Spettacolo

E' un giovane chitarrista bagherese di grande talento, che ha una innata passione per la musica, e la giusta determinazione per arrivare lontano.Lo abbiamo intervistato.

Francesco Maria Martorana, presidente dell'associazione musicale Euterpe, animatore assieme a Paolo Zarcone, di un gruppo musicale Tango Disiu, chitarrista di grande valore. Parliamo di te e del mondo che ti circonda.

"Iniziamo dal contesto in cui stiamo conversando: ci troviamo nei locali della biblioteca comunale Francesco Scaduto, presso palazzo Cutò.

Siamo nella sezione novecento che ospita la monumentale collezione, frutto della donazione di Vincenzo Salerno: è una collezione di Lp unica in Italia, che ci consente di poter affermare che si tratta dell'unica discoteca in vinile pubblica nel nostro paese. Si tratta di ben quindicimila pezzi"

Sono stati tutti catalogati con l'obiettivo di poterli renderli fruibili all'utenza.....

"Assolutamente si. Stiamo lavorando da sei mesi e lo faremo per altri cinque anni. Vogliamo portare questa collezione alla fruibilità assoluta.
Lo dobbiamo ai nostri concittadini, lo dobbiamo alla memoria di Vincenzo Salerno, che con la sua generosità e lungimiranza ha dotato Bagheria di questo “patrimonio”, lo dobbiamo ai valori intrinseci della cultura."

Voi di Euterpe avete un rapporto di collaborazione con l'Amministrazione.....

"Dopo aver lanciato la catalogazione e la proposta della fruibilità siamo stati chiamati a sottoscrivere un protocollo d'intesa con l'Amministrazione perchè questa collezione tramite delle sale d'ascolto guidate e attività extra moenia venga conosciuta.
Non è inopportuno precisare che il nostro contributo è a titolo assolutamente gratuito."

Dove verrà allocata la fruibilità di questi dischi in vinile?

"Gli LP, le sale e gli strumenti di ascolto verranno allocati in tutti gli spazi pertinenti e gestiti dalla biblioteca comunale proprio perchè ne è parte integrante"

Pensate di usare questo patrimonio anche per delle mostre?

"Certamente, Infatti la collezione lasciata da don Vincenzo Salerno è stata portata a conoscenza del pubblico circa 15 anni fa con una mostra di cover degli lp. Sono dei veri e propri capolavori d'arte grafica, spesso d'autore"

Passiamo alla tua passione per la chitarra quando nasce e come si sviluppa?

"Ho ventisette anni e da diciotto mi dedico assiduamente al mio strumento. Anche quando c'erano momenti in cui non pensavo fosse diventato il mio lavoro c'erano dei segnali professionali che mi spingevano a continuare. Oggi mi ci dedico totalmente"

Chi è stato il tuo maestro?

"Io ho cominciato a suonare a Bagheria per diletto, poi ho intrapreso gli studi al conservatorio Bellini di Palermo. La mia è però una formazione di mestiere e non accademica e le musiche che ho poi composto rispeccchiano questa “forma mentis”.

Posso affermare che il mio maestro è Boris Vitrano. Un musicista jazz polistrumentista che vive a Bagheria e che da moltissimo tempo mi tiene sotto la sua ala"

La tua attività ti ha portato a collaborare con Paolo Zarcone che ha rispolverato la figura del cantastorie in voga negli anni '50 e '60. Avete fondato l'associazione Tango disiu, con quale obiettivo?

"Gli stessi obiettivi che hanno segnato la nostra vita personale e professionale. Paolo Zarcone ha seguito un percorso per diventare quello che è adesso. Ha inglobato tutte quelle caratteristiche che gli servono per essere definito un cantastorie.

Tango disiu, perchè mi sto dedicando soprattutto al tango. Il disiu richiama tanti di quegli slanci, di quella nostalgia, quel “desiderio di arrivare” ripreso sottolineato poi dal sottotitolo: Tango disiu suona le musiche dei porti. Ho suonato a Lisbona, a Recanati ( dove è nata questa passione) e in tanti altri posti.
Mi sono appassionato ai canti popolari siciliani. Il porto come luogo fisico accomuna tutti i popoli di mare.Nei porti ci si incontra, ci si mescola" Infatti lì espressione” Porto di mare” sta proprio ad indicare una contaminazione di gente e di culture di divera provenienza."

