Protesta pacifica contro il "coprifuoco" lo scorso 25 aprile Bagheria

Protesta pacifica contro il "coprifuoco" lo scorso 25 aprile Bagheria

Politica
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

"In data 25 Aprile, una sessantina di persone sono scese di casa e si sono date appuntamento alle 21:45 davanti la Chiesa Madre, per fare partire una protesta pacifica con una marcia diretta verso il Comune allo scoccare delle ore 22:00.
Quale il motivo?
Disobbedire civilmente al coprifuoco e all'illogica costrizione temporale che andrebbe a colpire quelle imprese bagheresi che svolgono la loro attività prevalente proprio in quelle ore serali limitate da decreti più che discutibili.

L'iniziativa locale è partita dall'imprenditore Fabio Cutrisano gestore del Bar Agapè, sostenuta anche dall'economista locale Fabio Maggiore ed altri imprenditori, lavoratori e cittadini esausti dal procrastinarsi di un coprifuoco fino ed oltre il 31 luglio, privo di fondamento scientifico, ma espressione di una volontà politica alla quale lo stesso Comitato Tecnico Scientifico si dichiara estraneo.

Tale iniziativa di disobbedienza civile è stata ispirata dai movimenti nazionali di Io Apro ed Io Esco, dove le richieste dopo un anno di attesa paziente senza risultato alcuno, se non il graduale impoverimento generalizzato tra chiusure e nuovi disoccupati, sono quelle di potere riaprire le attività nel rispetto delle disposizioni anti-contagio senza limiti di orario.
Il Comune di Bagheria, come buona parte dei Comuni Siciliani, vive essenzialmente del settore terziario, di turismo e tutto quello che si muove attorno al condotto della ristorazione.
Se di apertura si tratta, anche per cena, diamo tempo ai locali di potere servire ed ai clienti di potere masticare e digerire senza l'angoscia di osservare le lancette intimorite di pagare un conto salato da una multa all'uscita.

Consapevoli che il problema non è locale ma nazionale, chiediamo all'Amministrazione Comunale di aderire alle prossime disobbedienze civili insieme ad altri concittadini, per stimolare la Regione e Roma, affinché si cambino le regole del gioco.
Chiediamo il rispetto della Costituzione Italiana ed il riconoscimento dei nostri diritti, ricordando all'articolo 1 che la Repubblica Italiana “è fondata sul lavoro”.
Nuove disobbedienze civili si muoveranno, perché la libertà è libertà sempre, senza condizioni né limiti temporali."

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