Quando nacque "u rittufilu"

Quando nacque "u rittufilu"

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Il cav. Baldassare Scaduto, anzitempo rapito al civile avvenirismo cittadino, prosindaco in questi ultimi anni, fece sua l'idea lanciata da "L'alba Soluntina", e superati ostacoli di ogni genere, fra cui l'ignoranza del paese e il misoneismo (avversione per il nuovo n.d.r.) di parrucconi avversari, impose al Comune il prolungamento del Corso Butera fino al mare,
facendo di questa principale arteria una bellissima strada rettifilo di più di due chilometri di lunghezza, schiudendo al paese la via del mare, e con esso, un nuovo orizzonte di attività e di ricchezza.

E' tradizione che questo corso Butera - quale è stato fino a ieri - fosse stato tracciato e aperto alla viabilità dal principe Butera, con l'intento di istituire un'ampia strada che dal suo castello giungesse direttamente al mare; ma - dice sempre la tradizione - il principe di Cutò che aveva la sua villa nella parte bassa della vallata, avuto sentore della cosa, accorse tosto con quanti più operai potè raccogliere sul momento ed all'estremita ovest della sua proprietà, proprio nel punto che sarebbe stato intersecato dalla strada Butera (l'attuale incrocio della Punta Aguglia o Punta Guglia n.d.r.), eresse quel torchietto coffe house che è ora alla vigilia della demolizione per unire definitivamente il corso col nuovo tratto rettifilo.
A questo prolungamento devesi attibuire il valore come all'apertura di un nuovo orizzonte per la bella cittadina, non tanto per la parte estetica, quanto perchè esso apre il varco più diretto al mare e quindi a tutte quelle industrie di cui si avvantaggiano i paesi marittimi e di cui saprà certamente propiziarsi l'industria paesana.

Esportazione ed importazione marittima di tuti i prodotti agricoli e industriali locali.
E non sarebbe pretesa il credere in un lontano incremento de la già iniziata industria balneare per la spiaggia d'Aspra, se per poco si riguarda alle condizioni igieniche materiali e a la ridenza di questa spiaggia, alla salubrità incontrastata di questo limpido mare, a cagion delle correnti che dal Capo Zafferano si internano verso il golfo e della ubertosa vegetazione di questo fondo marino; alla posizione topografica della spiaggia in rispetto al golfo e alla città di Palermo.
Se Mondello si affanna a richiamare Palermo bagnante verso le sue prosciugate paludi, Bagheria ha più ragione di vedere preferita la sua bella marina d'Aspra.

Purchè i bagheresi sappiano avvantaggiarsi di così propizie condizioni e facciano quanto un popolo civile e industriale sa mettere in opera per richiamare e trattar bene i forestieri, e la marina bagherese diverrà la stazione balneare di prim'ordine della Conca d'Oro.
Tuttavia l'opera del Comune sarà incompleta; inutile quasi potrebbe riuscire il prolungamento del Corso, finchè non si sarà provveduto a la costruzione di un pennello di attracco-se non di un piccolo porto-adeguato a le primissime esigenze del nostro commercio e tale che renda possibile quella marittimità che con tanti sacrifici s'è voluta consentire al paese.


Tratto dalla Guida illustrata di Bagheria Solunto, edizioni "Casa di Cultura", pubblicata nel 1911 e riedita in ristampa anastatica nel 1984 dalla civica Amministrazione, in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Renato Guttuso.

L'autore dell'articolo è Gioacchino Guttuso Fasulo, agrimensore, padre appunto del grande pittore, e che assieme ad altri giovani intellettuali, animò con il periodico "L'alba soluntina" e con questa guida la vita politica, culturale e sociale del tempo.
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