Che opportunità ci sono per chi come te ha voglia di proporsi artisticamente con la chitarra?

"L'opportunità è quella di credere in se stessi e basta"

Quindi la determinazione, il crederci; che ha rappresentato il cammino di Scianna, Tornatore e di altri giovani talenti bagheresi. Oltre, chiaramente, alle capacità artistiche....

"Si, a parte la regola di vita che ho imparato: sguardo a terra e camminare. Mi viene in mente una frase, non ricordo di chi:” Chi vuole solamente il meglio tante volte l'ottiene".Però il paragone con Scianna e Tornatore mi fa arrossire....sono solo dei punti alti di riferimento"

Assieme a Zarcone nelle vostre ultime espressioni artistiche vi richiamate molto alle poesie di Ignazio Buttitta...

"Se si vuole credere al Fato, anche questo ha dell'incredibile. Noi da anni portiamo avanti degli spettacoli dedicati interamente alla poesia di Ignazio Buttitta. Nel nostro percorso è stata importantissima Flora, la figlia di Ignazio. Lei è la nostra voce, la nostra guida. Grazie a lei e sotto l'egida della direttrice di questa biblioteca, abbiamo messo in scena uno spettacolo tratto da una poesia di Buttitta: “La mia vita vorrei scriverla cantando", che ci sta dando tante soddisfazioni.."

La Sicilia conta molto nelle tue espressioni artistiche..

"Giustamente mi fai notate questa cosa. Nel mio percorso io scarto qualunque cosa non somigli alla mia memoria che è Bagheria."
Nei paesi stranieri si chiede a voi artisti, pittori, fotografi, registi di riportare nelle loro opere quella Sicilia che è talvolta colore e folklore siciliano che c'è in giro, come succede per Scianna o Tornatore, ed è successo per Guttuso e Buttitta."

"Giustamente mi fai notare questa cosa. Sì è vero,all’estero in Francia, Germania, Stati Uniti, una certa rappresentazione della Sicilia “tira” molto, però la sicilitudine deve essere solo il punto di partenza… Tant'è che mentre andavamo in scena con "La mia vita vorrei scriverla cantando" il cento sperimentale di cinematografia di Roma commissionava a due giovani cineasti, Bernardo Giannone e Andrea Mura, un film sulla poetica di Ignazio Buttitta presentato pochi giorni fa"

 

Francesco Martorana- Angelo Gargano


 

 

L'assessorato Beni culturali della Regione Siciliana presenta l'evento "Valorizzazione della chiesa della Gancia" che si svolgerà a Palermo Martedì 07 Febbraio 2012 alle ore 20,30 presso la chiesa della Gancia. Direttore artistico Giuseppe Di Franco

Programma

Spazio Musicale

Laudate Pueri Soprano e Organo
(RV 601, Antonio Vivaldi)

O Seelen Paradies Tenore e Organo
(BWV 172, Joahnn Sebastian Bach)

Comfort Ye My People Tenore e Organo
Every Valley Shall Be Exalted
(Messiah, Haendel)

Tendrement – Gayment – Gravement – Vite Violino e Organo
(Sonate H Moll, G.Ph. Telemann)

Preludio – Corrente – Sarabanda – Giga Violino e Organo
(Sonata in Re Min. Op. 5, N. 7, Arcangelo Corelli)

Dolce sollievo in un abisso di agonia e tormento Soprano, Tenore, Pianoforte,Violino e Flauto
(Testo e musica di Bartolomeo Cosenza)

Abbi pietà di me Signor Soprano, Tenore, Pianoforte, Violino e Flauto
(Testo e musica di Bartolomeo Cosenza)

La preghiera del precario Soprano, Tenore, Pianoforte, Violino e Flauto
(Testo e musica di Bartolomeo Cosenza)


Un concerto all’ insegna del sacro, dello spirituale e del mistico e che vede come protagonista nella prima parte del concerto la musica barocca, vocale e strumentale. Una musica che nasce nel profondo del cuore, da un intimo e vibrante contatto con il Mistero della Fede e che quindi diventa preghiera carica di interiore risonanza, innalzandosi nel cielo in una sorta di pura ascesi catartica. Una preghiera che sa lodare il Signore sulle melodie chiare ed espressive del Laudate Pueri e sulle note delle Sonate del prete rosso Antonio Vivaldi, che sa meditare sui suoni delle cantate di Joahnn Sebastian Bach ed esultare festante sui vigorosi accordi delle Arie del Messia di Haendel.

