Ridatemi la penna d’oca- di Ezio Pagano

Ridatemi la penna d’oca- di Ezio Pagano

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Se osservate i ragazzi alle prese con gli smartphone per studiarne i loro comportamenti vedrete che ...

Le città prive d’identità si governano male, soprattutto se vige l’anarchia. Ad esempio, a Bagheria negli ultimi tempi sono apparsi quattro slogan promozionali diversi: “Bagheria Città delle Ville”, “Bagheria Città delle Ville e del Gusto”, “Bagheria Città del Gusto e delle Ville” e infine “Bagheria Città del Gusto”; una escalation deludente se si pensa quale potrebbe essere il prossimo slogan. Lo dico con disappunto ma anche con una certa preoccupazione.
Se siamo arrivati a tanta confusione, nonostante le potenzialità storiche, artistiche e culturali di prim’ordine, lo si deve al fatto che una volta il modello di governance era guidato dall’Identità della Città e dall’ideologia dei Partiti, mentre oggi, in assenza di questi requisiti, non si è trovata un’alternativa se non quella di governare acciabattone.
Non prendete alla lettera le mie esternazioni, ma solo come spunto per una vostra riflessione e se non l’avete ancora fatto, cosa improbabile, osservate i ragazzi alle prese con gli smartphone e studiate i loro comportamenti: il modo di parlare, di vestire, di camminare, di mangiare, il taglio dei capelli e tutto il resto, compreso i loro sentimenti e vi renderete conto che ci avviamo alla deriva.
A chi rintuzza queste idee sostenendo che sono eresie, dicendo che oggi si sta meglio perché si vive più a lungo, c’è più cibo sulle tavole e cose di questo genere, rispondo: è la quantità o la qualità della vita che conta? A questi importanti interrogativi preferirei che non rispondessero quelli che hanno a modello i protagonisti del “Grande Fratello”, di “Uomini e Donne” o gli influencer di ultima generazione.
Se questo è progresso ridatemi il calesse, il telegrafo e la penna d’oca perché rinuncio volentieri al computer, allo smartphone, alla navicella spaziale e con essi all’utilizzo dei psicofarmaci.
Sono un nostalgico illuminista? Si! E per di più, sono inguaribile.
Mi congedo con questo aneddoto: Tornavo da Catania col Poeta Ignazio Buttitta, dopo esser stati ad un Premio Letterario e ci fermammo a “Villa Vina” di Capo d’Orlando per una visita al poeta Lucio Piccolo di Calanovella. Piccolo ci accolse in quel posto piacevole e al quanto silenzioso, ci mostrò le sue discrete collezioni dicendo poche parole dilettevoli ed interessanti, per lo più fu un incontro di silenzi, la maggior parte vissuti dinanzi al “cimitero dei cani”. Ce ne andammo, almeno io, me ne andai più ricco. Per questo ho pensato che se oggi, per un caso della vita, potessi incontrare l’uomo più ricco del mondo, chissà, forse mi parlerebbe del suo prossimo viaggio su Marte, mi direbbe di ogni singolo trofeo presente nel suo studio e di certo mi ammanterebbe di regali, ciò nonostante ne uscirei più povero.
Non chiedetemi il perché, se non sono riuscito a trasmettervelo, vuol dire che non ho la capacità per farlo.

 Nella foto: Il “Cimitero dei cani” di Villa Piccolo a Capo d’Orlando. Tutti i cani e tutti i gatti vissuti a Villa Piccolo hanno trovato qui la loro degna sepoltura, ognuno con la propria lapide.

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