Cervicalgia: cause, sintomi e trattamento di una patologia molto comune- di Giuseppe Buttitta

Cervicalgia: cause, sintomi e trattamento di una patologia molto comune- di Giuseppe Buttitta

sport
Typography

Oggi nella nostra rubrica quindicinale su Bagherianews affrontiamo il tema della Cervicalgia, una patologia oggi molto diffusa, sia tra  giovani che anziani.

Cos'è la Cervicalgia?

La cervicalgia o “dolore al collo”, rappresenta uno dei motivi principali per consulenze fisioterapiche e osteopatiche. Va distinta la cervicalgia acuta da quella cronica, perché saranno diversi gli approcci utilizzati per risolvere l’una o l’altra, vedremo in seguito come nella cervicalgia cronica (presente da più di 3 mesi) si instaurano meccanismi neurofisiologici responsabili del persistere del dolore, e cosa ci dice la ricerca scientifica attuale per risolvere e gestire tale problematica per non rischiare di perdere tempo in trattamenti palliativi o inutili.

Il dolore al collo o cervicalgia è uno dei disturbi muscolo-scheletrici più comuni, Il dolore al collo è un problema molto diffuso, infatti almeno i due terzi della popolazione, ad un certo punto della vita inizia a soffrirne. Il fenomeno sta aumentando in intensità, frequenza e gravità degli episodi, Mentre in alcuni casi la cervicalgia si risolve con il tempo, il 30% dei pazienti che riferisce dolore al collo alla fine sviluppa sintomi cronici della durata di oltre sei mesi e il 45% di coloro che soffrono di dolore al collo inoltre riferiranno anche sintomi persistenti per almeno 12 mesi dopo il primo episodio. Sfortunatamente, anche dopo un trattamento di successo, c'è una percentuale di recidiva segnalata del 50-85% da uno fino a cinque anni dopo la risoluzione dei sintomi.

Quest'articolo intende affrontare il dolore percepito nella regione anatomica del rachide cervicale, nello spazio delimitato dalle sette vertebre cervicali e nella muscolatura circostante, ovvero la zona delimitata come apice dalla base cranica, che scende lateralmente seguendo il margine dei muscoli trapezi, e come base una linea passante sulla vertebra C7; Ponendo maggiore attenzione al DOLORE CRONICO ovvero che persiste oltre il tempo normale di guarigione dei tessuti, definito per convenzione oltre i tre mesi.

Quali sono le cause e i fattori cronicizzanti della cervicalgia?

Oggi è ormai noto che il dolore può assumere, nel momento della sua comparsa e lungo il suo sviluppo nel tempo, connotati più complessi rispetto a quanto deriva dall’insulto o danno originario. Il dolore muscolo-scheletrico di natura cronica si può sviluppare a seguito di una lesione, di un infortunio o a seguito di nessuna apparente causa o meccanismo lesivo, seguito da un’infiammazione neurogena, dolore persistente e/o ipersensibilità .
Questa iperproduzione di segnali nocicettivi e/o dolorifici ripetuti nel tempo può produrre cambiamenti importanti nel sistema nervoso, di natura sia funzionale che strutturale, tale da renderlo più eccitato, con il risultato finale di una sensibilizzazione centrale, ossia una percezione del dolore di natura decisamente sproporzionata (in negativo) rispetto alla natura e all’entità dello stimolo dannoso di partenza, con seguente perdita di controllo sugli stimoli nocicettivi-dolorifici. In pratica è come se il sistema nervoso ”abituato” a percepire stimoli nocicettivi che arrivano dall’area cervicale, comincerà a percepire dolore anche in assenza di uno stato infiammatorio (questo potrebbe spiegare l’inefficacia dei farmaci antinfiammatori o di terapie fisiche per problematiche croniche) o per stimoli che di per sé non dovrebbero far innescare stimoli nocicettivi.
Dal punto di vista biomeccanico bisogna invece considerare che il tratto cervicale può essere influenzato da distretti anatomici più o meno vicini, come ad esempio l’articolazione delle spalle, il tratto dorsale, articolazione tempero-mandibolare o persino da problematiche viscerali, per cui disfunzioni di queste aree possono sovraccaricare e determinare dolore alla zona cervicale, e se non tenute in considerazione in un percorso riabilitativo, potranno diminuire l’efficacia del trattamento stesso.
La scienza oggi ci dice che il dolore è una somma di fattori psicosociali (ad esempio emozioni - quali ansia, paura - comportamenti, aspettative, credenze, soddisfazione nel lavoro, cultura) e fattori biologici (sistema nervoso, sistema muscolo-scheletrico, ormoni, enzimi,infiammazione ecc.)
Ciò significa che la cervicalgia non può essere solamente il risultato di un’ernia del disco diagnosticata attraverso la risonanza o di processi artrosici evidenziati da una radiografia. sicuramente bisogna tener conto di tali elementi ma come abbiamo visto, i meccanismi neurofisiogici che si innescano in una cervicalgia cronica sono molto più complessi ed è su quelli che bisogna agire.
La cervicalgia è spesso associata ad altri sintomi:
Riduzione del range articolare, ovvero difficoltà nel girare o compiere altri movimenti del collo, fino a portare a veri e propri blocchi articolari
Cefalee, il mal di testa si può presentare nelle persone che soffrono di dolore cervicale e, diversamente da quello che si pensa, non ci si riferisce solamente alla cefalea cervicogenica, ma anche altri tipi di cefalee, come l’emicranea o la cefalea tensiva
Vertigini e nausea, una percentuale non indifferente di persone può accusare sintomi neurovegetativi di questo tipo, che a volte possono essere più debilitanti della cefalea stessa

Come la fisioterapia e l’osteopatia possono esserci utile nella risoluzione o gestione del dolore cervicale?

La fisioterapia e l’osteopatia si pongono come obiettivo la risoluzione del dolore attraverso l’approccio manuale, con tecniche decontratturanti, di allungamento muscolare, articolatorie, per migliorare e resettare gli stimoli nocicettivi provenienti dalle strutture muscolari e/o articolari, e cercare di distribuire in maniere più armoniosa i carichi tra tutte le articolazioni. Il compito dell’osteopata non sarà solo quello di concentrarsi sul tratto cervicale, ma di pensare alla globalità del corpo. Uno dei principi dell’osteopatia è l’UNICITA’ DELLA PERSONA. Ognuno di noi ha delle caratteristiche diverse e uniche, quindi la valutazione approfondita e attenta ha la funzione di creare un trattamento su misura per il paziente, tenendo presente molti aspetti e non solo il motivo della visita. Durante l’anamnesi si indaga sullo stile di vita del paziente, sulle sue abitudini alimentari, sull’attività fisica e lavorativa che svolge. Si chiede se il paziente soffre di altre patologie apparentemente poco connesse con il motivo della visita. Si ascolta il paziente per raccogliere più informazioni possibili, per poter strutturare un trattamento efficace.Altrettanto importante sarà il recupero e il miglioramento dell’articolarità attraverso l’esercizio terapeutico, ovvero esercizi attivi, che saranno personalizzati e somministrati in base al tipo di problema che si ha di fronte, inoltre studi recenti avvalorano la tesi che l’esercizio attivo è un valido aiuto nella diminuzione della sintomatologia dolorosa cronica. Inoltre il trattamento fisioterapico/osteopatico è efficace anche per quanto riguarda la risoluzione dei sintomi associati alla cervicalgia come ad esempio la cefalea e le vertigini.

Dott. Giuseppe Buttitta

Fisioterapista ed Osteopata

Per ulteriori approfondimenti
www.fisioterapiabagheria.it

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.