Hanno iniziato da quasi tre giorni una protesta che intendono portare avanti ad oltranza, sin quando comunque la loro situazione non sarà chiarita:
sono i lavoratori, dell’ATI Group l’azienda sequestrata al tycoon della sanità Michele Aiello che raggruppa i settori edile e meccanico, che hanno occupato il “centro operativo” dell’azienda in contrada “Lanzirotti”.
Da qui non ci muoviamo, continuano a ripetere, sin quando non saremo ricevuti dall’amministratore delegato dell’azienda, dr. Bruno o dal dr. Dara, l'amministratore giudiziario.
Siamo andati a trovarli nel “centro” occupato.
Si sono organizzati e giorno e notte presidiano il deposito dei mezzi e delle attrezzature; camion, pale meccaniche giacciono inutilizzati come inutili mostri di acciao con il concreto rischio di deperire. Per questo occorre che al più presto i vertici dell’azienda individuino sbocchi di lavoro.
Solo tre ad oggi i cantieri aperti, Bronte e Francavilla in provincia di Catania ed i lavori di costruzione del macello a Partinico, e che assorbono solo qualche decina di oeprai e tecnici
Sono un centinaio però gli occupanti, edili, camionisti, operatori di mezzi meccanici, tecnici, ed ognuno ha la sua storia da raccontare: il mutuo, i figli da mandare a scuola, l’affitto da pagare, un anziano da assistere, una difficoltà familiare da superare.
Lo spettro della cassa integrazione torna ad aleggiare: con 650 euro al mese non ci facciamo niente continuano a dirci: si parlava di un lavoro a Palermo per il centro commerciale di Zamparini, e di un immobile ad uso residenziale in Via Libertà a Bagheria.
Ma ancora di concreto, dicono gli operai, non si vede niente: “Vogliamo risposte chiare e convincenti”, ripetono in coro.
Un incontro è stato già fissato con l’A.D. di ATI GROUP: “Se non ci saranno novità torneremo qua ad occupare”, e sembrano decisi a farlo.
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