Paolo Zarcone, l'ultimo dei cantastorie

Paolo Zarcone, l'ultimo dei cantastorie

Storia Locale - Personaggi
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Paolo Zarcone, inizia a suonare la chitarra all’età di 12 anni.
Di lì a breve, comincia a comporre musica leggera italiana, con testi che spaziano dal carattere sentimentale a quello di denuncia e di impegno sociale.

A questa produzione, dal 2004 affianca quella di canzoni in lingua siciliana, interpretando brani di sua composizione e brani tratti da testi letterari già esistenti, come dalle poesie di Ignazio Buttitta e dalle “cantate” di Rosa Balistreri (U lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali, Cantata contro la mafia, Li pirati a Palermu, Mi votu e mi rivotu).

Nonostante la sua giovane età, subisce in maniera folgorante il fascino di una tradizione siciliana che affonda le radici molto indietro nel tempo, e cioè quella dei “cantastorie”, figura quasi completamente scomparsa nell’odierno panorama musicale.

Nel 2006, in occasione di un’esibizione a Portella della Ginestra, in memoria dell’eccidio del 1 maggio 1947, presenta il brano “Lamentu d’una matri”, da un testo di Buttitta.
Quello è un giorno importante per la sua vocazione artistica, anche perché sperimenta una nuova forma d'arte, portando in piazza una combinazione tecnica tipica di questo genere di musica popolare, mescolando immagini, musica e parole.
Durante l'esibizione propone al suo pubblico la visione di alcuni "cartelloni" da lui disegnati, in grado di sintetizzare graficamente alcuni nodi fondamentali, e tristemente conosciuti, della nostra storia patria.

La sua è una scelta tecnica e stilistica che risponde ad un’esigenza di comunicare ad ampio raggio, di abbattere qualunque tipo di barriera che possa inibire la comprensione diretta dei suoi messaggi: ed in questo è profondo interprete di quella antichissima funzione di “voce e portavoce del popolo” svolta dai cantastorie, e prima ancora dai giullari, nella notte dei tempi.

Si esibisce diverse volte in occasione di manifestazioni culturali, giornate della memoria, concerti, rassegne, ma è nel settembre dell’anno scorso che tieni il suo primo vero concerto a Bagheria, presso Palazzo Cutò: oltre ai brani di Rosa Balistreri e a quelli ispirati alle poesie di Buttitta, propone per la prima volta alcuni brani inediti, rigorosamente in endecasillabi siciliani, dove spicca la serenata “Longa è ‘a nuttata”.

Il successo di critica e pubblico lo spinge ad andare avanti: compone altri testi, prendendo spunto sempre dalla storia locale ed abbinando alla sua musica le sue realizzazioni visive, fra cui ricordiamo le cantate sui principi Butera e Palagonia.


Di sotto il video de "Longa è 'a nuttata". Musica e parole di Paolo Zarcone.





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