Consulenze, incarichi e... dintorni

Consulenze, incarichi e... dintorni

Politica
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Probabilmente c’è un modo per porre fine alle polemiche e alle critiche (almeno quelle più sensate, pertinenti e in buona fede) su incarichi e consulenze che vengono assegnate dall’amministrazione comunale.

Peraltro la legge finanziaria ultima prevede che l’amministrazione debba riferire e al consiglio sulle scelte e sui criteri che presiedono alla assegnazione di incarichi e consulenze.

Ci sono almeno un paio di rischi legati a queste critiche che partono dall’opposizione (di centrodestra, se a governare è il centrosinistra, e viceversa) e talvolta da una parte dell’opinione pubblica più accorta che frequenta giornali e siti on line.

Il primo è che a lungo andare la polemica divenga stucchevole e ripetitiva, lasciando il tempo che trova.

L’altro problema è che persone di capacità e valore debbano essere sostanzialmente sottoposti agli sberleffi dei vari Giufà, Nofriu e Virticchiu , che non si sa quali titoli o meriti abbiano, e che studiosi e persone perbene vengono trasformati in bersagli fissi da personaggi dalle professionalità spesso ignote, che, celandosi dietro pseudonimi fanno i moralisti a un tanto al chilo.

Ed infine che in mezzo alle polemiche si smarrisca la fondatezza delle motivazioni che spesso spingono le amministrazione ad attingere all’esterno competenze e professionalità.

E’ pur vero che le consulenze e gli incarichi sono di fatto talora diventate i modi per onorare le cambiali firmate in periodo elettorale a destra come a sinistra; ma questo non vuol dire affatto che tutti gli incarichi siano inutili o che tutti i consulenti siano asini ( e vale per le amministrazioni a qualsiasi livello e di qualsiasi colore).
Un modo per attenuare le polemiche ci sarebbe: andrebbe per intanto documentata la necessità di un incarico o di una consulenza, con la accertata inesistenza all’interno del personale comunali di figure e competenze professionali idonee; andrebbero definiti tempi, limiti e oggetto specifico delle consulenze; andrebbero resi pubblici i criteri che sono stati seguiti nelle scelte, i requisiti e i curriculum delle persone che vengono chiamate a ricoprire incarichi dalla pubblica amministrazione.
Ogni consulenza dovrebbe prevedere una relazione scritta e naturalmente pubblica sul lavoro effettivamente sostenuto.

Altrimenti si continuerà a dare spazio al qualunquismo, alla sfiducia, e ai vari Giufà, Nofriu e Virticchiu che probabilmente sono in parte anche degli ignoranti e incompetenti e magari opportunisti del fronte opposto, che hanno avuto magari con altri sindaci laute prebende, e che però, protetti dall’anonimato hanno buon gioco a fare la parte dei moderni Robin Hood.
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