Una protesta insolita è andata in scena ieri nell'aula bunker del Tribunale di Palermo, durante l'udienza preliminare del processo "Panta rei", contro 46 tra presunti boss e gregari dei clan di Porta Nuova e di Bagheria. La gran parte degli gli imputati hanno chiesto la parola e a turno, suscitando sorpresa nei presenti, hanno revocato i mandati ai propri avvocati. Una trentina di loro è così rimasta senza difensori, situazione che ha fermato sostanzialmente il processo.
Una strategia difensiva che potrebbe avere come, quello di far decorrere i termini di custodia cautelare e di tornare liberi, almeno per 24 di loro che si trovano in carcere. Formalmente la scelta è stata motivata invece dall'esigenza di sapere quale sarà il giudice che dovrà processarli prima di scegliere eventualmente un rito alternativo.
Il gup Nicola Aiello era stato ricusato in una udienza precedente da uno degli imputati e il primo dicembre prenderà il via il procedimento per stabilire se il giudice sia effettivamente incompatibile e debba essere sostituito oppure no. Il 15 però scadranno i termini di custodia cautelare, dunque se entro quella data non saranno scelti i riti (passaggio che fa scattare nuovi termini) i detenutisaranno scarcerati. Revocare in massa il mandato agli avvocati è naturalmente un'operazione che dovrebbe allungare i tempi e far matuturare i tempi della decorrenza termini.
Il gup, però, che come prevede la legge sta comunque proseguendo l'udienza preliminare nonostante la ricusazione, dopo la revoca degli avvocati da parte degli imputati, ha assegnato loro loro tre avvocati d'ufficio e ha rinviato l'udienza al pomeriggio. I difensori d'ufficio hanno però chiesto un termine per studiare le carte del processo.
Il processo è stato rinviato a sabato 3 dicembre e l'udienza andrà avanti ad oltranza e con ogni probbilità si chiuderà solo quando gli imputati avranno scelto i riti, scongiurando così le scarcerazioni.
A revocare il mandato agli avvocati sono stati una trentina di imputati, tra cui soltanto alcuni sono:Francesco Paolo Lo Iacono, Francesco Paolo Desio, Salvatore David, Rocco Marsalone, Salvatore Mulè, Giuseppe Ruggeri e Alessandro Bronte. Non tutti sono detenuti.
L'immagine è tratta da antimafiaduemila.it
