Processo Octopus: condannati i taglieggiatori del Cafè Verdone di Bagheria

Processo Octopus: condannati i taglieggiatori del Cafè Verdone di Bagheria

cronaca
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Si è concluso in primo grado il processo Octopus in cui molti degli imputati accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso sono stati condannati e dove alcuni commercianti avevano denunciato con l’ausilio di Addio Pizzo.

«Con i giovani commercianti di Bagheria entrammo in contatto tempo fa. Erano esausti per le risse scatenate dal nulla e per la preoccupazione di perdere clientela e vanificare i sacrifici fatti fino a quel momento». Si legge nella nota di Addiopizzo difffusa dopo la sentenza. Si tratta del processo denominato anche "dei buttafuori", che venivano imposti in alcuni locali, tra Palermo e Bagheria per evitare problemi. In caso contrario i problemi venivano costruiti "ad arte", con risse e disordini davanti ai locali.

A ribellarsi a questo sistema è stato il Café Verdone, un pub di Bagheria gestito da alcuni giovani bagheresi. Alla fine di novembre del 2018, esasperati da questa situazione, si rivolgono all'associazione Addio Pizzo che li accompagna in una coraggiosa denuncia. Lo stesso movimento si costituì parte civile al processo. Un anno dopo, grazie ad un'accurata indagine dell’Arma dei carabinieri, coordinata dalla Procura di Palermo, l'arresto di un gruppo di persone dedite a imporre la vigilanza privata non solo al Caffè Verdone ma a diversi locali notturni a Palermo. Nel 2020 si arrivò al rinvio a giudizio dei dieci imputati. In primo grado sono stati condannati in 6.

Il pub bagherese in pochi mesi aveva avuto un crollo drastico della clientela e della propria immagine. Continui risse e disordini, la sensazione costruita artatamente  che quel locale fosse un posto da evitare, un ambiente non frequentare, aveva allontanato la gente. Dopo gli arresti preventivi, però, la città si strinse attorno ai tragazzi del Cafè Verdone, la gente di Bagheria e dei dintorni riempì il pub in occasione di una serata voluta da Addiopizzo all'insegna del consumo critico antiracket e della solidarietà. Un segnale importante della cittadinanza che spinse i titolari ad andare avanti.

La seconda sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Roberto Murgia, ha condannato in primo gradi sei persone: Andrea Catalano, 8 anni; Cosimo Calì 5 anni; Gaspare Ribaudo, 7 anni e 4 mesi; Emanuele Cannata, 7 anni e 6 mesi; Francesco Fazio, 8 mesi; Davide Ribaudo, 1 anno.

«Non è stato un processo semplice - si legge nella nota di Addiopizzo -. Nel corso di alcune udienze si sono registrati momenti di tensione, del resto nel silenzio di molti gestori di pub e ristoranti che hanno assunto condotte reticenti persino durante la loro testimonianza, i ragazzi del Caffè Verdone sono stati tra i pochi che, pur rifuggendo da ribalte, oltre a denunciare, con il supporto di Addiopizzo, hanno pure confermato in aula quanto avevano subito. È un percorso che si conclude - continua la nota - con una sentenza significativa e con il rammarico di non aver registrato nel processo, al fianco di chi ha trovato la forza e il coraggio di opporsi alle estorsioni, la costituzione di parte civile del Comune di Bagheria».

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