La seconda parte del concerto vede invece protagonista la musica del giovane compositore siciliano Bartolomeo Cosenza. I primi due brani (Dolce sollievo in un abisso di agonia e tormento e Abbi pietà di me Signor) fanno parte della Trilogia del Perdono dello stesso autore e sono caratterizzati da melodie intime e commoventi che nascono da una disperata ricerca di Dio e da un bisogno mai pago di lodare il Signore Gesù Cristo. Il terzo brano (La preghiera del precario) nasce dalla volontà di descrivere la crisi economica mondiale che stiamo vivendo tramite gli occhi di un precario disperato, una delle tante vittime senza nome della recessione che vive il nostro paese.
La preghiera del precario vuole per l’appunto essere una risposta a questo decadimento non solo economico della società, ma anche morale ed etico. Una preghiera che nasce dalla disperazione e che si nutre di un forte bisogno di ritrovare Dio come unica, vera e sola certezza in questo mondo che ha perduto ogni punto di riferimento. Una preghiera per avvicinarci a Colui che è verità, immenso amore e che mai ci abbandona.

Quartetto Accademia

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Bartolomeo Cosenza-Organista e Compositore

Si è diplomato in Organo e Composizione Organistica, Direzione di Coro e Musica Corale, Didattica della Musica, Clavicembalo e Tastiere Antiche e Composizione con il massimo dei voti, la lode e menzione alla tesi, presso il Conservatorio V. Bellini di Palermo. Ha preso parte in qualità di organista e di compositore alla 54° edizione della Settimana di Musica Sacra a Monreale, ha collaborato in qualità di pianista con la compagnia stabile del Teatro Biondo ed è attualmente organista presso la Chiesa Valdese di Palermo, dove ha preso parte alla registrazione del Culto di Pasqua 2010 in Eurovisione RAI. Si è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università degli Studi di Palermo con 110 e lode ed è Dottore di Ricerca in Ingegneria Chimica e dei Materiali.

Jennifer Schittino -Soprano lirico leggero 

Si è diplomata con il massimo dei voti in Canto presso l’Istituto Musicale “V.Bellini” di Catania e ha conseguito la Laurea di 2° livello in Discipline Musicali con il massimo dei voti e la lode. Nel 2006 è stata vincitrice del 1° premio assoluto per la musica da camera al XII Concorso Internazionale “G. Campochiaro” di Pedara e nel 2008 è stata insignita del 1° premio assoluto al Concorso Internazionale “V. Scaramuzza” di Crotone.
Il 1 Giugno 2011 ha preso parte in qualità di cantante all’inaugurazione della LIV Biennale d’Arte di Venezia.

Francesco Parrino -Tenore lirico 

Ha collaborato col maestro Di Grigoli nella realizzazione di concerti di musica bizantina e popolare nei quali si è esibito da solista nei maggiori teatri siciliani e in varie località italiane. Durante la permanenza in Germania ha tenuto numerosi concerti e ha perfezionato il repertorio liederistico tedesco e francese. Nell’Ottobre 2010 ha debuttato nel “Don Giovanni” di Mozart nel ruolo di Don Ottavio diretto da C. Desderi. Nel settembre 2011 ha debuttato ne “La Baronessa di Carini” di Antonio Fortunato in prima assoluta mondiale nel ruolo di Padre Giulio al Teatro Bellini di Catania. Nell’ottobre 2011 ha conseguito la laurea specialistica in canto lirico presso il Conservatorio di Musica “V. Bellini” di Palermo con 110, lode e menzione speciale per la tesi.

Valeria Caponnetto- Violino barocco

Si è diplomata in violino moderno presso il conservatorio "V.Bellini" di Catania. Ha partecipato con successo a vari festival e concorsi nazionali. Negli ultimi anni ha coltivato un particolare interesse per la musica del XVI e XVII sec che l'ha portata dunque allo studio della prassi esecutiva barocca con strumenti d'epoca partecipando a numerosi corsi di perfezionamento in Italia e all'estero sotto la giuda di Enrico Onofri, Olivia Centurioni, Monica Toth e altri. Si è esibita in svariati concerti lavorando con direttori e solisti di fama internazionale fra cui Gianni Kriscak, Marco Serino, Yoko Ichihara, Salvatore Carchiolo etc. Collabora stabilmente con l'orchestra barocca del dipartimento di musica antica di Palermo e l'associazione "Antonio Il Verso".

