Anche per Bagheria si apre la “transizione ecologica”?- di Manlio Schiavo

Anche per Bagheria si apre la “transizione ecologica”?- di Manlio Schiavo

Politica
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Da un articolo recentemente pubblicato sulle pagine di un medium locale, siamo venuti a conoscenza di un progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico poco a monte dei serbatoi di Bagheria, che pare possa avere introiti certi con un piano green-verde, come sostenuto da parte di alcuni Assessori.

Ad una prima osservazione, quelle sugli introiti ci sono parse considerazioni un po’ “strabiche”, se solo si riflette sul fatto che, per quanto è possibile rilevare, in alcune strutture pubbliche di Bagheria vi sono installazioni di impianti fotovoltaici che, stranamente e proprio contro la stessa logica dello sfruttamento delle energie rinnovabili, non sono mai entrati in funzione. Come mai? E dire che la loro attivazione, visto che già intanto ci sono, costituirebbe (al di là delle valutazioni circa le eco-compatibilità e l’uso di energie alternative) un sicuro e immediato utile all’Amministrazione.
Ma torniamo all’articolo. Dal quale, purtroppo, non si evince nulla, in termini né qualitativi né quantitativi, riguardo ad un siffatto impianto: non si rimanda, infatti, a nessuno studio di fattibilità, alla potenza che s’intende produrre, ai sistemi di tutela e garanzia di un costante approvvigionamento idrico per la popolazione bagherese, né tanto meno, ad un calcolo preventivo degli utili (le royalty), cioè, per dirla in soldoni, di quanto la ditta privata darà al Comune né del canone di co-uso, cioè di co-gestione tra amministrazione pubblica e soggetto privato (co-uso si deve intendere così?).
A tale proposito, co-uso per gestire che cosa? il riferimento al fatto che il controllo - gestione - da remoto dell’intero sistema idrico si potrebbe fare solo se collegato ad un siffatto impianto, non ci appare corretto e pertinente : il controllo da remoto, infatti, si può fare indipendentemente, è un sistema a se stante che prescinde da un siffatto impianto, con la particolarità, anzi, che diventerebbe fondamentale nel caso si realizzasse l’impianto idroelettrico.
In altre parole, non si conoscono “le carte” ( certo, ci saranno…), né ad esse si fa alcun riferimento: si dice soltanto che l’impianto sarà realizzato poco a monte dei serbatoi comunali.
Sorge spontanea una domanda: per un siffatto impianto, l’Amministrazione ha valutato l’opportunità di una valutazione da parte di Istituti tecnici competenti (vedi, ad es., il Dipartimento di Ingegneria Idraulica dell’Università di Palermo) giusto per tutelare al meglio gli interessi della collettività o si è limitata (absit iniuria verbis!) alle competenze interne comunali, senza nulla togliere, con ciò, alle stesse competenze dei tecnici comunali e della stessa Giunta?
Circa l’impianto idroelettrico, allocato poco a monte dei serbatoi comunali, assodato che per il controllo a remoto dei serbatoi non occorre (come già detto) un impianto idroelettrico, ad una semplice considerazione tecnica si può rilevare, che dovendo l’impianto sfruttare “l’energia cinetica dell’acqua” (cioè il moto dell’acqua, in questo caso dentro la stessa tubazione o condotta idrica), vorrebbe dire che esso funzionerebbe quando scorrerà l’acqua nella tubazione comunale, cioè proprio nei momenti in cui si devono riempire i serbatoi (tranne che, a serbatoi comunali pieni, l’acqua, al fine di mantenere il moto e tenere attivo l’impianto per la produzione di energia elettrica, si dovrebbe riversare altrove (!)… ma ciò, ovviamente, è da escludere). Ma poiché il sistema impianto idroelettrico costituirebbe una “resistenza” al moto dell’acqua quando la stessa scorre nella tubazione comunale, si avrebbe, come conseguenza, che ci vorrà più tempo per riempire gli stessi serbatoi: con quali probabili (ulteriori) problemi di fornitura a tutto il bacino d’utenza bagherese? (o magari si è previsto che, per un ulteriore giorno, non si fornirebbe acqua, a giro, nel territorio?).
Sarebbe allora, a nostro avviso, molto importante che determinate iniziative dell’Amministrazione venissero più compiutamente articolate ed esplicitate attraverso una più adeguata e completa informazione, anche per evitare considerazioni superflue (nel senso, ad esempio, che probabilmente il progetto in sé tiene già conto delle problematiche relative al mantenimento dello standard di approvvigionamento idrico).
Sarebbe molto utile, in ogni caso, conoscere quantitativamente, ancorché in via preventiva, tutti i dati tecnici, oneri, compreso il canone co-uso (ribadiamo, importantissimo da chiarire) e utili, specie sui ricavi che, come viene indicato nell’articolo, potranno essere investiti in progetti di opere pubbliche (le più varie), anche se con percentuali - 13% più il 3% …- non bene comprensibili.
Ben venga, dunque, un piano-verde che sia realmente tale. Ma occorre chiarire tutto e molto bene, per la dovuta trasparenza e correttezza sia nei confronti dei cittadini sia, forse soprattutto, nei confronti dei sigg. Consiglieri, proprio perché ogni ipotesi che coinvolga l’acqua pubblica-bene comune – è materia molto delicata e soggetta a non pochi “appetiti” di vario genere, rispetto alla quale qualunque seria amministrazione non può non porsi con la massima attenzione, cautela e preveggenza e non può assolutamente permettersi di sbagliare per superficialità, incompetenza e leggerezza di valutazioni.

Per il Gruppo Civico Noi Cittadini di Bagheria
prof. Manlio Schiavo

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