Il cielo d'Irlanda

Il cielo d'Irlanda

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Piove. In Irlanda è la normalità. Sono talmente poco abituati al sole che quando è alto, le strade si riempiono. Tutti in strada. Come a festeggiare. Come se fosse giusto dimostrare gratitudine al cielo. Piove. Dovreste vederla la pioggia d’Irlanda.

Il cielo d'Irlanda - di Angelo Tomasello

Dovreste sentirla. È leggera. Non senti l’esigenza di avere un ombrello con te. È sottile. Dopo un po’ ti abitui. Le prime settimane zigzagavo da un lato all’altro della strada alla ricerca di un balcone che mi desse un attimo di sollievo. Ci ho messo un po’ a realizzare che non ce ne erano. Del resto che se ne fanno quassù dei balconi.

Piove. Ma stanno tutti li. Tutti al pub. Dai venti ai sessanta stanno tutti assieme. Il loro concetto di divertimento è completamente diverso dal nostro. Girando per i pub ed osservandoli Mi è capitato di immaginare i miei genitori con me e i miei amici in un locale qualsiasi di Palermo. Ma anche di Roma o di Milano. Inconcepibile. Noi italiani pensiamo che divertirsi sia un concetto che appartiene solo ad un certo periodo della vita. Dai 14 ai 18 fai lo scemo col motorino. Dai 18 ai 25 vai in discoteca. Dai 25 ai 30 te la tiri in qualche noioso pub col bicchiere di vino fingendoti pure esperto. Poi basta. Poi diventi ridicolo. Si per carità vai al ristorante, al cinema, se sei facoltoso o se ti piace farlo credere vai pure al teatro. Ma non puoi fare più lo scemo. Non puoi divertirti come facevi una volta.

Passi tutta la vita a ripetere:Ai miei tempi !!”.

Io non ho nemmeno 30 anni e già avevo iniziato a fare queste considerazioni. In Irlanda è usuale incontrare comitive di cinquantenni o sessantenni che si scatenano al pub come e forse di più di un ventenne nostrano. Guardandoli mi viene da pensare che forse abbiano capito molto di più della vita rispetto a noi.
Piove. Ma il pub è pieno zeppo. Tutti col boccale in mano. Tutti a ridere. Tutti a parlare della partita di Gaelic football, sport talmente strano che nessuno fuori dall’Isola ha mai ritenuto opportuno praticarlo. Sembra calcio, ma giocano con le mani. Per loro è sacro. Se chiedi ad un irlandese quali sono le cose più importanti nella sua vita ti risponderà sicuramente il Gaelic football e la birra. Ne bevono a fiumi di birra. In una serata tipo ne devono far fuori almeno 4-5 pinte. Forse sarà anche merito dell’alcool che hanno in corpo se sono cosi socievoli.

La cosa che più di ogni altra mi ha colpito di questo popolo è il loro orgoglio nel definirsi tale. Ci tengono sempre a precisare la differenza fra loro e gli inglesi. “Si sono più ricchi ma noi siamo più simpatici”. “Si forse guadagnano di più, ma vuoi mettere, la nostra cucina?” a volte mi sembra di sentire un baharioto medio davanti il “bar Carmelo”, che parla col povero cugino che anni addietro si è dovuto trasferire in Lombardia. Al continente. Possiamo anche sospettare che altrove si può star meglio. Ma guai ad affermarlo. Sì, possiamo avere la monnezza davanti la porta di casa. Possiamo avere amici che guadagnano 400 euro rigorosamente in nero. Un’economia che nel giro di 50 anni è passata dalla lavorazione dei limoni all’edilizia per arrivare “all’economia da bar”. Tempo fa ho provato a contarli. Ho perso il conto. Credo che ormai la produzione di cannoli e arancine abbia superato quella del pane. Ma che importa. Abbiamo il sole noi! Guai a mostrarci insoddisfatti. Insomma parliamone tra di noi che le cose non vanno. Ma se ne parliamo con qualcuno che non è dei nostri allora l’atteggiamento deve cambiare.

Anche qui si sentono “Migliori”. Solo che quassù nessuno guadagna 400 euro, e non sanno cos’e il Coinres. Sanno solo che il martedì devono mettere fuori la plastica, il giovedì il vetro, il venerdì tutto il resto. Stop. Passera qualcuno a prenderla nel giro di mezzora. Qui non esistono nemmeno i cassonetti per strada. Ecco, un'altra cosa che agli irlandesi non interessa è la politica. Non è vista come avviene in Italia alla stregua di uno sport. No il politico è soltanto un dipendente pubblico. Stop. Io cittadino ti affido i miei soldi affinché tu politico ti occupi dei problemi che riguardano la collettività.

Io non voglio occuparmene e delego te. E pago te. Sì, in effetti, la vivono proprio cosi. E i loro “dipendenti”, non vanno in giro per lo “Stratonello”. Non vanno in giro col ragazzino neopatentato pronto a far partire l’auto al minimo cenno, nella speranza, vana, che questa “gentilezza” verrà un giorno ripagata; Non vanno in giro indossando, fieri, il portaocchiali bertinottiano (credendo, altrettanto vanamente, che questa sciccheria possa colmare qualche lacuna grammaticale). Insomma qui non esiste la “passiata a braccetto”, ma non credo che il motivo sia da ricondurre al freddo.

Qualche mese fa il primo ministro irlandese (che è per consuetudine il leader del partito che ha la maggioranza), ha ceduto il posto al suo secondo nel partito per via di un procedimento che la magistratura locale aveva avviato nei suoi confronti. Si è congedato recitando in parlamento testuali parole: “Non permetterò mai che l’immagine del nostro Paese venga infangata da problemi personali, chiarirò tutto e tornerò al mio posto”. Applausi. Dal suo partito e dall’opposizione.
Mi è venuto in mente qualcuno. E mi sono venuti i brividi. Ma anche in questo caso il freddo non c’entra.

Ha smesso di piovere. Il cielo si è aperto. Un cigno si gode il viaggio tranquillamente adagiato sulle acque del fiume che taglia in due la città.
Alzo la testa ed incontro i primi raggi di sole che timidi si fanno largo tra le nuvole ancora inzuppate. Si asciugheranno. Ma non durerà a lungo. Altre gocce di pioggia ben presto arriveranno.

Allora me lo godo questo sole. Me lo godo questo cielo d’Irlanda.

Angelo Tomasello scrive di lui "Ho 28 anni, e sono in irlanda per un'"esperienza di vita"; dopo la laurea in scienze politiche indirizzo amministrativo e il master in "banca e impresa", ho pensato fosse arrivato il momento per imparare l'inglese, e così vivo in Irlanda da 8 mesi (non ho scelto l'Inghilterra per ragioni che soltanto il cuore può comprendere...). Ho iniziato come cameriere in un ristorante, da poco piu di un mese, lavoro invece presso una multinazionale (RCI), che vende multiproprieta' in tutto il mondo... ma il fine settimana torno sempre al ristorante per respirare un pò l'aria di casa... e' un ristorante italiano, anzi siciliano".

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