Antonia Pillitteri-flautista

Inizia il suo percorso di studi in flauto traverso nel 2001/02 al Conservatorio di musica V.Bellini di Palermo. Negli anni si esibisce con il quartetto Syrinx di flauti traversi come secondo flauto in vari concerti tenutesi a Palermo. Nel 2008 suona al Politeama come secondo flauto dell'orchestra del conservatorio. Nel 2009 si esibisce al Politeama come primo flauto dell'orchestra De Andrè. Nel 2010 in occasione del concerto di Mauro Pagani suona come secondo flauto. Diplomatasi nel 2009 in flauto traverso ha partecipato successivamente ad un master di alto perfezionamento con il Maestro Giovanni Roselli, primo flauto dell'Orchestra della Scala di Milano e attualmente studia a Roma con il Maestro Luca Bellini, primo flauto dell'orchestra della Polizia.

SPAZIO LETTERARIO

Letture di pagina di storia risorgimentale
Francesco Giordano – Attore e voce recitante

letture da:
Alessandro Manzoni - Marzo 1821
Ugo Foscolo - da le "lettere di Jacopo Ortis
Giuseppe Giusti – Sant’Ambrogio
Ippolito Nievo - Le confessioni di un Italiano
Cesare Abba - da diario di un Garibaldino
Luigi Mercantini - La spigolatrice di Sapri

Francesco Giordano – Attore e Voce recitante Comincia recitare nel 1971 attore e autore radiofonico in ruolo RAI in svariate produzioni RAI-fa parte del “Gruppo 5” diretto da Miguel Quenon , emanazione della “comune “ di Dario FO.

Si diploma alla scuola di Teatro Teates diretta da Michele Perriera partecipa a svariate edizioni della “Macchina dei Sogni” festival di teatro da strada e di figura diretto da M.Cuticchio. Scrive, doppia e recita in svariati documentari/ fiction diretti da G.Tornatore prodotti dalla CLCT e dalla RAI, inoltre produce e scrive svariati spettacoli/recital su poeti e scrittori. Recita in film con i fratelli Taviani, Vicente Aranda, G.Ferrara, e in fiction come “Montalbano”

Giuseppe Di Franco, Direttore Artistico e Consulente alla Cultura (inserire foto) Opera professionalmente a Palermo da circa 30 anni. Iscritto all’Università di Palermo presso la facoltà di Giurisprudenza, nell’anno 1980 intraprende la strada del giornalismo televisivo conducendo per due anni una trasmissione di approfondimento politico e culturale dal titolo: “Il Sindaco risponde” per l’emittente televisiva T.R.M. (1980-1982)

Nell’anno 2002, a seguito di una selezione per titoli ed esperienza professionale viene prescelto per il ruolo di “direttore artistico ed organizzativo” del comune di Santa Flavia.
Nel settembre del 2002 gli viene affidata la direzione artistica della rassegna internazionale di musica classica, sacra e gospel: “Incontri d’Arte”, un progetto promo - turistico ideato dallo stesso Giuseppe Di Franco e direttamente promosso dall’assessorato turismo della Regione Siciliana. La manifestazione riscuote un notevole successo a livello nazionale per il quale riceve un particolare encomio dal Dipartimento regionale turismo e spettacolo.

Nell'anno 2007 dopo aver ricoperto con successo per cinque anni il ruolo di direttore artistico del comune di Santa Flavia, il Sindaco lo nomina consulente alla cultura ed attività culturali del comune, oggi riconosciuto dalla regione siciliana come "Città d'Arte". 

Ha collaborato altresì con la Fondazione Museo Mandralisca di Cefalù e con il Museo Regionale di Palazzo Mirto a Palermo per la stesura di progetti realizzati negli spazi museali. 
La passione per la musica lo ha portato allo studio e perfezionamento del sassofono (contralto e soprano) sotto la guida del maestro Giuseppe Palma, (docente presso il conservatorio V. Bellini di Palermo). Fa parte del gruppo musicale: "Ensemble Mascagni" formato da otto musicisti e con il quale si esibisce nella qualità di strumentista al sax soprano. 
E’ direttore artistico della rassegna internazionale di musica classica e sacra “Incontri d’Arte” giunta all’VIII° edizione.

