Cronaca

La notizia viene pubblicata su livesicilia di oggi 1° luglio. I fatti risalgono al 2013 allorchè la Guardia di Finanza di Palermo aveva contestato alla FLOTT S.p.A. con sede ad Aspra, che lavora nel campo della produzione di acciughe e prodotti della pesca sott'olio, che un contratto stipulato tra la una cooperativa Asprense e l’azienda Flott, per le prestazioni di determinati servizi celasse, in effetti, un prestito di mano d’opera, vietato dalla Legge Biagi e, pertanto, definiva il contratto non genuino.

Due anni prima anche l'INPS aveva effettuato dei controlli  e non aveva però riscontrato alcuna irregolarità, ritenendo assolutamente legittimo il rapporto tra cooperativa e azienda.

Alla Guardia di finanza l'azienda aveva reiteratamente e con insistenza chiesto di astenersi dal rilievo totalmente e palesemente infondato. L’Agenzia delle Entrate di Palermo ha confermato i rilievi della guardia di finanza reclamando all'azienda imposte e sanzioni per circa 800.000 euro.

I sindacati avevano chiesto udienza al Prefetto di Palermo al quale avevano sottoposto il paradosso che due organi dello Stato la pensassero in maniera così diversa su una identica fattispecie e che ci sarebbe stata una ricaduta negativa sull'occupazione con il licenziamento dei lavoratori cui la Flott era stata di fatto obbligata.

altParallelamente si apriva un procedimento penale per evasione fiscale e fortunatamente per l'azienda non veniva disposto alcun sequestro per equivalente, non essendoci i presupposti di legge.

All'azienda non restava altro che ricorrere in Commissione tributaria dando mandato per la difesa tributaria allo 'Studio Dottori Commercialisti Errante di Palermo, Studio Integrato del network nazionale ACB Group S.p.A.' e nel contempo interrompeva il contratto di servizi che aveva come effetto immediato la perdita del posto di lavoro per 18 operai.

La Commissione Tributaria di Palermo nell'aprile del 2015 ha annullato l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate rilevando che le conclusioni della guardia di finanza appaiono contraddittorie e che la asserita non genuinità del contratto di servizi non appare adeguatamente e sufficientemente provata.

Il Gip di Palermo ha accolto la richiesta di archiviazione del pm della Procura della Repubblica.

Nel frattempo, ed in attesa della sentenza, la Flott dal 1° gennaio 2015 aveva proceduto alla riassunzione diretta dei 18 dipendenti della Cooperativa.

nella foto interno pagina Tommaso Tomasello, amministratore delegato della Flott

 


 

Secondo quanto riporta gds.it  in Procura 'sarebbero giunte informazioni ritenute molto attendibili su un presunto giro di mazzette legato al rilascio delle certificazioni per ottenere poi il riconoscimento della pensione di invalidità'.

Vittime sarebbero soprattutto persone anziane che medici in servizio in alcune strutture pubbliche avrebbero costretto a pagare una tangente in cambio della tanto agognata certificazione.

Ad occuparsene dovrebbe essere il pool coordinato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci ( a sx nella foto).

Si ricorderà che appena due settimane fa una pediatra termitana ha incassato una mazzetta da 1.000 euro da una signora bagherese per garantire il buon andamento di una pratica di invalidità; in quella occasione gli agenti della polizia di stato di Bagheria erano riusciti a cogliere sul fatto la professionista arrestandola.

Il sitema corruttivoe che ede naturalmente coinvolti dei sanitari pare che sia diffuso: per questo scrive gds.it 'dal palazzo di giustizia, arriva anche l'invito alle potenziali vittime, a collaborare con i magistrati e le forze dell'ordine, perché denuncino eventuali irregolarità ed episodi di corruzione'.

Si tratta di Matteo Tutino (nella foto) primario di Chirurgia maxillo-facciale all'Opsedale villa Sofia di Palermo.

Il NAS di Palermo, nella mattinata odierna, ha dato esecuzione all’ordinanza - emessa dal GIP del Tribunale di Palermo, Dott. Giovanni Francolini - che ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di un medico, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Plastica e Maxillo Facciale di un noto ospedale di Palermo.

La misura restrittiva giunge a conclusione di una lunga attività d’indagine - coordinata dal Procuratore Aggiunto della Repubblica, Dott. Leonardo AGUECI, e diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Dott. Luca Battinieri - che il NAS siciliano ha avviato all’inizio del 2013 e che ha permesso di far luce su numerose attività illecite compiute dal chirurgo.

n particolare, sono finiti sotto il mirino degli investigatori numerosi interventi chirurgici eseguiti dal professionista che dissimulava l’attività libero professionale di natura estetica non consentita presso le strutture ospedaliere pubbliche del S.S.N. (Servizio Sanitario Nazionale) poiché del tutto esclusi dai Livelli Essenziali di Assistenza (L.E.A.)

altPer gli interventi di chirurgia estetica effettuati nell’ospedale pubblico il medico si faceva pagare un compenso “non dovuto” dai pazienti, celandolo quale corrispettivo per prestazioni post operatorie (medicazioni), oltre a richiederne il rimborso al Servizio Sanitario Regionale sulla base di documentazioni sanitarie e cartelle cliniche falsificate, arrecando quindi un ingente danno all’Erario.

