La trattoria Don Ciccio di Bagheria nella classifica delle 50 migliori trattorie d'Italia

La trattoria Don Ciccio di Bagheria nella classifica delle 50 migliori trattorie d'Italia

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La gastronomia bagherese continua a mietere successi e riconoscimenti prestigiosi.

Questa volta è stata la storica trattoria Don ciccio a salire alla ribalta della cronaca.

La famosa trattoria di Bagheria nata nel 1942 compare nella classifica delle 50 migliori trattorie d'Italia stilata dall'affermata guida online 50 Top Italy - I Migliori Ristoranti Italiani 2022. Un network, consultabile gratuitamente, firmato da Lsdm, Congresso internazionale di cucina d’autore e dalla testata giornalistica Luciano Pignataro Wine&Food Blog. Oltre a Don Ciccio soltanto un'altro locale siciliano la "Trattoria Corona" di Palermo.

In questa classifica delle migliori osterie d'Italia Don Ciccio occupa il 48esimo posto. 

Le trattorie:

  1. Sora Maria e Arcangelo, Olevano Romano (Roma), Lazio
  2. Antica Osteria del Mirasole, San Giovanni in Persiceto (Bologna), Emilia-Romagna
  3. Villa Rosa - La Casa di Lella, Vico Equense (Napoli), Campania
  4. La Brinca, Ne (Genova), Liguria
  5. Ristorante Al Cambio, Bologna, Emilia-Romagna
  6. L'Osteria della Tana, Asiago (Vicenza), Veneto
  7. Trattoria Da Burde, Firenze, Toscana
  8. Lo Stuzzichino, Massa Lubrense (Napoli), Campania
  9. Caffè La Crepa, Isola Dovarese (Cremona), Lombardia
  10. Al Convento, Cetara (Salerno), Campania
  11. Trippa, Milano, Lombardia
  12. La Piola, Alba (Cuneo), Piemonte
  13. Luciano Cucina Italiana, Roma, Lazio
  14. Antichi Sapori, Montegrosso di Andria (Barletta), Puglia
  15. Armidda Trattoria Sarda, Abbasanta (Oristano), Sardegna
  16. Armando al Pantheon, Roma, Lazio
  17. Da Lucio Trattoria, Rimini, Emilia-Romagna
  18. Osteria Ophis, Offida (Ascoli Piceno), Marche
  19. Trattoria da Amerigo, Savigno (Bologna), Emilia-Romagna
  20. Ristorante Consorzio, Torino, Piemonte
  21. Vecchia Marina, Roseto degli Abruzzi (Teramo), Abruzzo
  22. SantoPalato, Roma, Lazio
  23. Boivin, Levico Terme (Trento), Trentino-Alto Adige
  24. Gerani Ristorante, Sant'Antonio Abate (Napoli), Campania
  25. Antica Trattoria del Gallo, Gaggiano (Milano), Lombardia
  26. I'Ciocio, Suvereto (Livorno), Toscana
  27. Ai Due Platani, Parma, Emilia Romagna
  28. Lokanda Devetak 1870, Savogna d'Isonzo (GO), Friuli-Venezia Giulia
  29. Antica Trattoria Da Doro, Solagna (Vicenza), Veneto
  30. Corona Trattoria, Palermo, Sicilia
  31. Taverna Del Cacciatore, Castiglione dei Pepoli (Bologna), Emilia-Romagna
  32. Osteria della Villetta, Palazzolo sull'Oglio (Brescia), Lombardia
  33. Antica Trattoria Ballotta, Torreglia (Padova),
  34. Ca' Dei Giosi, Covelo di Vallelaghi (Trento), Trentino-Alto Adige
  35. Masseria Barbera, Minervino Murge (Barletta), Puglia
  36. L'Agave Framura, Framura (Spezia), Liguria
  37. Futura Osteria, Monteriggioni (Siena), Toscana
  38. Taverna Kerkira, Bagnara Calabra (Reggio Calabira), Calabria
  39. Osteria La Torre, Cherasco (Cuneo), Piemonte
  40. Taverna Centomani, Potenza, Basilicata
  41. Trattoria Popolare L'Avvolgibile, Roma, Lazio
  42. Abraxas Osteria, Pozzuoli (Napoli), Campania
  43. Il Capanno, Spoleto (Perugia), Umbria
  44. Cibus, Ceglie Messapica (Brindisi), Puglia
  45. Ristorante Cacciatori, Cartosio (Alessandria), Piemonte
  46. Ristorante Baraonda, Porto Viro (Rovigo), Veneto
  47. Trattoria La Grotta Da Concetta, Campobasso, Molise
  48. Trattoria Don Ciccio, Bagheria (Palermo), Sicilia
  49. Irina Trattoria, Savigno (Bologna), Emilia-Romagna
  50. Osteria Botteghe Antiche, Putignano (Bari), Puglia

L’Emilia Romagna, con ben 7 insegne presenti nel ranking, è la regione più rappresentata dello Stivale; seguono, a quota 5, Campania e Lazio; con 4, Lombardia, Piemonte, Puglia e Veneto; con 3, la Toscana; con 2, Liguria, Sicilia e Trentino Alto Adige; con una, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Sardegna e Umbria.