Presenta:
Licia Raimondi, giornalista pubblicista e laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Trieste. Lavora da diversi anni come presentatrice televisiva, speaker radiofonica e conduttrice di grandi eventi. Tra le sue creazioni i programmi “A cena con”, “Coppie Doc” e “ Il salotto di Licia”, giunto ormai con successo alla sua terza edizione sull’emittente CTS. Dal 2008 è collaboratrice del gruppo L’Espresso, in qualità di conduttrice per Repubblica Tv, sul sito Repubblicapalermo.it

altCenni sulla Chiesa della Gancia



La sua costruzione ha inizio nel 1490 quando i Frati Minori di S. Maria di Gesù , presso Palermo, ottennero da Innocenzo VIII il permesso di edificare fuori le mura della città "una gancia", cioè un ospizio per i loro malati e che offrisse ospitalità ai religiosi che si recavano in città. Così essi intrapresero la costruzione di un grandioso convento sotto il titolo di S. Maria degli Angeli, che conservò l’originario appellativo di Gancia o Grangia

Il luogo in cui sorse è stato ritenuto da alcuni quello stesso in cui si elevava il famoso palazzo degli Emiri musulmani.
Nei primi anni del secolo XVI venne edificata la Chiesa, splendida testimonianza dell’arte rinascimentale, ricca di opere d’arte, tra cui le tele di Vincenzo Romano e di Pietro Novelli, gli stucchi del Serpotta e le sculture del Gagini.
Nel corso degli anni il convento si ampliò con la costruzione di un grande refettorio capace di oltre duecento frati. Nel 1609 fu inoltre arricchito di un “claustro… con giardino et altre delitie dentro”.
Nel 1615 il refettorio dei frati venne affittato all’Ordine dei Terziari, che successivamente lo abbellirono di stucchi ed affreschi e vi ricavarono una fossa per la sepoltura, ancora visibile.
All’ingresso l’ampio portale appare una rielaborazione tardo rinascimentale dello stile gotico-catalaneggiante tipicamente siciliano.
Sebbene sia stata manomessa durante il corso dei secoli, è visibile , ancora oggi , all'esterno il suo originale carattere. Le cappelle all'interno conservano una preziosa collezione di opere d'arte. Gli affreschi rappresentano episodi del Vangelo e pure di ispirazione religiosa frammista a motivi floreali sono gli stucchi a tutto tondo che si riallacciano ad un gusto reso celebre dal Serpotta, attivo nella Chiesa della Gancia a partire dal 1680.
Di grande valore sono il soffitto ligneo del tardo cinquecento, l'organo sul coro di fine XVI sec. e le tre acquasantiere del cinquecento.
Di gusto barocco è la vera da pozzo posta al centro dell’atrio, più recenti gli affreschi con l’immagine della Madonna e dei frati che ricoprono quel che resta dell’antico porticato.
Si conserva nel cortile la campana che, secondo la tradizione, il 4 aprile 1860, con il suo suono diede inizio alla rivolta capeggiata da Francesco Riso.

La Buca della salvezza: Foro scavato sul lato esterno del transetto su via Alloro, da 2 patrioti , Filippo Patti e Gaspare Bivona, nel 1860, che per scappare alle milizie borboniche si rifugiarono all'interno del convento fingendosi morti e nascondendosi sotto alcuni cadaveri di patrioti uccisi dalle milizie. Spinti dalla fame scavarono il foro, e richiamando l'attenzione di alcune donne di una bottega di fronte. Queste inscenarono una lite per distrarre i borbonici, e i due patrioti riuscirono così a mettersi in salvo uscendo dalla buca.
 

Sabato 4 febbraio 2012 ore 18.00 c/o la libreria Kursaal Kalhesa di Palermo verrà presentato il CD Soteira del clarinettista/compositore Giovanni Mattaliano, prodotto dall' etichetta jazzliveimprovisation records(2012). Introduzione a cura di Gigi Razete e Fosca Medizza.