I Carabinieri del NAS, contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, hanno eseguito diverse perquisizioni in collaborazione con il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo.

L’operazione non esaurisce le indagini, che proseguono per l’accertamento di ulteriori condotte illecite attribuite alla persona arrestata e ad altre a lui collegate.

 

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, al termine di una complessa indagine che ha consentito di svelare una colossale truffa ai danni dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente (già Assessorato Agricoltura e Foreste) nell’affidamento e svolgimento del servizio di antincendio boschivo della Regione Siciliana, sta eseguendo, su tutto il territorio nazionale, una vasta serie di sequestri nei confronti degli amministratori pro tempore delle società Heliwest s.r.l., Elifriulia s.r.l., Elitellina s.r.l. ed Elimediterranea s.p.a., resisi responsabili dei reati di truffa aggravata a danno dello Stato, falsità in atto pubblico, turbata libertà degli incanti, inadempimenti di contratti di pubbliche forniture.

L’attività investigativa – svolta dalle Fiamme Gialle anche con il contributo del Corpo Forestale della Regione Siciliana, e coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, nelle persone del Procuratore Capo Francesco LO VOI, del Procuratore aggiunto Leonardo AGUECI e del Sostituto Maria FORTI – ha in primis permesso di accertare la fraudolenta aggiudicazione dell’appalto concernente il servizio antincendio alle suddette quattro società, riunitesi in un’Associazione Temporanea di Imprese (A.T.I.). Infatti, l’ATI ha attestato di avere la disponibilità di personale di volo e tecnico in realtà inesistente e ha dichiarato di poter effettivamente impiegare due elicotteri bimotore che, invece, erano già impegnati in altri servizi presso diverse Regioni italiane. Tale dichiarazione è risultata determinante per la partecipazione alla gara e, quindi, per la sua aggiudicazione, considerato che l’A.T.I. in questione è risultata l’unica partecipante alla stessa, in ragione dei requisiti particolarmente stringenti richiesti ad hoc dal relativo bando. In questo modo, le società coinvolte hanno potuto assicurarsi un appalto milionario a tutto danno delle casse regionali, atteso che, in virtù della assenza di altre offerte, l’aggiudicazione è avvenuta con un ribasso irrisorio dello 0,84%.

Ma i comportamenti truffaldini hanno pure riguardato la materiale esecuzione del servizio, comportando ripetuti inadempimenti del contratto d’appalto. Non avendo, difatti, un’adeguata disponibilità di tecnici e piloti, diversamente da quanto dichiarato in sede di gara, l’A.T.I. ha dovuto falsificare la rendicontazione dei turni di servizio svolti dal personale. Più nel dettaglio, è stata fatta fittiziamente figurare la presenza di addetti al servizio antincendio presso le nove basi dislocate in Sicilia che, in realtà, risultavano fruire presso altre Regioni italiane di turni di riposo, con la conseguenza che il dispositivo di intervento veniva di fatto occultamente assicurato dai pochi tecnici e piloti realmente presenti, costretti perciò a garantire più ore di presenza al lavoro di quelle dovute, in dispregio alle disposizioni emanate dall’ENAC in materia di “limiti di volo”.

La mancanza di tecnici si è, peraltro, negativamente riflessa sul regolare utilizzo dei velivoli, in quanto non ha reso possibile la prevista effettuazione delle manutenzioni giornaliere, determinando talvolta l’impossibilità di impiegare gli elicotteri a disposizione. Circostanze queste nelle quali, per non incorrere nelle onerose penali previste in caso di indisponibilità degli elicotteri, gli indagati si sono resi responsabili di ulteriori gravi comportamenti fraudolenti culminati, in caso di richiesta di intervento, nella simulazione di improvvise avarie che avrebbero costretto gli aeromobili, prontamente levatisi in volo, a rientrare alla base.

Al di là delle falsificazioni, è di tutta evidenza come gli illeciti commessi abbiano messo a serio repentaglio la sicurezza dei voli e, parallelamente, l’integrità del patrimonio boschivo siciliano.

All’esito delle investigazioni svolte dai finanzieri, il Tribunale di Palermo – Sezione del Giudice per le indagini preliminari ha emesso, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un’ordinanza di sequestro preventivo per equivalente nei confronti delle quattro società costituenti l’A.T.I. e dei relativi rappresentanti legali, finalizzata a colpire i beni nella loro disponibilità per un valore pari a 12.519.000 di euro.

A finire sotto sequestro sono stati l’intero capitale sociale, gli immobili le attrezzature aziendali ed alcuni aeromobili delle società coinvolte nonché le somme, in corso di quantificazione, depositate sui numerosi conti correnti nella disponibilità degli indagati e delle società stesse.

Le indagini proseguono per il completo accertamento delle responsabilità individuali anche con riferimento ad ulteriori episodi criminosi, allo stato, in corso di verifica da parte degli inquirenti.
 

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