Bagheresi doc. Ferdinando Scianna - di Ezio Pagano

Bagheresi doc. Ferdinando Scianna - di Ezio Pagano

cultura
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Artisti siciliani di penna e calamaio, quali Salvatore Quasimodo e Leonardo Sciascia, o di pennello come Renato Guttuso e Carla Accardi, sdoganati tout court come artisti italiani per fortificare la cultura globale, sono diventati aureola e speranza della Sicilia. Al resto ci ha pensato l’ostro, giorno dopo giorno, creando nuovi modelli di bellezza che salveranno il mondo.


Ovviamente non si pensi che gli artisti siciliani siano solo questi, perché Pirandello, Salfilippo, Consagra, Isgrò, così come Piccolo, Scianna, Tornatore e in qualche modo Scarpitta, Savinio e de Chirico insieme a molti altri, non sono da meno. Dunque, il Novecento in Sicilia è stato un secolo decisamente importante. Da qui la mia insistenza nel presentare uno a uno intellettuali siciliani, a cominciare dai bagheresi che hanno fatto la Storia, proponendoli come contraltare ai modelli della televisione trash: “Grande Fratello”, “Uomini e donne”, “Ciao Darwin”, “Temptation island”, ecc.

Il personaggio di oggi è Ferdinando Scianna, col quale, a mio avviso, Bagheria è in debito, per non avere ancora istituito nel complesso museale di Villa Cattolica una sezione fotografica a lui intitolata.
Ferdinando Scianna, grande fotografo internazionale, nasce a Bagheria nel ’43, nel 1963 conosce Leonardo Sciascia con il quale pubblica il primo dei suoi libri: “Feste religiose in Sicilia”. Trasferitosi a Milano nel 1967, lavora per L’Europeo come fotoreporter, inviato speciale, poi corrispondente da Parigi, dove vive per dieci anni. Nel 1982 Henri Cartier-Bresson lo vuole all’agenzia Magnum. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di moda e di pubblicità con successo. Da grande esteta, dal suo osservatorio privilegiato si occupa anche di analizzare la storia della fotografia.

La foto: Henri Cartier Bresson e Ferdinando Scianna a Villa Palagonia, Bagheria.

 

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