Vicenda Lo Iacono: gli scenari possibili

Vicenda Lo Iacono: gli scenari possibili

cronaca
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Investigatori e magistrati della DDA, che sono stati impegnati sul mancato omicidio di Pietro Lo Iacono, continuano a lavorare senza sosta ad una indagine che non sembra si chiuderà con i primi fermi e i successivi arresti,
per cercare soprattutto di capire cosa sta succedendo dentro cosa nostra bagherese e non solo.

I fatti che sembrano innanzitutto accertati: il sabato che emerge dalle intercettazioni, doveva essere sabato 12 Luglio, ed il progetto di eliminazione del Lo Iacono è stato modificato in “corso d’opera”.

All’inizio avrebbe dovuto esser un sequestro con conseguente sparizione (un “modus operandi” caro alla vecchia mafia bagherese), ma per difficoltà probabilmente anche logistiche (il Lo Iacono è alto e corpulento, peserà oltre 100 Kg., e anche a stordirlo, non sarebbe stato poi facile e veloce caricarlo su un furgone), si sarebbe passati alla decisione più radicale e più eclatante: l’eliminazione diretta e plateale, pare, ma non è affatto confermato, nel lido dove soleva recarsi con la moglie (nella foto il lido di Fondachello).

Altri punti fermi: i quattro fermati al di là della risonanza dei loro cognomi, secondo le indagini farebbero parte integrante della famiglia mafiosa di Bagheria (o di una sua componente), e negli ultimi mesi avrebbero avuto un ruolo sempre più significativo nel settore delle estorsioni e del pizzo alle imprese.
Quello che gli inquirenti stanno cercando di capire, è il contesto in cui la decisione di eliminare il Lo Iacono sarebbe maturata.

Se si tratta di un episodio isolato in cui si voleva fare una operazione “chirurgica”, isolata insomma, per sbarazzarsi di qualcuno che aveva fatto uno sbaglio o uno sgarro, o si stava sottraendo alla assunzione di compiti e responsabilità che per il ruolo che aveva avuto gli competevano, o invece, che il progetto criminale rientrasse in una strategia più vasta che vede forze nuove in campo per disegnare l’organigramma dei nuovi capi di cosa nostra del dopo Provenzano a Bagheria e nel territorio...
In ogni caso sono entrambe ipotesi inquietanti, che fanno stare in fibrillazione una intera comunità, per quello che potrebbe adesso accadere.
Quasi certamente però è un mutamento di strategie, rispetto al periodo della sommersione e della attenuazione dell'allarme sociale provocato dalla mafia, con fatti di sangue clamorosi.
Le settimane e i mesi a venire daranno una risposta.

E’ confortante comunque veder che le forze di polizia e i magistrati, negli ultimi tempi stanno attuando efficacemente quelle strategie di prevenzione che anticipano in molti casi le scelte criminali e organizzative di cosa nostra.
Un'unica nota un po’ stonata: non abbiamo sentito o letto di dichiarazioni di uomini dei partiti o delle istituzioni che abbiano manifestato riconoscenza a quanti con sacrifici garantiscono la nostra sicurezza.

Sarà senz’altro il caldo e le incipienti vacanze: almeno così vogliamo sperare.

Nella foto di copertina il PM Nino Di Matteo
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