Cronaca

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo, su disposizione del locale Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione, ha sottoposto a sequestro, ai sensi della normativa antimafia, un cospicuo patrimonio, costituito da diversi immobili (nr. 4 fabbricati e nr. 1 terreno), nr. 2 autoveicoli e disponibilità finanziarie (conti correnti), per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro.

Le indagini patrimoniali, delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, hanno interessato Giuseppe ARDUINO (classe ’70), già arrestato nel 2011 per associazione di stampo mafioso finalizzata all’estorsione.
Il reato contestato è relativo a numerose estorsioni, unite a minacce (sfociate anche in episodi di violenza a persone ed in un incendio ai danni di una società di trasporti palermitana) perpetrate con altri soggetti ed aggravate dal metodo mafioso, ai danni dei titolari di numerose attività commerciali, ai quali veniva richiesta la c.d. “messa in regola" per lo svolgimento di diverse attività imprenditoriali svolte a Palermo.

Secondo il dispositivo del Tribunale, la condotta intimidatoria e la conseguente pericolosità sociale del proposto consisteva nel manifestare ai titolari delle citate attività commerciali la propria appartenenza all'organizzazione mafiosa “Cosa Nostra”, richiedendo loro somme di denaro, anche per il sostentamento delle famiglie dei detenuti; a tali pretese si univano, altresì, danneggiamenti di attività produttive e pestaggi ai danni dei soggetti che si rifiutavano di pagare.

Nello specifico, ARDUINO risulta coinvolto nell’operazione “Araba Fenice” condotta dalla Squadra Mobile di Palermo nel novembre 2011, nella quale gli è stato contestato di aver cooperato nell’attività estorsiva con i noti esponenti Cesare LUPO e Antonino SACCO- uomini d’onore della famiglia mafiosa di “Brancaccio”.

Scheda beni sequestrati:

ARDUINO Giuseppe, nato a Palermo il 07.02.1970

Decreto di sequestro nr. 134/14 R.M.P. emesso dal Tribunale di Palermo - Sezione Misure di Prevenzione.

· n. 4 fabbricati ad uso abitativo siti in Palermo;
· n. 1 terreno sito in Palermo;
· n. 2 autovetture;
· disponibilità finanziarie (rapporti bancari).

VALORE DEI BENI IN SEQUESTRO: € 1.117.434,89

 

Nell’ambito di attività di controllo del territorio finalizzato a prevenire la commissione di attività delittuose, personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. di Bagheria  ha effettuato una serie di controlli ed eseguito ordinanze restrittive della libertà personale, con l’ausilio anche di pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Palermo.

Sono tre le persone arrestate:

1. AMRI Badreddine di anni 36 residente a Bagheria, pluripregiudicato di nazionalità tunisina, arrestato su ordine di carcerazione dovendo lo stesso scontare la pena di anni uno di reclusione e mesi quattro per il reato di Art. 291 Bis – D.P.R. 43/1973, Art.291 Ter D.P.R. 43/1973.

2. AIELLO Francesco di anni 37 residente a Bagheria, arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari dovendo scontare la pena residua di anni uno di reclusione per tentato furto e spaccio di stupefacenti commessi a Ficarazzi nell’anno 2012.

3. DURANTE Nicola di anni 43 residente a Bagheria, arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari, dovendo scontare la pena di anni uno di reclusione per furto e ricettazione (2012).

E' stato  inoltre denunciato in stato di libertà L.S. di anni 40 residente a Bagheria in Via Enzo Re Svevo, pregiudicato, in ordine al reato di evasione dal regime della detenzione domiciliare.

Nei cinque posti di controllo predisposti in città da unità del Commissariato di P.S. di Bagheria, rafforzato, come si diceva, da pattuglie del Reparto prevenzione crimine sono state identificate e controllate 45 persone e 25 veicoli.

 

 


 



 

Hanno sfondato a colpi di mazza la vetrina di ingresso ed una volta all'interno hanno distrutto arredi, la cassa ed i computer, provocando danni per qualche migliaio di euro: è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì scorso nella centralissima via Libertà a Bagheria ai danni del Bar Gelato In, qualche mese fa sequestrato a Francesco Raspanti, già arrestato con l'accusa di mafia nell'operazione Reset del giugno scorso ed oggi agli arresti domiciliari.

Il frequentatissimo bar era uno dei beni posti sotto sequestro, sul quale si è però scatenata una vera e propria battaglia giudiziaria, perchè pare che il passaggio di proprietà nei confronti di Raspanti, non fosse stato ancora definitivamente formalizzato davanti ad un notaio.

Fatto sta che, dopo il sequestro, uno dei bar più in di Bagheria, è diventato un deserto: gli abituali clienti non si vedono più e gli affari stanno andando molto male; questa situazione preoccupa ovviamente vecchi e nuovi gestori oltre che i comproprietari, anche perchè è difficile mantenere al lavoro quanti erano precedentemente occupati con gli affari meno che dimezzati.

E' questo uno dei problemi che vengono spesso sollevati a proposito di beni sequestrati o confiscati; nella ricostruzione dei fatti che fa oggi Leopoldo Gargano sul 'Giornale di Sicilia', verrebbe fuori che i dipendenti nel pomeriggio del martedì abbiano ricevuto la strana visita di un tizio che li avrebbe invitati a 'lasciare tutto'.

Non è chiaro quale peso possa avere questa indicazione, se di un vero e proprio  'consiglio' di tipo mafioso, o più semplicemente di una espressione banale di chi, di fronte allo squallore attuale del locale, abbia in qualche modo espresso un pensiero senza particolari intenzioni malevoli, ma che ha ulteriormente sconfortato gli addetti.

Pare che adesso verranno sistemate delle telecamere di sorveglianza.

L'incendio, di natura probabilmente dolosa, è stato appiccato intorno alle 15.30, in un immobile diroccato al civico 28 di via Tornatore, che mancante di muro perimetrale esterno era transennato con pannelli di lamiera ondulata. Il luogo era diventato ricettacolo di topi, di spazzatura e rifiuti di vario genere, perchè pare che i proprietari fossero in attesa di una concessione di ristrutturazione.

Il materiale accatastato e la legna dei soffitti cadenti delle due elevazioni di cui l'immobile è composto, hanno alimentato l'incendio che ancora mentre scriviamo è attivo: sono intervenuti i carabinieri prima e successivamente la polizia municipale che ha transennato la strada, oltre  a due autobotti dei Vigili del fuoco che però non sono ancora riusciti a spegnere le fiamme, anche perchè a Bagheria non sono riusciti a trovare una presa in cui potersi approvvigionarsi di acqua e sono stati costretti ad andare a Sant'Elia.

Due bambini che abitano nell'immobile a ridosso, un maschietto e una femminuccia, a causa dell'enorme quantità di fumo nero sviluppato dall'incendio e trasportato dal vento hanno presentato sintomi da intossicazione.

E' immediatamente accorsa l'ambulanza del 118 che ha prestato ai bambini le prime cure in loco; per fortuna i due bambini si sono ripresi subito, solo per i genitori una grande paura, anche perchè il loro immobile è nelle immediate vicinanze di quello andato in fumo.

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