La via... del Beato Cusmano

La via... del Beato Cusmano

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Dal "Giornale di Sicilia" di lunedì 10, apprendiamo che il sindaco di Bagheria Biagio Sciortino, avrebbe dato disposizioni all'Uffico Tecnico del Comune per individuare nel territorio comunale una strada da intitolare al Beato Giacomo Cusmano, fondatore del Boccone dl Povero.
Non abbiamo niente contro il Beato Cusmano, e la proposta del Sindaco; la notizia e il modo di procedere però, ci offre l'occasione per affrontare sotto diversi aspetti una questione, quella della "onomastica stradale" considerata problema di secondaria importanza, che viene affrontato dalle amministrazioni bagheresi susseguitesi negli anni con approssimazione, faciloneria e arbitrio.

Come se decidere di intitolare una strada, e non ce ne voglia Biagio Sciortino, sia una sorta di diritto feudale di cui è titolare il sindaco.

C'era un tempo a Bagheria in cui i sindaci, si ricordavano all'improvviso dei loro cari scomparsi e nel tempo libero gli intitolavano una strada, o peggio cambiavano il nome a quelle esistenti.

Ma il problema della toponomastica è ben più complesso ed ha diversi risvolti, che in questa sede, ed una volta per tutte, vogliamo esaminare.

A partire dalla carenza a Bagheria di indicazioni stradali: sono decine, a Bagheria, le strade "anonime", senza targa alcuna, che costringono i non residenti a lunghissimi giri per trovare uno straccio di nome o a chiedere informazioni a vigili e passanti.

Ma questo è solo un aspetto e, volendo, neanche il più importante.
Per intitolare le vie esiste, o dovrebbe esistere, una commissione, appunto per "l'onomastica stradale", che è tenuta a rispettare leggi, norme e regolamenti.

Una delle norme universalmente disattese, al punto che è meglio che venga abolita, è quella secondo cui per intitolare una via, una piazza ad un personaggio per quanto famoso esso sia, devono essere trascorsi almeno dieci anni dalla morte.
Sappiamo tutti che nel caso di eccidi di mafia o di terrorismo, che hanno colpito la coscienza collettiva si è derogato a questa norma.
Pensiamo ad Aldo Moro o Falcone e gli uomini della scorta: quasi tutti i comuni d'Italia ne hanno onorato la memoria, senza attendere i dieci anni canonici dalla scomparsa.
Ma se è comprensibile la violazione di una norma in questi casi particolari, non è detto che la si debba violare sempre: e potremmo citare una infinità di casi.

Senza dimenticare che la commissione toponomastica dovrebbe portare poi in consiglio le proprie proposte dopo avere acquisito, laddove si intenda onorare il ricordo di un qualche concittadino emerito, il parere della Società di Soria Patria.

Ma alcuni principi elementari a Bagheria, debbono essere però, crediamo, rispettati.
A partire, dal divieto di cambiare nomi alle strade, e per due ordini di motivi.
In primo luogo si crea un disagio ai cittadini residenti in quelle vie, e che sono costretti a cambare in tutti i loro documenti il nome della via; e se ci riflettete sono decine e decine: dalle banche, alle scuole, alle A.S.L. ecc...
Ma anche le attività commerciali per comprensibili motivi possono averne un danno anche economico: modulistica, stampe, depliant e quant'altro, con il vecchio indirizzo diventerebbero inutilizzabili, oltre al fatto che sarebbero costretti a informare la clientela dell'avvenuto cambio di indirizzo.

C'è ancora oggi un contenzioso aperto tra una attività commerciale che da Via Città di Palermo, all'improvviso si è trovata trasferita in Viale ing. Giuseppe Bagnera.
Un tempo l'amministrazione comunale di Bagheria cambiò il nome della Via Passo del carretto in Via S.Giovanni Bosco, e Via F.P. Perez (la litoranea che va da Aspra a Capo Zafferano) in Via sen. Mineo, ritornando poi indietro sulla decisione; ma già il danno era fatto.

Peraltro molti nomi di strade e piazze sono proprio legate a dei "topoi" che è giusto rimangano tali nella memoria di una comunità: Via Passo del carretto, stava proprio ad indicare le dimensione della via (il "passo " appunto del carretto), Via Prigione, o Via del Cavaliere, o Piano Cutò, o Piano Stenditore - nome derivato dall'usanza dei pescatori di Aspra di stendere le loro reti ad asciugare -, o Punta Guglia, per la presenza di una pietra miliare che finiva con una estremità appuntita da far pensare ad una "guglia", o Via della Chiesa o Via Dietro Certosa, o Via Collegio e potremmo continuare.

Un'altra regola minima che avrebbe dovuto, e dovrà essere in futuro assolutamente adottata, è che nella iscrizione del nome debba essere aggiunta almeno l'attività di colui al quale la via viene intitolata e, almeno, la data di nascita e di morte.
Lo abbiamo sostenuto in altra sede: i nomi delle strade sono il primo libro di storia che ci capita sotto gli occhi: sapere che Senofonte era uno storico greco del IV secolo a.c. e Ponchielli un compositore del XVIII sec., arricchirebbe e di molto le nostre conoscenze.

Io lo confesso senza alcuna vergogna di non conoscere qualcuno dei personaggi, sicuramente famosi, cui sono intitolate alcune strade di Bagheria.
E per chiudere, i materiali e la cura con cui i nomi debbono essere riportati sui supporti, siano essi brutta "latta" come quelli di Bagheria o raffinati "cocci" come si vedono a Cefalù: scrivere Via Cowitini, o leggere su un mezzo commerciale Via A. La Briola , piuttosto che A. Labriola, in un paese di cultura come presumiamo di essere, fa un pò vergognare.

Per tutte queste cose, caro Signor Sindaco, invece di "dare mandato" all'Ufficio Tecnico di trovare una strada da intitolare al beato G.Cusmano, proponga più correttamente alla Commissione per l'onomastica stradale di cui Lei è il presidente di intitolare una strada al Beato Giacomo Cusmano, fondatore del Boccone del Povero, Palermo 1834-1888.
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