“Facere de necessitate virtutem” - di Ezio Pagano

“Facere de necessitate virtutem” - di Ezio Pagano

Politica
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Vorrei vedere la mia città, Bagheria, con gli occhi di Fosco Maraini: “uno dei luoghi più belli del mondo, capaci di incantesimi fatali”.

E’ trascorso parecchio tempo da quando verosimilmente con una stretta di mano fu apposto il sigillo a un patto scellerato, quello di tenere la Sicilia sottomessa considerandola solo un pacchetto di voti e, in cambio del consenso elettorale il governo avrebbe promesso una politica ugualitaristica mediante l’assistenzialismo, oggi chiamato reddito di cittadinanza. In questo senso siamo stati ingannati allora come adesso. 

Insomma, siamo entrati nel Terzo millennio senza che nulla sia cambiato. Intanto gli artefici di questi misfatti venivano considerati galantuomini, perche il governo ha mantenuto fede all’impegno preso con i siciliani e i capi popolo hanno fatto lo stesso con il governo.
Quanto ai giornalisti che scrivono che la Sicilia da questa storia ne esce penalizzata, io sono d’accordo solo in parte, perche penso che almeno su due punti la Sicilia ci ha guadagnato: primo, con l’Isola industrializzata come il Nord non avremmo avuto un ambiente salubre come quello che ci ritroviamo; secondo, la tempra del popolo siciliano s’è forgiata meglio grazie a questa condizione, facendo di necessità virtù. Conseguentemente, mentre al Nord fanno i soldi con i lavori usuranti delle fabbriche, in Sicilia siamo impegnati nelle Scienze, Lettere ed Arti, ma anche nella natura e nella cucina mediterranea.
Adesso, nell’era post industriale, in piena emergenza Covid-19, con le condizioni culturali della Sicilia cambiate, ora che il lavoro manuale serve meno e i cervelli sempre di più, il popolo siciliano è pronto per il riscatto economico, che potrà avvenire a condizione che i governanti la finiscono di sentirsi grandi, per esserlo.
Come fare, loro lo sanno, ma non lo fanno perche nella politica partitica è necessario che due più due faccia quattro, mentre nella politica delle strategie culturali, non sempre funziona così.
Si tratta dunque di mettere una pietra tombale sulla partitocrazia, dimostrando di essere uomini liberi, altrimenti il riscatto economico sarà solo utopia.

Immagine di copertina: San Girolamo e un devoto. Piero della Francesca, 1451

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