"Omnibus": preghiera collettiva per un'estinta parola

"Omnibus": preghiera collettiva per un'estinta parola

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E' un vero peccato che, proprio alle soglie dell’inverno, il prossimo giovedì 27 novembre l’Omnibus Celeste ci lasci alla sua ultima fermata.

Al capolinea ci aspetta Santo Piazzese, scrittore palermitano di romanzi noir a sfondo giallo. Un biologo prestato alla letteratura e considerato, ormai, tra i maggiori giallisti italiani. Ad affiancare Maurizio Padovano, nel sesto ed ultimo incontro della serie, sarà il professore Marco Carapezza. Anche stavolta, si spera, con un pubblico attento e numeroso.

Da Marzo di quest’anno l’Omnibus Celeste, infatti, ci ha tenuto compagnia regalandoci alcune preziose e importanti occasioni di incontro a sfondo letterario. Sul palco del piccolo Teatro Branciforti, con il fondamentale ausilio dell’associazione Controscena nelle vesti di Roberto Sardina, si sono avvicendati scrittori emergenti come Nino Vetri o Anna Li Vigni e più navigati come Gaetano Savatteri e Marcello Benfante. Non è mancato l’impegno civile e giornalistico con Lirio Abbate.

Man mano gli incontri si sono fatti più partecipati, complice una sorta di passaparola: l’ultimo giovedì del mese passa l’omnibus. Un’opportunità unica che ha stimolato le nostre curiosità letterarie dandoci la possibilità di conoscere, oltre a nuovi libri, anche i loro autori. E di fare loro delle domande. Gli incontri, al di là dell’ospite di turno, si sono, infatti, sempre dispiegati in un’ interessante conversazione sul ruolo della letteratura contemporanea, spaziando dalla situazione culturale di Palermo e provincia negli ultimi decenni, all’impegno dell’intellettuale oggi.

Bella l’iniziativa a partire dal titolo che ci rimanda, come ha scritto lo stesso Padovano, all’omonimo racconto di Morgan Forster autore di ben più noti romanzi come Passaggio in India o Camera con vista che abbiamo potuto apprezzare anche nella loro trasposizione cinematografica.
Un racconto, che come tanti altri, narra l’amore per i libri e anche la fiducia che in essi vi si ripone. Il potere della scrittura, del libero pensiero, in tempi in cui si preferisce tenerlo in letargo, possono quasi mettere a disagio. D’altronde omnibus è una parola che non esiste più nel nostro lessico, che ci rimanda ad un concetto di città-comunità fatta di persone che dialogano, si incontrano, solidarizzano. Concetto, nella fredda solitudine delle nostre città-dormitorio, ormai quasi del tutto estinto. L’omnibus, nel suo piccolo e senza contributi o marchi municipali, solo con la forza di un’idea di comunione e di condivisione, ha cercato di fare proprio questo: essere un luogo, un’occasione, un incontro, una possibilità.

Ci ha ricordato che ci si può ritrovare in tanti, e i luoghi non mancano, per la curiosità di un nuovo libro, di un nuovo autore, che a leggere non siamo poi così in pochi. Che questa attività, forse ormai obsoleta e fuori moda, di affaticare gli occhi seguendo segni scuri su di un foglio, forse non allungherà la vita- come dice Eco- ma ogni tanto, magari, allevia qualche pena e dona qualche piccola illuminazione.
Ad ogni latitudine e in ogni tempo. Perché mai, allora, Confucio avrebbe chiesto a Dio “nient’altro che una casa piena di libri”?

Ringraziando dunque la tenacia, la buona volontà e lo straordinario amore per i libri di Maurizio Padovano - lettore onnivoro e autore peraltro anch’egli di straordinari racconti - speriamo davvero che l’omnibus, piccolo miracolo suburbano da sopravvivenza mediatica, non ci lasci soli e si prenda soltanto una piccola e breve pausa.




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