Si chiama SOTEIRA il nuovo impegno discografico del clarinettista e compositore palermitano Giovanni Mattaliano,prodotto dall' etichetta discografica indipendente  jazzliveimprovisation records e in uscita a gennaio 2012.

L'album raccoglie espressioni sonore diverse del suo più recente percorso di musicista jazz.

Il CD contiene alcune composizioni originali (Barokâ,Soteira e Toc pocâ composte da Mattaliano e pensate per un insieme atipico e affascinante,clarinetto,violino,clarinetto basso e chitarra classica che il musicista ha battezzato Interensemble CompositorInterpreti.

Dice Mattaliano: Il brano Barok❠è dedicato alle cattedrali barocche e si avvale di un sound minimalista, che sfida l'anima pop irlandese in un viaggio immaginario che oscilla tra il 600 e il 900, con un' improvvisazione che prova a far riecheggiare gli antichi spazi. In Soteira, dal greco Salvezza, il brano è diviso in due parti, l'intro è dedicato all'incontro ideale di tante anime spirituali rappresentate da un violino sospeso in un' avventura mistica sonora che in seguito sfocia in una seconda parte danzante, divisa con le seguenti battute 4/4 + 4/4 + 3/4 + 3/4 +2/4 .

Toc poc❠che era stato gia inciso nel 2008 in duo con il pianista Oscar Del Barba, lo riarrangio con momenti ritmici tribali che si avvicendano ritmicamente tra i quattro strumenti, con un background che accompagna il solo dedicato alle più antiche terme arabe d'europa, quelle di Cefalà diana, site vicino Palermo. Di seguito possiamo ancora ascoltare una suite omaggio al clarinettista Sidney Bechet, creata in duo con il contrabbassista Massimo Patti (con cui costituisce il duo Mat Pat) e che racchiude tre brani come Petite fleur, Besame mucho e Summertime, legati al percorso di Bechet sia di compositore che d'interprete. 

Tre brani di tradizione etnica (askenazita, yiddish e siciliana), il primo dal titolo Yâ'did Nefeshâ arrangiato dalla pianista/compositrice e cantante Delilah Gutman eseguito in trio con Mattaliano e Patti, valzer yiddish per clarinetto e fisarmonica,in duo con il fisarmonicista/pianista Ruggiero Mascellino e ancora Signuruzzu con il quartetto composto da Mattaliano, Mascellino, Giovanni Apprendi alle percussioni e Massimo Patti al contrabbasso, un esecuzione la loro arrangiata con spirito etnojazz con un'attenta creatività emotiva. In ultimo un brano per clarinetto solo dal titolo Panta rei€ composto dallo stesso Mattaliano e dedicato al clarinettista siciliano Tony Scott.

(Valeria Carmone, ufficio stampa jazzliveimprovisation)

http://www.jazzliveimprovisation.com
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Tre serate di spettacolo e di cultura, il concerto di Lidio Florulli, la “teatralizzazione” ad opera di quattro "indoss-attrici" sullo sfondo di quadri di Renato Guttuso e di foto che lo ritraggono, e la mostra fotografica di Marcellino Redogna, cui ha fatto seguito il concerto jazz del gruppo "Tony Piscopo Quartet", sono state un convincente prologo dei festeggiamenti del centenario della nascita del pittore bagherese.

E’ stata una tre giorni molto efficace per fare riflettere  sulla figura e l’opera di Renato Guttuso nel centenario della nascita, cui ha forse nuociuto un po’ qualche aspetto dell’organizzazione e della gestione delle serate, ma di questo diremo alla fine.

Gradevole il concerto di venerdì dell’orchestra di violini diretta da Lidio Florulli, più coinvolgente nei brani finali, e che avevamo avuto modo di applaudire nel memorabile concerto-evento di questa estate nella corte di Villa Valguarnera; tra gli orchestrali, alla pianola, un giovane musicista di grande talento, il maestro bagherese Mauro Visconti

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Più suggestiva e affascinante, a nostro avviso, la rappresentazione dal titolo “Gutt Art Video fashion” curata dagli allievi dell’Accademia del lusso di Milano.

