Cronaca

Se parliamo del furto, solo tentato, del filtro di una 'piscina' precaria di una quindicina di mq. sistemata negli spazi dell'oratorio della Chiesa di Sant'Antonio, lo facciamo soprattutto per mettere a confronto la 'cialtroneria' di un gesto così meschino e miserabile, con la 'grandezza' ci si passi il termine, dell'impegno che profondono decine e decine di volontari, delle parrocchie soprattutto, per cercare di dare in questo periodo d'estate un pò di svago e divertimento ai bambini meno fortunati. 

Chi ha cercato di rubare il filtro a sabbia di una piscinetta di plastica è purtroppo una persona povera soprattutto di mente e di dignità più che di soldi: come si dice nella nota diffusa dagli animatori che riferiscono del 'fatto increscioso  accaduto nella notte tra sabato e domenica, vigilia dell'inizio del Summer Camp - Grest 2015, che si realizza nella Parrocchia di Sant'Antonio, risulta essere un vile atto risulta e segno di inciviltà e di non rispetto nei confronti di una comunità che si mette al servizio, in questo caso, dei più piccoli. Ci auguriamo che questo gesto sia frutto di una bravata di ragazzini e non di un vero e proprio tentato furto'.

Ce lo auguriamo anche noi, perchè non riusciamo a pensare che esistano persone che per qualche decina di euro, vorrebbero togliere la gioia e il sorriso ad oltre un centinaio di bambini.

Sono 150 infatti i bambini che frequenteranno dalla 9.00 alle 12.30 del mese luglio il 'SummerCamp - Grest 2015' che si concluderà il 1 di agosto.

Le preghiere mattutine, un pò di catechesi, lo spettacolo di drammatizzzione e animazione teatrale che avrà come canovaccio tre temi evengelici, a partire dalle nozze di Cana, e poi giochi d'acqua, svaghi e passatempi curati dagli instancabili animatori volontari.

altVedere tutti questi bambini guidati dalle amorevoli cure dei ragazzi della GIF  ( Gioventù italiana francescana) o dei semplici collaboratori della Parrocchia, è qualcosa che fa bene  al cuore. 

Oggi è doveroso dirlo, quelle religiose sono le uniche strutture organizzate che cercano di dare sollievo a chi ha di meno: succede alla Chiesa del Sepolcro, dove ogni mattino viene offerta la colazione a decine di persone bisognose, grazie all'impegno dei parrocchiani e alla generosità di alcuni bar della zona, succede nelle Parrocchie di S.Giovanni Bosco e di S.Antonino, succede presso le Caritas, succede alla Mensa di solidarietà; ovunque chi ha sensibilità e umanità trova tempo e modo di mettersi a disposizione degli ultimi.

Una Bagheria nobile di cuore e modesta che non cerca nè citazioni nè vetrine, ma che sta contribuendo a dare una mano decisiva per superare uno dei momenti più difficili per la nostra comunità

Da tempo i residenti segnalano criticità nella stradina comunale S Isidoro 3° che collega il corso Baldassare Scaduto con il viale S.Isidoro, dove hanno sede diversi importanti stabilimenti per la produzione d acciughe e tonno sott'olio.

Difficoltà legate alla ristrettezza della sede stradale, del mancato rispetto del limite di velocità (30 Km/h), del fatto che pur essendo la sosta non vietata, accade che se un auto viene parcheggiata nela sede stradale, non appena arriva un autoarticolato il transito risulta bloccato.

E di autoarticolati da quella strada ne passano tanti e spesso, anche perchè vanno a caricare prodotto finito o ascaricare semilavorati nelle aziende di salato: una soluzione alternativa è quasi impossibile trovarla, perchè gli accessia viale S.Isidoro sono tutti più o meno rpoblematici.

C'è però un inconveniente che accade spesso ed al quale con piccoli accorgimenti si potrebbe porre ripareed eviatre quello che è accaduto stamane poco prima delle nove, allorchè un autoaarticolato che stava immettendosi in villa e S.Isodoro, provenendo appunto dalla comunale S.Isidoro 3 è rimasto letteralmente incastrato e senza riuscire a fare più alcuna manovra nè avanti nè indietro.La motrice non aveva più alcuno spazio davanti e si era incastrata anche perchè aveva tentato una marcia indietro per guadagnare spazio.

altC'è voluto del tempo, sono dovuti intervenire i Vigili urbani e dopo avere spezzato un palo di legno che regge dei fili elettrici e buttato giù un muretto, il lungo mezzo è riuscito a ricavarsi lo spazio per uscire dalla trappola in cui si era andato a cacciare. 

