Ennio Morlotti: il nudo oltre la nudità- di Ezio Pagano

Ennio Morlotti: il nudo oltre la nudità- di Ezio Pagano

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Acquisita dal Museum di Bagheria e destinata alla sala del gruppo di “Corrente”, un’opera di Ennio Morlotti, artista tra i più dotati del XX secolo.

 enniomorlotti

Questa opera suggella quarant'anni di ricerca sul nudo, con un diverso approdo ad un tema che ha attraversato tutta la storia dell'arte dal ‘500 ai nostri giorni.
A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso Morlotti inizia un percorso per cicli, i cui soggetti - cactus, teschi, rocce e nudi - dovevano essere in grado di contemplare ogni tensione propulsiva dell’arte che coinvolge la vita e la morte. Conscio che la vita trasposta in arte per Morlotti non riguarda solo quella materiale ma contempla anche i sentimenti.
Come si sa la vera arte si relaziona con lo spirito, infatti, Morlotti rientrato a Milano dopo un periodo all’estero, aderisce al gruppo di “Corrente” e poi a quello del “Fronte nuovo delle arti”, infondendo alla sua pittura ogni specie di sentimento umano.
È del 1954, la sua prima importante mostra sui nudi, esposti alla Biennale di Venezia; si tratta di tele intrise da “una passionalità e un'euforia vitale straordinarie”. Questi quadri vennero poi distrutti dallo stesso Morlotti a seguito della scarsa considerazione che essi avevano ottenuto alla mostra. Oggi, le poche tele superstite di questo soggetto sono considerate vere e proprie icone e questo la dice lunga sul destino dell’arte nel tempo; ovviamente parliamo di arte con la A maiuscola, quella che ha “una potenza di segno opposto, identificata dallo stesso artista come una forza di ʻerosioneʼ che sfalda le forme e le amalgama con il paesaggio in un incendio crepitante e totale che non distingue più tra carne e natura. È l'ennesimo ed eterno riproporsi del binomio classico Eros-Thanatos”.
Quelle di Morlotti sono opere connotate da un lirismo e una carica poetica straordinaria che - afferma Testori - non possono lasciare insensibile lo spettatore, coinvolto fino alle lacrime. “Vorrei suscitare quell'emozione di cui non si capisce il perché, che non si può tutto spiegare, come sono le cose dei poeti, ma che si può vivere. Ottenere che il quadro riveli qualcosa di nuovo, anche di terribile, ma che sia dell'uomo.

L’immagine di copertina: Una sala del Museum di Ezio Pagano a Bagheria.
Al Centro: Ennio Morlotti, “Nudo 2”, 1969. Olio su tela cm 100 x 81. Collezione Museum.

 

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