Cronaca

Il gravissimo fatto è accaduto questa mattina poco dopo le nove: due donne A.V., di 78 anni, e B.T., 40 anni, entrambe bagheresi si stavano recando in auto presso una villetta in località Bellacera.

All'improvviso secondo il racconto di una delle vittime, un uomo a bordo di una moto di grossa cilindrata, con casco e occhiali da sole,  ha affiancato la vettura, una Fiat 600, dal lato del passeggero costringendola a fermarsi: l'uomo, presumibilmente di età matura che parlava in italiano con una certa inflessione dialettale, con una pistola ha preso a minacciare le donne chiedendo la consegna delle borse, ma di fronte al diniego delle signore ha introdotto la mano con la pistola all'interno dell'abitacolo della vettura attraverso il vetro aperto, per rendere più convincente la minaccia.

Una delle due donne ha quindi consegnato la propria borsa dove si trovavano gli effetti personali, il telefonino, le chiavi del villino ed appena 15 euro di denaro contante.

La Polizia indaga

Non fu suicidio, quello di Rosario Vitale,  come in un primo momento le risultanze investigative avevano lasciato pensare ma un omicidio consumato dalla moglie Stefania Lo Piparo, 40 anni,  e dal padre Stefano Lo Piparo, 67 anni, arrivato probabilmente al culmine di una lite con la moglie che si trovava in casa  dei suoi genitori, e per il quale il GUP Agostino Gristina li ha condannati entrambi a sedici anni di reclusione.

Lo scrive stamane il Giornale di Sicilia in un articolo a firma di Sandra Figliuolo

Il fatto al tempo turbò la tranquilla vita della frazione marinara di Bagheria; il corpo di Rosario Vitale, 40 anni, tecnico di piattaforme petrolifere era stato trovato ai margini di via Don Bosco ad Aspra, il 17 settembre 2007; in un primo momento si era pensato ad un suicidio anche se l'arma del delitto, presumibilmente un lungo coltello, non è mai stata trovata.

L'uomo per l'attività che svolgeva stava per lunghi periodi lontano da casa, e pare che i litigi con la moglie nei periodi di residenza a Bagheria fossero abbastanza frequanti

Qualche tempo dopo i pm Siro De Flammineis e Diana Russo hanno riaperto l'inchiesta ed hanno approfondito appunto i rapporti tra i coniugi e le circostanze immediatamente precedenti la morte, che hanno portato a scoprire che la sera prima il ritrovamento del Vitale, dopo l'ennesima lite la moglie con il figlio si era andata a rifugiare nella casa del proprio genitore, dove il marito l'avrebbe poi raggiunta.

Ne sarebbe nata una lite, cui avrebbe preso parte anche il suocero del Vitale, in seguito  alla quale l'uomo sarebbe stato ritrovato agonizzante proprio di fronte la casa del suocero.

Durante il processo si erano costituiti parte civile la madre  e i fratelli della vittima, assistiti dagli avvocati Carlo Ventimiglia e Giacomo Greco, che hanno avuto riconosciuto il danno patito il cui ammontare  dovrà essere determinato in sede civile.

L'accusa aveva chiesto in subordine la derubricazione per entrambi gli imputati ad eccesso colposo di legittima difesa ma il GUP ha comminato la pena per il reato ben più grave di omicidio.

 

Ormai è veramente questione di giorni, e la raccolta differenziata sarà realtà in una parte del territorio comunale. Con la mediazione dell'amministrazione è stato raggiunto un accordo tra i lavoratori ex Temporary e la Ecogestioni risultata aggiudicataria dell'appalto.

L'accordo è stato trovato per 28 ore di lavoro settimanali; in questi giorni si sta procedendo alle operazioni e agli adempimenti,  tra cui le procedure di assunzione e la visita sanitaria, che consentirannno l'avvio della differenziata.

Sicuramente verrà rilanciata anche una campagna di sensibilizzazione presso gli abitanti per educarli ai nuovi criteri di separazione e conferimento dei riffiuti.

 

 

A Bagheria, i militari della locale Compagnia della Guardia di Finanza hanno nei giorni scorsi scoperto una bisca clandestina allestita in un locale del centro della località in via G.B. Vico

I movimenti di persone ad orari insoliti, soprattutto notturni, nelle adiacenze del locale, un tempo adibito a ristorante, ma ormai chiuso da un paio di anni, hanno insospettito i militari delle Fiamme Gialle che hanno avviato specifici servizi di appostamento ed osservazione in loco, rilevando presto che l’immobile era stato concesso dal proprietario in locazione ad un quarantenne originario di Bagheria, con precedenti in materia di scommesse clandestine e gioco d’azzardo: era sempre lui il primo ad arrivare sul posto, generalmente dopo le 22.00 e ad aprire il portoncino posto sul retro del locale.

Solo dopo tale orario, iniziava il via vai dei clienti, ai quali, comunque, era consentito l’accesso esclusivamente dall’ingresso secondario, sempre chiuso da una saracinesca e con le vetrate coperte da cartoni; la clientela giovane generalmente stazionava all’interno del locale per un’ora o poco più e soltanto i soggetti più maturi vi permanevano molto più tempo, talvolta addirittura fino a 6 ore.
All’atto dell’intervento presso il locale, le Fiamme Gialle hanno riscontrato che al suo interno erano stati allestiti due grandi ambienti, entrambi destinati al gioco d’azzardo, ma con diverse finalità.

Nella stanza principale, infatti, i Finanzieri hanno identificato 4 soggetti seduti ad un tavolo da gioco impegnati in una partita di poker, sorpresi con le carte in mano mentre sul tavolino erano sistemate varie banconote di diverso taglio per un importo complessivo di Euro 300 e fishes di vari colori. Nella stanza erano posizionati anche altri tavoli da poker.
Nell’altro locale, posizionato posteriormente, ma comunicante con quello principale, i militari hanno identificato altri 5 soggetti intenti ad operare su 20 Personal computer, tutti connessi ad un unico sito internet di poker texano on line, denominato “People’s Poker”.

Ognuno dei soggetti stava controllando, contestualmente, 4 apparati informatici, ciascuno dei quali connesso ad uno specifico conto gioco virtuale. Di fatto, ognuno stava gestendo 4 giocatori virtuali ed i relativi conti gioco, dando vita alla cosiddetta “collusion”, termine che, in linguaggio tecnico, indica la pratica, molto nota negli ambienti dei giocatori abituali, attraverso cui due o più persone, che siedono ad un tavolo virtuale di gioco, collaborano insieme per ottenere un vantaggio sugli avversari, convinti di giocare con diversi giocatori ma che in realtà si battono contro un unico soggetto che di fatto conosce le carte in mano di più giocatori virtuali. Su un tavolo adiacente sono stati rinvenuti diversi fogli di carta riportanti varie password e userID, ognuna delle quali consentiva l’accesso ad un profilo virtuale di gioco.

I soggetti sorpresi a giocare la partita di poker, sono stati denunciati per il reato di partecipazione al gioco d’azzardo. Ai 5 sorpresi davanti ai PC, intenti alle giocate di poker texano on line sono state contestate le violazioni di accesso abusivo a sistema informatico e detenzione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici. Il soggetto avente la disponibilità dell’immobile, ritenuto l’organizzatore della bisca clandestina, è stato denunciato per esercizio di gioco d’azzardo, aggravato dall’istituzione di una vera e propria casa da gioco.

Il locale e tutta la strumentazione informatica rinvenuta, così come il materiale utilizzato per il poker da tavolo sono stati sequestrati.

 

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