Un tentativo, in larga parte riuscito, di trasfondere nei movimenti lenti e studiati delle modelle la personalità che promana dalle opere dell’artista bagherese: la forte sensualità innanzitutto, ma anche il senso tragico della vita, della fatalità degli eventi, del destino che si portano dentro i siciliani, di cui scrisse Leonardo Sciascia, e perchè no? anche un altro grande scrittore siciliano da poco scomparso, Vincenzo Consolo, autori con i quali, intrecciò sull’argomento una sua riflessione anche il giudice Giovanni Falcone.

Nei quattro “quadri” della rappresentazione, attraverso l’uso sapiente dei materiali e delle forme degli abiti delle "indoss-attrici" e dei movimenti del corpo, si rimanda a quattro momenti topici nel percorso artistico, culturale e umano di Renato Guttuso: il ritratto della moglie, “Mimise con il cappellino rosso”, con i sensi di colpa che lo accompagnarono dopo la scomparsa della consorte; "Nudo di donna” e “ Melanchonia nova” che ritraggono inequivocabilmente l’onnipresenza sensualità di Marta Marzotto nello studio di Palazzo del Grillo; e la “Crocifissione” che, con le polemiche che al tempo lo accompagnarono, segnò l’ingresso prepotente di Renato Guttuso nel panorama artistico nazionale.

Meno convincente, perchè legata ad una semplice trasposizione di stereotipi, ci è parsa la rilettura della “Vucciria”.

Oltre 1500 visitatori in una sola serata, giovani soprattutto e questo conforta, che compostamente ed ordinatamente a piccoli gruppi, considerata le dimensioni dei locali hanno visitatoe rivisitato la video inetrpretazione per coglierne il senso più profondo.

Ha chiuso la tre giorni la mostra di fotografie di Marcellino Rendogna, che resteranno esposte solo per qualche settimana, si segnala per la presenza di scatti assolutamente inediti della vita del pittore bagherese, ed il concerto jazz che in maniera molto originale ha utilizzato la zona dei "sottotetti" del secondo piano, si è svolto infatti nella "sala delle formelle" anche questa splendidamente restaurata , per far sì che nell'arco delle tre serate tutto il palazzo fosse visitabile.

Anche nella serata di domenica la risposta dei bagheresi è stata encomiabile: migliaia di visitatori stanno affollando in queste ore le sale del palazzo.

.Da segnalare anche lo splendido arredo artistico di luci che in queste serate ha contrassegnato la facciata e la corte e che ha mostrato alla città il vero volto di questo storico palazzo; peraltro il gioco delle luci è stato una delle cose più pregevoli delle tre serate.

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In conclusione una tre giorni di grande spessore artistico e culturale che avvia le commemorazioni del centenario della nascita dell’artista: e di questo va dato ampio merito all’assessore Francesco Cirafici, che ha creduto fortemente in questa opportunità e soprattutto nella location di palazzo Butera.

Sta lavorando molto bene il giovane assessore che, contraddicendo il proverbio, sta invece “facendo le nozze coi fichi secchi”.

Continui così a patto di capire sino in fondo che nel suo ruolo occorre rappresentare l’intera comunità e non solo una parte politica.

La scelta di palazzo Butera è stata azzeccata e ineccepibile tranne che per un solo motivo: e questo ci fa giocoforza parlare di qualche aspetto dell’organizzazione che ha lasciato a desiderare, e vi diciamo secondo noi, quale è stato.

Confinare un concerto in un salone che può contenere al massimo un centinaio di persone è stata una decisione improvvida, con le inevitabili polemiche legate anche all’ingresso ad inviti.

L’avere attrezzato altre due stanze per il pubblico, alla fine oltre duecento persone, non si è purtroppo rivelata una scelta felice: la scarsa qualità dell’audio e delle immagini non hanno “scaldato” il pubblico di questi gelidi saloni che, a conclusione, ha lasciato deluso palazzo Butera.

Però non c'erano alternative nel momento in cui l'assessore Cirafici ha deciso di concentrare in una sola location tutte e tre le serate; ed ha vinto comunque la scommessa.

Qualche polemica affiorata in un primo momento nell'aver voluto presentare  le tre serate come frutto di un omaggio di FLI  alla città, si sono stemperate e sono state cancellate dalla grande qualità culturale e di spettacolo delle iniziative messe in campo.

Per il resto, senza queste piccole stonature, tre bellissime serate che i bagheresi mostrano sempre più di apprezzare.

 

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