Cronaca

C'era già un fascicolo aperto dalla procura palermitana su Vito Rizzuto il boss italo canadese di 67 anni, originario di Cattolica Eraclea, morto per 'complicazioni polmonari' qualche giorno fa dopo un ricovero al Sacre Coeur Hospital di Montreal: la Procura sospettava che l'uccisione dei due italo-canadesi, Juan Ramon Fernadez Paz e Fernando Pimentel, avvenuta a Bagheria  ad opera dei due fratelli Pietro e Salvatore  Scaduto,  secondo il pentito Giuseppe Carbone che avrebbe partecipato all'agguato, fosse stata decisa appunto da Vito Rizzuto ora defunto.: lo scrive  sul Giornale di  Sicilia di venerdì 3 gennaio, Leopoldo Gargano.

I due canadesi sarebbero caduti sul fronte di una guerra di mafia scatenatasi tra la cosca dei Rizzuto ed il francese Raynal Desjardin, un tempo luogotenente di Vito Rizzuto guerra che  che aveva visto già cadere sotto il piombo dei killer l'anziano padre Nick Rizzuto, e il figlio di don Vito, anche lui Nick, sepolto poi, così si dice, all'interno di una bara d'oro.

I due ispano canadesi avevano trovato temporaneo riparo a Bagheria dove avevano cominciato a frequentare oltre che i fratelli Scaduto anche Sergio Flamia ed altri malavitosi bagheresi: ma dal Canada arrivò l'ordine di ucciderli, e secondo quanto avrebbe riferito nelle sue confessioni il pentito casteldaccese Giuseppe Carbone anche lui arrestato con Flamia nell'operazione Argo, nel mirino c'erano anche Sergio Flamia e Michele Modica che nell'estate del 2008 aveva partecipato al progetto di eliminare Pietro Lo Iacono.

E Michele Modica che in Canada aveva assidue frequentazioni, proprio nel paese nordamericano, era stato già bersaglio di un tenntativo di eliminazione.

Carbone quando si era pentito, subito dopo l'arresto nell'operazione 'Argo' avvenuto l' 8 maggio 2013, non aveva ancora l'imputazione di omicidio, ma il fatto che fosse entrato in possesso di un Rolex d'oro appartenuto a Fernandez Paz scomparso da settimane aveva già insospettito gli investigatori, che gli avrebbero sicuramente chiesto le circostanze in cui era entrato in possesso di quell'orologio.

Di Fernandez e Pimentel si erano perse le tracce il 9 di aprile, quando erano stati attirati in una trappola e crivellati di piombo appunto dagli Scaduto e dal Carbone: i corpi dei due ispano-caandesi erano stati poi bruciati ed abbandonati in un terreno adibito a  discarica abusiva.

Peraltro come scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia solo uno dei due cadaveri è stato identificato, e cioè quello di Fernandez Paz per la presenza di una protesi metallica ad un gamba.

Per Pimentel invece il riconoscimento ufficiale non c'è ancora stato, perchè le condizioni in cui il corpo carbonizaato era ridotto non lo hanno consentito: è sicuramente lui, ma solo in base alle dichiarazioni del collaborante Carbone che ha partecipato personalmente alla sua eliminazione.

Per gli investigatori l'intera vicenda dimostra i legami di interesse e di reciproca  assistenza  ancora fortissimi esistenti tra i clan mafiosi italo-americani e la cosa nostra siciliana.

Oltre 8.000 gli articoli contraffatti sequestrati dai finanzieri in quanto illecitamente posti in commercio o pronti per essere immessi sul mercato, fra cui orologi, occhiali da sole, portafogli, borse e accessori di prestigiose marche naturalmente contraffatte. Sotto sequestro anche etichette in metallo, in tessuto e adesive riproducenti noti marchi, pronte per essere applicate sui prodotti da immettere nel mercato illegale.

Diversi i sequestri effettuati anche per la vendita di opere musicali e cinematografiche illecitamente riprodotte. Sono stati ritirati dal mercato clandestino 2.300 supporti informatici tra DVD contenenti film ancora presenti nei circuiti dei cinematografi e CD di album musicali di vari titoli, nonchè vari giochi per console di note marche.

Nove i soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di introduzione e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione, quattro denunciati per violazione della legge a protezione dei diritti d’autore. Verbalizzati in via amministrativa cinque soggetti risultati sprovvisti di licenza di commercio ovvero sorpresi a vendere in posti non autorizzati; nei loro confronti si è proceduto al sequestro amministrativo di oltre 1.000 articoli di bigiotteria ed alla contestazione di sanzioni per violazioni alla normativa sul commercio sino a 12.900 euro.

Un altro commerciante abusivo è stato invece denunciato per violazioni alla disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari, per aver posto in vendita frattaglie di origine animale in una pubblica via, noncurante delle polveri e dello smog provocato dagli scarichi delle automobili.

Nei pressi del mercato “Vucciria” i finanzieri hanno sequestrato poco meno di 25 mila artifizi pirotecnici posti in vendita da un trentenne palermitano privo di alcuna autorizzazione, denunciato per commercio abusivo di materie esplodenti. Via Ruggero Settimo e Via Liberta’ e le aree adiacenti, nonchè il mercato rionale di Piazzale Giotto ed altri mercatini palermitani, le zone principalmente battute dalle Fiamme Gialle.

Questi i risultati di un vasto piano di controlli a tutela del mercato e dei consumatori e contro la vendita di prodotti contraffatti e insicuri, sviluppato nelle principali zone commerciali di Palermo, durante la settimana di Natale, dalla Guardia di Finanza del capoluogo siciliano.

Ne da notizia repubblica.it nel sua edizione palermitana online, riferendo che l'uomo di cui non vengono fornite le generalità ha percosso la compagna spaccandole quattro denti e provocandole un grave trauma cranico. 

Per questa ragione con l'accusa di maltrattamenti e percosse gli agenti di polizia hanno messo agli arresti domiciliari un 30enne di Bagheria. 

La compagna da anni subiva violenze e percosse, mai denunciate. Nel corso dell'ultima aggressione, chiamati dai vicini, sono intervenuti i poliziotti che hanno trovato la donna con il volto tumefatto.

La donna è stata portata in ospedale e ha presentato denuncia. Adesso si trova con i propri figli in una casa d'accoglienza. All'uomo è stato imposto anche il divieto di comunicare con la compagna.

da repubblica.it

I militari della locale Stazione Carabinieri traevano in arresto per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti SPARACINO Massimiliano, nato a Partinico (PA), classe 1975, residente a Santa Flavia, poichè veniva trovato in possesso del seguente materiale, posto sotto sequestro:

- gr. 47 di hashish in unico blocco;

- nr. 1 coltello.

L’arrestato è stato tradotto presso la propria abitazione, in regime di arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo presso il Tribunale di Termini Imerese (PA), al termine del quale l’arresto è stato convalidato, mentre lo Sparacino ha chiesto di patteggiare la pena.

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