Tra omini e “Uomini sessuali” – “il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, ha sottoscritto la prima trascrizione nel Registro di Stato civile del Comune di Bagheria di un matrimonio same sex, a seguito della ricezione di un’istanza di trascrizione del matrimonio omosessuale celebrato all’estero” (da Bagherianews del 12/11/2014). La notizia non passa inosservata, e le comari del paesino non prendono certo l’iniziativa, ma la parola prendono, eccome. La parola social. Col loro piedestallo virtuale portatile, montano su, portano le mani sui fianchi e giù di sentenza. I contrari sono quelli che più bruciano di sacro fuoco, i favorevoli provano a ribattere argomentando. Non se ne esce, ognuno rimane della propria idea, qua e là affiora qualche insulto velato, integralista, libertino, bigotto, perverso. Si arriva all’idiota reciproco, in certi casi.
Io credo che la domanda sia mal posta: sei favorevole o contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso? La domanda corretta, invece, sarebbe: è legittimo vietare il matrimonio a persone dello stesso sesso? Io, per esempio, sono contraria al matrimonio, sia che sia etero, sia che sia omo. Nell’era dei rapporti liquidi il matrimonio, così come concepito attualmente, è preistoria. Alla luce di questo presupposto, pur considerando l’unione omo una conquista in linea di principio, la corsa al matrimonio per persone dello stesso sesso rischia di trasformarsi in una corsa sul terreno borghese, istituzionale. Non si comprende perché gli omosessuali debbano cercare riconoscimento sociale in una contrattualistica che appesantisce (almeno come è concepito in Italia) il rapporto a due, lo lega a lacci e lacciuoli.
Sia per gli etero che per gli omo occorrerebbe delle clausole un po’ più light, una via di mezzo tra la convivenza e il matrimonio così come è concepito attualmente. Il divorzio breve potrebbe essere un primo passo, quello istantaneo una cosa logica. Non esiste nessun contratto dove alle due parti che decidono di separarsi viene chiesta una camera di decantazione che dura un’eternità. Incomprensibile. Detto questo, sto dalla parte degli omosessuali che desiderano sposarsi, cosa ne penso io non conta assolutamente nulla, conta solo la loro volontà, la scelta non ha ricadute dirette sulla mia vita e allora la domanda diventa: perché no? Eppure, tanta gente si dichiara contraria, s’infervora, s’indigna, si mette di trasverso, mormora “dove andremo a finire di questo passo?”.
Già, dove andremo a finire? Direi che la presenza in una comunità di coppie omo sposate non sposterebbe nulla, né nel bene né nel male, e allora di cosa hanno paura i contrari? Molti di loro sono degli ipocriti (non è offensivo, è un fatto tecnico), cominciano i loro discorsi premettendo che loro rispettano tutti, che è giusto riconoscere i diritti e bla, bla, bla; però, il matrimonio no, quello non sa da fare. Perché non è naturale e poi perché tra due persone dello stesso sesso non si può generare.
Le solite argomentazioni, tutte da seppellire sotto una montagna di sbadigli. L’omosessualità è naturale, perché se non è naturale qualcuno mi dovrebbe spiegare cos’è? Non è che la sessualità è qualcosa che si sceglie, è un sentire, è una pulsione è connaturata. Appunto, connaturata. Chi non la pensa così, la riduce ad un livello di scelta e quindi a una sorta di malattia se non di perversione. Ecco, perché parlo di ipocrisia, perché se ritieni che l’omosessualità non è naturale devi avere il coraggio di dire cos’è? Sono troppo pavidi per avere il coraggio di uscire allo scoperto e allora ci girano intorno. Andiamo all’altro pilastro del ragionamento dei contrari: la maternità, la procreazione.
Il matrimonio tra etero garantisce questo presupposto. In verità non è così, perché nell’unione tra persone etero c’è una percentuale di soggetti che decidono deliberatamente di non procreare, ci sono quelli che loro malgrado non possono farlo, ci sono quelli che ricorrono a una serie di legittime misure per riuscirci (e chissà cosa pensano a riguardo i sostenitori del “naturale”). Se la procreazione fosse veramente, nella società d’oggi, la vera giustificazione al matrimonio, a coloro che non procreano entro un determinato tempo andrebbe allora ritirata la licenza (matrimoniale). Sia chiaro, chi è contrario ha diritto ad esprimere le sue idee, non ha diritto che queste impediscano ad altre persone di vivere in armonia la loro esistenza. In questa incapacità di riconoscere questo diritto ritengo ci sia una forma, probabilmente inconsapevole, di razzismo strisciante, di omofobia latente mascherata dalle buone maniere. Un’incapacità di accettare chi è diverso da te.
E, poveretti, in questa società dove regna l’ipocrisia del politically correct si barcamenano, s’arrampicano, si contengono e nell’intimità, portando una mano sulla bocca per non far leggere il labiale, avrebbero tanta voglia di gridare con livore: “’a frocio!”. Mi ricordano una scena di Cado dalle Nubi di Checco Zalone (questo è il link del video su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=4mu08TDzsA4), è triste essere una parodia senza rendersene conto. Vai Checco: “I uomini sessuali sono gente tali e quali come noi, noi normali, sanno ridere sanno piangere sanno battere le mani, proprio come alle persone sani…” “E s’eri tu così?”
Giusi Buttitta
E s’eri tu così? - di Giusi Buttitta
Typography
- Font Size
- Default
- Reading Mode