Caso Urban Italia: parla Pippo Bartolone della C.G.I.L.

Caso Urban Italia: parla Pippo Bartolone della C.G.I.L.

cronaca
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Parliamo con il dott. Pippo Bartolone, del direttivo della C.G.I.L. e della Camera del Lavoro, per essere informati sulla spinosa questione degli incarichi Urban e dei  dirigenti, oltre che sul momento difficile che le relazioni tra sindacato e amministrazione attraversano.


Il comunicato della C.G.I.L. sulle presunte irregolarità dei recenti incarichi Urban ha suscitato molto clamore. Ci sono novità nel merito?

La situazione è in divenire ma vi sono due ordini di problemi: il primo è che il dirigente settore VI, responsabile del programma Urban, ha disatteso il rispetto della finanziaria nonostante cinque sigle sindacali già nel mese di Febbraio, quindi fin dalla pubblicazione del bando avessero sottolineato tale grave mancato rispetto delle norme vigenti in Italia, programma Urban compreso.
La seconda questione, invece, si è evidenziata quando il dirigente stesso ha proceduto senza curarsi che esistono diritti sindacali che l'amministrazione non può disattendere.


Qualcuno sostiene che essendo Urban Italia un programma con un bilancio proprio abbia piena autonomia di gestione.

E' stupefacente che qualcuno possa dire una simile eresia. Speriamo per il suo bene e per le professionalità all'interno dell'Ente, che tale idea strampalata non venga pronunciata da qualcuno che opera in una amministrazione pubblica.
Non ci risulta che Urban sia una sede diplomatica, dove esiste l'extraterritorialità: Urban è soggettta alle leggi dell'ordinamento italiano e dve tenere conto delle leggi amministrative e contabili del nostro Stato.
In ogni caso la legge sulla trasparenza è stata palesemente calpestata. O dobbiamo pensare che la legge 241 non possa trovare residenza in questo settore dell'Ente?



Avete contestato anche la scarsa trasparenza della graduatoria.

Il bando, al suo articolo 6, quindi stabilito dalla stessa responsabile del procedimento, prevedeva la compilazione di una graduatoria. In realtà la commissione ha disatteso lo stesso bando e ha ritenuto di affidare gli incarichi senza alcuna graduatoria ma limitandosi a fornire un ordine alfabetico dei partecipanti e addirittura, nemmeno di tutti coloro che hanno presentato istanza.
Eppure la commissione a fronte della pubblicazione per un periodo assolutamente esiguo del bando , ha poi impiegato mesi per pronunciarsi.

Ci spieghi meglio.

La questione è semplice: da una parte tutti coloro che hanno presentato istanza non hanno alcuna certezza perchè, è tutto poco chiaro.
Dall'altra, le persone selezionate si stanno ritrovando nell'occhio del ciclone e a dover loro malgrado, fare i conti con la scure della revoca solo perchè non è stato eseguito correttamente quanto previsto dallo stesso bando di selezione.
Dove è la graduatoria? Quanti punti distaccano il primo selezionato da tutti gli altri candidati? E poi, è vero che la prima vincitrice per una delle figure ha rinunciato e verrebbe chiamato il secondo? A questo punto tutto si confonde e tutte le ipotesi sono possibili. Che senso ha questa mancanza di trasparenza?


Qualcuno dopo il polverone sollevato teme per i finanziamenti del programma Urban, perchè ci sarebbero tempi e scadenze da rispettare.

Ha mai sentito parlare di "escamotage" per distogliere l'attenzione? Magari non sarà questo il caso ma se la questione è stata realmente posta in questi termini, qualche dubbio sorge. Ci fosse stata l'urgenza di conferire i suddetti incarichi, allora non si spiegherebbero i tanti mesi persi per una graduatoria che non c'è.
E poi che se non vi è il rispetto della normativa vigente, la responsabilità è di chi evidenzia le anomalie o di chi trasgredisce le norme?



Che epilogo potrà avere questa situazione?

La C.G.I.L. per il suo modo di operare non lascia niente di intentato e porta avanti con impegno e massima determinazione le sacrosante battaglie per la difesa dei diritti dei lavoratori. Questa è una delle tante e tutte della medesima importanza per noi. Pertanto, utilizzeremo tutti i canali che la legge ci consente perchè il rispetto dei principi della legalità, trasparenza e del trattamento paritario di tutti i lavoratori vengano salvaguardati.


Altro punto cruciale che vede la C.G.I.L. a muso duro contro l'amministrazione riguarda il conferimento di incarichi a termine della dirigenza. Dove sta realmente il problema?

Sono due le cose da sottolineare: la prima è che crediamo, conoscendo a fondo le questioni legate al personale e seguendo passo dopo passo la storia dei dipendenti dell'Ente, che mantenere ben otto settori sia un'assurdità.
Ce ne fossero solo cinque, come in passato, la città risparmierebbe centinaia di migliaia di Euro l'anno.
La seconda è che se l'amministrazione Sciortino proprio non può fare a meno di questi professionisti con contratto a termine, allora deve regolarizzare una volta per tutte la loro posizione.



Allora l'orientamento è quello del concorso pubblico?

Riteniamo che un ruolo delicato, cruciale , fondamentale come quello dei dirigenti debba essere affidato con regolare concorso e che non debba esistere la spada di Damocle del rinnovo del contratto, altrimenti non vengono più a dipendere dalle amministrazioni ma dai politici che governano.


Ma sarebbe un concorso rivolto all'interno o all'esterno dell'Ente?

Per essere dirigenti sono necessari laurea specialistica e cinque anni di ruolo nella categoria direttiva nella pubblica amministrazione. Inoltre, per i tecnici, ad esempio, di solito è prevista anche l'iscrizione agli albi di competenza. Quindi tutti i dipendenti dell'Ente in possesso di tali requisiti sarebbero anch'essi pienamente legittimati a partecipare.




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