (SIC) Marino denominato “Fondali di Capo Zafferano”, da poco istituito dall’ARTA Sicilia.
In riferimento alle aree Natura 2000, il Prof. Lo Valvo ha spiegato ai presenti, cosa fossero, sotto l’aspetto normativo della Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE) e della Direttiva Uccelli (Direttiva 79/409/CEE) e perché importanti. Quali fossero le specie animali di mammiferi, anfibi e uccelli tipici delle due aree.
Per questo indicava quale fosse lo strumento che, i Comuni e la Regione, dovessero obbligatoriamente adottare al fine di permettere uno sviluppo economico del territorio in linea col mantenimento della Biodiversità nelle aree Natura 2000; strumento che viene identificato nella la Valutazione di Incidenza Ambientale (VinCa),; ovvero quel “procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano, programma, progetto, intervento od attività (P/P/P/I/A) che possa avere incidenze significative su un sito proposto della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso” (https://www.mite.gov.it).
E ancora:
“Per quanto riguarda l'ambito geografico, le disposizioni dell'articolo 6, paragrafo 3 non si limitano ai piani e ai progetti che si verificano esclusivamente all'interno di un sito Natura 2000; essi hanno come obiettivo anche piani e progetti situati al di fuori del sito ma che potrebbero avere un effetto significativo su di esso, indipendentemente dalla loro distanza dal sito in questione (cause C-98/03, paragrafo 51, C-418/04, paragrafi 232, 233)” (https://www.mite.gov.it).
Come ripreso dall’intervento del Geologo Giuseppe Caputo nel parlare dell’istituzione del SIC marino “Fondali di Capo Zafferano” e del suo habitat prioritario delle Posidonia che riveste importantissimi risvolti ecologici, primo fra tutti l’ossigenazione delle acque e la protezione delle coste sabbiose dall’erosione marina. Sic marino che dalla plaia di Aspra si estende per un profondità di diversi Km, arrivando sin fino in territorio comunale di Santa Flavia.
Biodiversità perduta negli anni, per come il Dott. Enrico Bellia, ha raccontato nel suo intervento e che ha anche permesso di conoscere il ruolo importantissimo svolto da Pietro Doderlein, fondatore del secondo museo di Zoologia più importante in Europa, in termini di collezione di pesci a secco. SI è appreso dell’esistenza , un tempo, nella nostra isola del lupo, della presenza dello storione nelle foci di alcuni fiumi isolani, oltre che nel fiume Oreto; e dell’abbondanza di pesci ossei e cartilaginei nel nostro mare.
Dall’interessantissimo dibattito sull’ambiente tenuto presso il Gesotio dell’Arco Azzurro, però si è potuto, purtroppo apprendere, che le politiche di sviluppo economico e di trasformazione del territorio, adottate dai comuni di Bagheria e Santa Flavia, non tengono affatto delle prescrizioni obbligatorie imposte dalla Direttiva Habitat nell’imporre ai promotori di qualunque piano/programma/progetto lo studio di incidenza ambientale.
Cosi si resta basiti, nell’apprendere che il Comune di Santa Flavia ha rilasciato diverse decine di Concessioni edilizie, senza avere richiesto alcuno Studio di Incidenza Ambientale, al fine di tutelare l’Habitat Prioritario della posidonia (1120* Praterie di Posidonia) presente nei fondali marini antistante le coste dei due Comuni, dall’impatto negativo che si ha e si avrebbe per i metri cubi di nuovi reflui urbani non depurati, immessi direttamente in mare, poiché il Comune è sprovvisto di depuratore.
Piani di lottizzazione che eroderebbero l’unica piana agricola ancora vergine in territorio. Aree, in cui l’unità paesaggistica è (soprattutto) il suolo libero dal cemento, in cui gli elementi rurali delle trasformazioni agrarie passate (torri d’acqua, senie e norie, saie, terrazzamenti, gebbie, ecc.), caratterizzate da ipogei e fronti di cava delle numerose pirriere, dai bagli e torri, testimoniano un paesaggio antico ricco di testimonianze.
Piani di lottizzazione che hanno già cementificato diversi ettari di campagne e che stanno per opprimere la Basilica di Senta Anna e la Barocca Villa Filangeri col suo settecentesco giardino.
Un sacco edilizio che si ripete. Un sacco edilizio che ci riporta in dietro negli anni in cui la mafia e il malaffare erano le forze oscure che decidevano il futuro della comunità Che soffocavano i monumenti e allontanavano la città dal mare. .
Al 2020, a quanto pare, il modo di pensare ed agire di una parte della popolazione locale e dei suoi rappresentanti comunali, politici e tecnici che siano e delle forze di controllo del territorio, non è cambiato. Scelte scellerate e pericolose che stanno decidendo il futuro delle nuove generazioni e distruggendo ancora una volta il territorio e il suo paesaggio. Oltre che avvelenando il mare.
La serata conclusiva , a cura del CAM-Centro Artistico Musicale, ha visto salire sul palco il terzetto formato dal violinista Francesco Incandela, dal bassista Luca La Russa e dal batterista Vincenzo Lo Franco presentando e facendo ascoltare il recentissimo album FLOW vol. 1 animando, così ,con le loro sonorità, l'evento finale.
Notevole riscontro di pubblico ha suscitato la mostra sull’area S.I.C. di Monte Catalfano e Capo Zafferano incentrata su divere specie endemiche del territorio e infine la particolare e piacevole presenza ( anche per questa seconda edizione) del punto di osservazione astronomica gestito da INAF (Istituto Nazionale Astrofisica) e OAPA (Osservatorio Astronomico Palermo) con il dott. Mario Guarcello.
Coerentemente con le finalità e gli obiettivi preposti dalla rete interassociativa sono stati attuati interventi come il rafforzamento del senso di appartenenza e la consapevolezza delle identità locali attraverso la riproposizione in chiave dinamico-evolutiva delle radici storiche, culturali e politico-civili della comunità di riferimento ; la promozione e relativa acquisizione dei presupposti culturali e identitari di una comunità che si vuole riconoscere in pratiche di vita democratica e plurale, l'a ttivazione e partecipazione attiva della comunità, delle istituzioni culturali e scolastiche , delle associazioni locali ai processi di valorizzazione, ricerca, fruizione attiva e promozione del patrimonio culturale-materiale, immateriale- sociale e ambientale del comprensorio.
La valorizzazione del patrimonio culturale in quanto elemento del territorio, funzionale alla costruzione e rivitalizzazione di reti di attività e servizi volti a promuovere la sostenibilità ambientale e sociale di questa area omogenea offrendo così occasione di sviluppo economico.; la promozione delle attività di documentazione, catalogazione, ricerca scientifica e didattico-educativa relative all’ambiente, al paesaggio, alla storia e alle tradizioni locali del territorio, la promozione di percorsi ed itinerari di visita già attuati e attuabili volti alla conoscenza e alla comprensione degli ambienti naturali, del patrimonio territoriale nelle sue componenti ambientali, storico-culturali, produttive e demoetno antropologiche; fondamentale per ultima la promozione e sostegno alla conoscenza e valorizzazione del paesaggio attraverso la partecipazione e il coinvolgimento attivo della popolazione residente nei processi di identificazione e rappresentazione delle peculiarità dei luoghi.
I documenti e le proposte scaturite dal Festival saranno trasmesse agli Enti locali e agli Assessorati di competenza poiché crediamo e continuiamo a credere nella fondamentale interazione - confronto fra cittadinanza ed Istituzioni .
A cura della RETE interassociativa A.B.L.A fest

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