Non voti il mio pupillo? A casa!

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Politica
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Siamo lontani molte miglia dalle idee politiche di Vincenzo Gargano, già assessore alla Provincia e consigliere di amministrazione dimissionario dal CdA dell'Amia, ma non possiamo non sentirlo vicino

nella vicenda che lo ha visto contrapposto al sindaco di Palermo Diego Cammarata.
Ecco i fatti, così come ricostruiti ieri nella edizione palermitana di "Repubblica", e che ci sono stati in buona sostanza confermati da Gargano in una chiacchierata telefonica. E' stato appunto Diego Cammarata, che aveva a suo tempo nominato Gargano nel CdA dell'Amia (un posticino di sottogoverno niente male), e che ora lo ha praticamente "costretto" a dimettersi.

Ora state bene a sentire: Cammarata non ha "dimissionato" Enzo Gargano perchè questi non era in grado di assolvere adeguatamente il compito cui era stato chiamato; né perchè si era macchiato di qualche grave colpa; né perchè lo considerava, per la sua parte, responsabile, della spazzatura che qualche giorno fa ha quasi sommerso la città di Palermo.
No! niente di tutto questo.

La colpa di cui si è macchiato Gargano agli occhi del sindaco di Palermo è ben più grave: Vincenzo Gargano si è permesso di "appoggiare" alle prossime elezioni regionali il candidato Francesco Scoma, piuttosto che Alberto Campagna, pupillo di Cammarata; e questa è stata la spiegazione che il consigliere dimissionario ha dato ad uno sbigottito CdA, in cui non siedono certo "mammolette".
Questo episodio dimostra soltanto il grado di arroganza, di aberrazione e di arbitrio cui sono arrivati alcuni politici della seconda repubblica, che concepiscono il potere derivante da una carica pubblica ed elettiva alla stregua di un potere feudale. Un sindaco di una grande città, socio di maggioranza di una Società,l’Amia, a prevalente partecipazione pubblica, i cui bilanci fallimentari e i cui debiti vengono ripianati dai cittadini pretende e ottiene le dimissioni di un membro del CdA, da lui nominato, così come i feudatari di tempo potevano nominare conti, duchi e cavaliere e, al capriccio, revocarli.
Ecco , se non ricordiamo male, per spiegare alle amministrative del 2006 la mancata elezione di Gargano a sindaco di Bagheria , si diceva in giro che non ha un bel carattere.
Caro Enzo, sinceramente pensiamo, che il tuo carattere, buono o cattivo che sia, in questa circostanza dovevi tirarlo fuori, e mandare Cammarata al suo paese.
E stavolta, credimi, tutti i "baarioti", e non solo, sarebbero stati con te.

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