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La storia di Don Ciccio racconatta dal figlio Santo sulle pagine di Bagherianews qualche anno orsono:

L’esordio della nostra attività avviene nel 1942 durante la guerra a Bagheria proprio “sutta l’archi” in Corso Umberto: mio padre collaborato da mia madre gestiva una specie di taverna, dove si servivano fave “pizzicate”, qualche minestra di verdure o insalata e qualche bicchiere di vino, qualche uovo sodo; poi ci trasferimmo in Via Senatore Durante; fu nel 1947 che ci trasferimmo nel locale che si può definire storico, quello della Stazione.

Via via nel tempo mia madre, che era la vera cuoca, cominciò a preparare alcune delle ricette tipiche siciliane, la pasta con le sarde, la pasta con aglio e olio, il polpettone, gli spiedini, la pasta con il sugo ecc... All’inizio la nostra clientela era formata soprattutto da carrettieri e poi camionisti e gente di passaggio; si mangiava con poco e in poco tempo.

Mio padre aveva un carattere forte, a volte un po’ brusco nell’approccio, però rispettava l’amicizia e quanti vivevano del proprio lavoro.
Ricordo che una volta entrarono in trattoria operai che erano sporchi di fuliggine, perché trasportavano carbone: erano molto imbarazzati e chiedevano scusa del loro abbigliamento: mio padre li invitò ad accomodarsi in maniera molto calorosa: siete dei lavoratori disse e siete pertanto i benvenuti nel mio locale. Non dovete affatto chiedere scusa a nessuno per il vostro abbigliamento.

Ripensando a qualche aneddoto ricordo quando nei primi degli anni ‘60 si stava girando a Palermo e dintorni il film “il Gattopardo”; venivano spesso a cena da noi i protagonisti del film, Claudia Cardinale, Alain Delon, Burt Lancaster, Paolo Stoppa, ed altri attori della troupe.
Un giorno senza essere prenotato a pranzo arrivò il regista Luchino Visconti, che peraltro mio padre non conosceva.
Cosa desidera? gli chiese mio padre.
Mangiare, rispose sinteticamente il grande regista, e fece per avviarsi ad un tavolo e sedersi.
Scusi - lo bloccò Don Ciccio - ma lei è prenotato? No - rispose Visconti.
Mi dispiace - disse mio padre - ho tutto prenotato e non ho posti per lei e i suoi amici.
Successe un parapiglia, in cui Luchino Visconti cercò di far valere il peso del suo nome: non valse a nulla; mio padre e Luchino Visconti arrivarono quasi alle mani.
Il giorno dopo a Don Ciccio telefonò Nello Martellucci (che diventerà sindaco di Palermo, n.d.r.):"Ma cosa mi combina, disse in maniera burbera e affettuosa, conoscendo il tipo, a mio padre: “Lei caccia via dal suo locale uno dei più grandi registi italiani; ma si rende conto?"
Non era prenotato e non potevo lasciare fuori chi si era prenotato – chiarì mio padre.
Comunque il finale della storia è prevedibile: Luchino Visconti tornò la sera successiva da Don Ciccio con l’avvocato Martellucci e divenne molto amico di mio padre, al punto che quando tornava in Sicilia non perdeva mai l’occasione di venirci a trovare.

Un giorno venne il console USA per preparare un banchetto con una serie di autorità italiane e americane: si raccomandò perché facessimo del nostro meglio e rimase talmente contento e impressionato che, per riconoscenza, fece avere a mio padre un passaporto diplomatico degli U.S.A., che mio padre peraltro non usò mai.

Un altro cliente particolarmente importante era il comandante della VI flotta americana dislocata nel Mediterraneo: fece avere a mio padre, dopo avere cenato da noi, una foto con dedica della nave ammiraglia della flotta.

Una storia, quella della trattoria Don Ciccio, che gloriosamente si perpetua negli anni e porta lustro anche al nome di Bagheria.

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FOTO DI COPERTINA: Santo, Francesco e Salvatore Castronovo, ripettivamente figlio e nipoti di Don Ciccio.  

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