Rivive per una sera a Villa Cattolica "Il mito siciliano su due ruote"

Rivive per una sera a Villa Cattolica "Il mito siciliano su due ruote"

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Bella serata, con quasi duecento presenti, quella di sabato a Villa Cattolica, protagonista il carretto siciliano.
Organizzata dal Lions Club di Bagheria nell’ambito del progetto “Sicilia: l’isola da amare”, il tema della serata.

"Il mito siciliano su due ruote" ha visto per una volta assieme a Bagheria alcuni tra i veri esperti sull'argomento.

Subito dopo il saluto di benvenuto del Presidente dei Lions di Bagheria Giovanni Cardinale, è il sindaco Biagio Sciortino, che non può non collegare al carretto i ricordi dei primi giochi d’infanzia, nel suo quartiere di origine di Piazza Indipendenza detta allora “a cucina economica”.
Pino Aiello, responsabile del Servizio Museografico, del Dipartimento Beni Culturali dell’Università, invita a rileggere il carretto attraverso la funzione cui ha assolto, di strumento di lavoro, talora di svago, e su cui sei artigiani mettevano assieme tecniche artigiane e competenze non disgiunte da una vera passione, che concorrevano alla realizzazione di un manufatto unico.

E parla naturalmente della tipologia dei carretti così come si “specializzarono” nelle varie provincie siciliane, a seconda delle necessità e delle vocazioni territoriali.

Michele Ducato, figlio e nipote d’arte, architetto che ancora oggi si dedica alla pittura dei carri non può che attingere a piene mani alla storia della sua famiglia: la preparazione di bozzetti, i disegni dei vari “motivi decorativi”, il “fondo” per non fare scolorire colori fiammanti che esposti agli eventi atmosferici sarebbero presto sbiaditi.
In esposizione nelle stanze del vino di Villa Cattolica, grazie alla disponibilità di Giuseppe Aiello e Peppuccio Provenzano, che cura per i Lions di Bagheria i rapporti con i “media”, un singolare carretto.

Dipinto dai Ducato, con il concorso di un grande pittore siciliano Bruno Caruso.
I temi decorativi travalicano gli ambiti tradizionale, e su “masciddari” e “sportello” trovano rappresentazione pagine letterarie di scrittori siciliani da Tomasi di Lampedusa, a Pirandello, da Brancati a Sciascia, anche loro raffigurati sulle fiancate del carretto con immagini che sono tratte da famosi quadri o foto.

Non poteva mancare in chiusura, il naturale connubio con i canti alla carrettiera: sono Melchiorre e Giovanni Di Salvo a parlarci con straordinaria e inusuale competenza di qualcosa che appartiene alle radici più profonde importanti del nostro modo di essere siciliani.

Una bella operazione che lega in una sorta di filo indissolubile, uomini, storie, lavoro e culture della nostra terra.

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