I residenti ci dicevano che non è la prima volta che questo accade; a qualche rimedio di pronto accomodo si potrebbe pensare, livellando il tratto iniziale di marciapiedi di via S.Isidoro con la sede stradale, in modo da dare un paio di metri in più di manovra e soprattutto eliminare quel palo di legno, decisione a questo punto inevitabile, retrocedendolo di quel tanto che renda non problematica una eventuale  manovra di retromarcia.

E poi ascoltare i residenti su una soluzione più definitva che potrebbe essere o un senso unico o un divieto di sosta, o altri accorgimenti che evitino i disagi quotidiani, (compreso quella dell'alta velocità con cui transitano alcuni sconsiderati), di quanti, e sono tantisimi, utilizzano questa piccola scorciatoia per andare ad Aspra.

Foto di copertina Nino Russo

Il giovanissimo poco più che quindicenne, da quattro giorni viveva ad Aspra come un barbone: trascorreva le giornate in vicinanza del mare, mangiava quel pò che qualche anima caritatevole gli offriva al bar e la sera dormiva o in spiaggia o sotto il palchetto montato in piano Stenditore per gli eventi.

Quando intorno alle 10 di stamattina gli operatori della Polizia municipale lo hanno fermato per identificarlo, sono rimasti colpiti dal suo modo di porgersi: parlava in perfetto italiano, modi cortesi ed estremamenti rispettosi, solo che all'inizio aveva cominciato a dare informazioni fuorvianti e inesatte sulla sua identità e sui reali motivi della sua presenza ad Aspra.

Nel gruppo di vigili urbani che da un paio d'ore seguono la vicenda ci sono anche due donne, che pian piano sono riuscite a conquistare la fiducia  del ragazzino e sono arrivate a capo della situazione.

Il giovane R.F., 15 anni a marzo, si era allontanato quattro giorni fa da una comunità di recupero palermitana ed aveva trovato 'ospitalità' ad Aspra dove pare avesse anche conosciuto una ragazzina che in qualche modo gli teneva compagnia.

Il giovane essendo stato per quattro lunghi giorni continuamente esposto al sole presentava sintomi di scottature solari e ferite ai piedi. Con grande umanità e professionalità gli agenti di Polizia municipale, egregiamente coordinati dal tenente Salvatore Pilato, dopo averlo rifocillato lo hanno accompagnato alla Guardia medica, ed adesso si attende l'arrivo dei genitori del ragazzo che sono già stati avvisati.

 

La Direzione Investigativa Antimafia di Palermo, nella mattinata odierna, sta ultimando un ingente sequestro nei confronti di noti imprenditori del settore del calcestruzzo, originari della provincia di Palermo, legati al mandamento di Corleone.

Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Palermo – Sez. Misure di Prevenzione, ancora in fase di esecuzione, scaturisce da una proposta d’iniziativa del Direttore della D.I.A. e riguarda beni per un ammontare di oltre un miliardo e 600 milioni di euro.

L’operazione è stata messa a segno dagli investigatori della Dia ai danni delle imprese del gruppo trust riconducibili alla famiglia di Gaetano Virga imprenditore del settore calcestruzzi con sede a Marineo. Si tratta di beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari e imprese intestati ai fratelli Virga ovvero Carmelo, Vincenzo, Anna, Francesco e Rosa.

In passato peraltro proprio Gaetano Virga aveva presentato numerose denunce contro il racket delle estorsioni. Le sue testimonianze avevano consentito di arrestare cinque persone ritenute i capimafia e gli esattori di Misilmeri. Nell’operazione dei carabinieri finirono in manette Francesco Lo Gerfo ritenuto il capomafia di Misilmeri, e Stefano Polizzi, presunto estorsore sul quale si sono concentrate le testimonianze, portò anche allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Misilmeri.

Nel 2010, tra maggio e novembre, proprio Polizzi avrebbe chiesto il pizzo proprio al cantiere edile di Virga minacciandolo ”Ricordati che hai dei figli, mi hanno detto”, aveva riferito Virga agli investigatori.

Una testimonianza del nipote del Virga avrebbe riscontrato in qualche modo le accuse a Polizzi.

“Quando Polizzi è venuto nei nostri uffici – aveva detto – ha affrontato mio zio molto animatamente. Li ho visti discutere da una finestra all’interno della nostra azienda a Marineo. Nella zona – aveva aggiunto Virga – tutti sapevano quello che faceva Polizzi. Mio zio l’ha mandato via dicendogli che non avrebbe avuto un centesimo, ma si è ripresentato successivamente”. Virga da quel momento era diventato un simbolo. Uno degli imprenditore coraggio e antiracket e aveva avuto il sostegno delle associazioni Addiopizzo, Libero Futuro e Fai.

 

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